L’economia post Covid-19: più smart e più felici

L’economia post Covid-19: più smart e più felici

EUROPA – Il Green Deal europeo e gli amministratori locali per l’economia dopo la pandemia.

Nuove tecnologie rispettose dell’ambiente, soste maggior sostegno all’industria nell’innovazione, forme di trasporto privato e pubblico più pulite, più economiche e più sane. Per fronteggiare una crisi economica senza precedenti, i governi di tutto il globo sono alla ricerca di soluzioni per individuare le migliori strategie per ripartire, ma le autorità locali hanno già le idee chiare in proposito, anche perché hanno la reale occasione di trasformare le loro città in aree urbane «smart», più efficienti ed intelligenti. Tutto questo grazie all’uso delle tecnologie digitali, e più in generale dell’innovazione tecnologica, è possibile ottimizzare e migliorare le infrastrutture e i servizi ai cittadini. Siamo solo all’inizio ma l’emergenza ha reso improrogabili le azioni urgenti sulla mobilità urbana per la ripresa dall’emergenza sanitaria  Covid-19: il coordinamento degli assessori alla mobilità dell’Anci, l’associazione nazionale dei Comuni italiani, ha pubblicato sulla piattaforma dell’ente le linee guida di questa nuova sfida poiché l’ esposizione all’inquinamento atmosferico può aumentare significativamente il fattore di rischio per la morte a causa di Covid-19. Per l’Europa l’occasione offerta da questo cambiamento diventa cruciale e per rendere più moderna, efficiente e competitiva l’economia non resta che avviare quella rivoluzione sostenibile, le cui linee guide sono contenute nel progetto dal nome ambizioso, Green Deal (Patto Verde) approvato dal Parlamento Europeo il 14 gennaio scorso, anticipando l’obiettivo dell’impatto climatico zero entro il 2050.

La tabella di marcia dell’European Green Deal prevede l’uso efficiente delle risorse passando a un’economia pulita e circolare e il ripristino della biodiversità con riduzione dell’inquinamento.

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Un obbligo giuridico e un incentivo agli investimenti che saranno impiegati nell’acquisizione di tecnologie rispettose dell’ambiente, nel sostegno dell’industria nell’innovazione, nell’introduzione di forme di trasporto privato e pubblico più pulite, più economiche e più sane, nell’abbandono del carbone nel settore energetico, nel garantire una maggiore efficienza energetica degli edifici e, nell’ottica della solidarietà, collaborando con i partner internazionali per migliorare gli standard ambientali mondiali.

Le persone e le imprese, con particolare attenzione alle regioni più colpite dal degrado ambientale e dalla povertà, saranno supportate nel passaggio ad una economia verde. Gli amministratori locali, con una certa lungimiranza, hanno intuito che il Green Deal rappresenti la via da seguire per valorizzare le migliori potenzialità dell’Italia, del resto durante il lockdown ci siamo affidati alla tecnologia e ad una diversa concezione del lavoro per poter proseguire e produrre. Facendo tesoro di questa esperienza abbiamo compreso che le produzioni di qualità sono sempre più quelle green, che il riciclo dei rifiuti è un pilastro dell’economia circolare, che incoraggiando l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili di energia arriveremo ad un’economia climaticamente neutrale e ad una agricoltura sostenibile. Le città andranno ripensate con un programma di rigenerazione urbana in chiave di sostenibilità, ove il capitale naturale sarà il trampolino per le attività economiche come il turismo e dove l’innovazione digitale sarà utile per migliorare il lavoro e lo studio.

Foto in homepage: Eko Pramono da Pixabay

 

Carmen Porcelli
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