A lezione dal Prof. Adriano Di Gregorio: “Io, la storia, le lezioni a distanza e il Commissario Battaglia”

A lezione dal Prof. Adriano Di Gregorio: “Io, la storia, le lezioni a distanza e il Commissario Battaglia”

ITALIA – Professore, scrittore pluripremiato e youtuber. Ecco la nostra intervista a Adriano Di Gregorio, siracusano classe 1971, che attraverso i social regala al pubblico lezioni di storia interessantissime con un successo di pubblico incredibile. Con lui affrontiamo il tema delle lezioni online nei licei e ripercorriamo la sua carriera da scrittore.  

YouTube può essere definito un trampolino di lancio per tutti coloro che hanno un talento da mettere in mostra. Possono essere giovani videogamer, cultori e appassionati di cinema e serie tv, musicisti, cantanti o libromaniaci. Finita qui? Macché, sul Tubo sono sbarcati anche i professori! Uno dei più seguiti è sicuramente Adriano Di Gregorio, insegnante di ruolo di Italiano e Storia, scrittore di gialli di successo e ora, appunto, ideatore di un canale YouTube da 20 mila iscritti e un milione di visualizzazioni totali.

Contattare il professore in questo periodo viene quasi naturale, visto che nei Licei e nelle Università, l’unico per modo per alimentare il sapere dei ragazzi è quello delle lezioni online. Con il professore, ripercorriamo la sua brillante carriera scolastica, i suoi lavori da scrittore (vi dice qualcosa il Commissario Battaglia) analizziamo insieme il livello di preparazione degli studenti italiani nel 2020, senza tralasciare l’attualità inevitabilmente caratterizzata dall’emergenza Covid.

Buongiorno Adriano, è un piacere averla tra le righe di MyWhere. Ci racconta perché ha deciso di aprire un canale YouTube dedicato alla storia e ad altre branche del sapere?

Tutto è cominciato per caso… veramente però. Nel 2017 una mia studentessa mi chiese: “Prof., posso registrare la sua lezione?”. Ovviamente risposi di sì e, quando lei la riascoltò, mi disse che le era piaciuta molto e mi chiese “Ma perché non fa dei video?”. Io non sono tecnologicamente avanzato, ma parlando con un mio collega, ben più esperto di me, scoprii che mi avrebbe potuto aiutare. Adesso il mio canale ha un milione di visualizzazioni l’anno. Dal punto di vista delle vicende storiche o delle correnti letterarie, non dico nulla di rivoluzionario, ma lo faccio con un linguaggio semplice e chiaro; è ormai necessario “abbassare” il modo di esprimersi per farci comprendere dai nostri studenti. Non ci si può più nascondere dietro la lezione cattedratica o libri di testo assolutamente incomprensibili. Questo necessità era già stata sottolineata, negli anni Novanta, da un grande intellettuale, Luciano De Crescenzo, il quale, nell’introduzione alla sua Storia delle filosofia greca, ha accusato la cultura ufficiale di snobismo. Tratto dalle mie videolezioni YouTube ho da poco pubblicato un volumetto, “La Storia raccontata ai ragazzi… e non solo”, che sta andando molto bene.

Qual è il periodo storico che la affascina di più?

Ho lavorato per quindici anni alla Facoltà di Lettere dell’Università di Catania, cattedra di Storia moderna – poi è andata a finire male per tanti motivi che è meglio lasciar perdere – e per questo motivo mi sono sempre occupato di Storia moderna e in particolare del Settecento e Ottocento. Da qualche tempo a questa parte, però, mi sto appassionando sempre più del Medioevo e della cultura medioevale.

Incoronazione di Carlo Magno a Roma la notte di natale dell’800

Secondo gli studi gli italiani sono tra i popoli più studiosi al mondo. Come giudica il livello di preparazione medio degli studenti soprattutto a livello di coscienza storica?

Nei confronti della scuola italiana purtroppo sono molto critico, ma non certo per colpa dei ragazzi che sono la parte più bella della scuola. La scuola è diventata un ente diseducativo nel quale tutti vengono premiati senza meriti. Conosco studenti che hanno ottenuto il diploma senza mai aver posseduto un libro. Tutto questo toglie motivazioni ai ragazzi che si sono sempre impegnati, che nonostante tutto sono la maggior parte. I presidi ricevono dei soldi in base al numero dei promossi e dei “centisti” che sforna la scuola; di conseguenza l’unico problema che hanno è il “voto alto”, senza preoccuparsi minimamente dei problemi che ci sono a scuola. Nei miei 25 anni di insegnamento ho visto tantissimi ragazzi che sono entrati al primo anno pieni di voglia e di entusiasmo, ma poi piano piano lo hanno perso… non certo per colpa loro. I programmi scolastici sono ancora quelli degli anni Cinquanta e molti miei colleghi leggono gli stessi brani dei Promessi Sposi da decenni. I ragazzi del nuovo millennio conoscono Guido Cavalcanti del quale – con tutto il rispetto – non importa più a nessuno, ma non conoscono Pasolini, Calvino, Sciascia, Dario Fo e tanti altri; conoscono le piramidi i templi greci, l’ablativo assoluto, i Sumeri e soprattutto i famosissimi affluenti del Po, ma non hanno mai visto un dipinto di Andy Warhol, non hanno mai visto un film di Vittorio de Sica, non hanno mai letto una poesia di Alda Merini. Si continua a fare così perché si è sempre fatto così. La scuola è noiosa, vecchia e crea ragazzi fragili e convinti di aver dato il massimo. Quando escono, vengono mangiati dal mondo del lavoro.

Che ne pensa della necessaria didattica online intrapresa dalle università durante questa emergenza?

Credo che in questo periodo non si possono fare i capricci. Cosa voglio dire? La Didattica a distanza ovviamente è terribile e rompe del tutto il rapporto umano tra studente e insegnante, imprescindibile per permettere ai ragazzi un percorso culturale. In questo momento storico delicatissimo, però, è il male minore. La gentilissima ministra continua a dire che vuole le scuole aperte, ma lei ha mai visto da vicino una scuola italiana… in questo momento? Fino all’anno scorso si parlava dei tetti delle scuole che crollavano e delle classi pollaio e invece, misteriosamente, quest’anno l’unico problema della scuola sono i trasporti. Boh! Le regole, che in teoria vanno bene, nella pratica sono impossibili da far rispettare. Ho trascorso quasi tutto il mese di ottobre continuando a dire, “Non ti alzare… mettiti la mascherina” e cose del genere. Nelle classi con ventotto alunni, tre insegnanti di sostegno, due assistenti alla comunicazione – credetemi… ci sono veramente classi così – pensate che si possa mantenere il metro di distanza?

Oltre al suo lavoro da professore e da YouTuber, ha scritto libri davvero interessanti. E si è cimentato con successo nel genere giallo. Ci parla del Commissario Battaglia?

In realtà faccio tantissime cose: sono già al terzo libro giallo, sempre del mio commissario Battaglia (l’ultimo romanzo, dal titolo “La Festa di matrimonio”, è stato pubblicato nel 2019 da Algra editore) ma ho anche pubblicato, come ho detto prima, “La Storia raccontata ai ragazzi… e non solo”, un volumetto di poco più di cento pagine che narra, con il sorriso sulle labbra, le vicende storiche dall’anno 1000 all’anno 2000.

Quali sono i suoi progetti futuri?

Sto facendo tante cose… anche troppe a dire la verità. Ho appena finito un nuovo romanzo giallo, sempre con il mio commissario Battaglia, che dovrebbe essere intitolato “Mal perverso”. Per adesso è lasciato un po’ a stagionare, cioè in una specie di fase di riflessione. Lo prenderò tra qualche mese per vedere cosa ne è venuto fuori. Poi sto ultimando “L’impero romano raccontato ai ragazzi” e infine sto curando la biografia di un personaggio molto interessante, un siciliano che è andato a Dubai e ha fatto fortuna con il petrolio; adesso, sempre a Dubai,  gestisce un’azienda con migliaia di operai. Tutto questo ovviamente oltre al canale, alla scuola e al mio mestiere super impegnativo di papà. Credo non ci sia spazio per nient’altro.

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Paolo Riggio

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