200 anni fa nasceva il controverso, estroso e maledetto Charles Baudelaire

200 anni fa nasceva il controverso, estroso e maledetto Charles Baudelaire

MONDO – Oggi, 9 aprile 2021, ricorre il 200esimo anniversario dalla nascita di Charles Baudelaire. Ripercorriamo la storia del flâneur, il romantico passeggiatore divenuto il simbolo della poesia maledetta e della vita dissoluta.

200 anni fa nasceva a Parigi il poeta, saggista e scrittore francese Charles Baudelaire, uno dei principali fondatori del simbolismo e del decadentismo e fu l’incarnazione del poeta maledetto e i Fiori del male (Les Fleurs du mal) è l’opera più famosa dell’artista francese.

Questa raccolta lirica fu pubblicata il 25 giungi 1857 e comprendeva cento poesie divise in cinque sezioni: Spleen et ideal, Les Fleurs du mal, Révolte, Le vin e La mort.

Non fu che fosca tempesta la mia giovinezza,

qua e là solcata da rilucenti soli;

il tuono e la pioggia ne han fatto un tale strazio

da lasciare nel mio giardino solo qualche vermiglio frutto. 

Gustave Courbet Ritratto di Baudelaire 1848-1849, Museo Fabre

A causa di alcuni temi affrontati nelle sua poesie come il sesso, la morte, la depressione, la corruzione, il male di vivere, la perdita dell’innocenza, l’omosessualità e l’alcol, la direzione della Sicurezza pubblica denunciò l’opera per oltraggio alla morale pubblica e offesa alla morale religiosa e Baudelaire fu condannato ad una pena pecuniaria e alla soppressione di sei poesie dalla raccolta.

Nel 1861 uscì la seconda edizione dei Fleurs du mal, dove Baudelaire rimosse le sei liriche accusate, aggiungendone 35 nuove e dividendola in sei sezioni: Spleen e Ideale, Quadri parigini, Il vino, I fiori del male, La rivolta e La morte; e il capolavoro di Baudelaire si diffuse in tutta Europa e ancora oggi questa raccolta lirica è considerata una delle più innovative e influenti dell’Ottocento.

Nel 1868 dopo la morte di Baudelaire, fu stampata una terza edizione, dal titolo Nouvelles fleurs du mal (Nuovi fiori del male) con l’aggiunta di poesie inedite pubblicate solo su riviste parigine.

DI COSA PARLA I FIORI DEL MALE? 

La prima edizione de I fiori del male, con le note di Baudelaire

Il titolo dell’opera è un ossimoro perché associa i fiori, simbolo della bellezza nella tradizione letteraria, all’idea del male e del vizio e il titolo riflette il carattere provocatorio della poesia baudelairiana, che si propone di “estrarre la bellezza dal Male”

Le atmosfere surreali, il linguaggio aulico e intensamente mistico, scenari cupi e tristi: grazie a quest’opera Baudelaire meritò a pieno titolo l’epiteto di poeta maledetto e di colui che rimane chiuso in se stesso per adorare i piaceri lascivi della carne e che esterna una visione del mondo letto solo come luogo di sofferenza.

Prima delle sezioni, la raccolta si apre con la poesia “Al lettore” una poesia che possiamo definire come il prologo della raccolta.

“Ma fra i lupi, le iene, i falchi e le pantere,
le scimmie, i sciacalli, gli scorpioni, i serpenti
che urlano e grugniscono, giostrando in turpi schiere
entro il serraglio infame dei nostri traviamenti,

uno ve n’è, più laido, più maligno ed immondo!
Sebbene non accenni un gesto ne un bisbiglio,
vedrebbe volentieri crollare l’interno mondo
e inghiottirebbe il globo con un grande sbadiglio:

è la Noia! Con l’occhio di lacrime appannato
fuma e sogna la forca nel suo tardo cervello.
Tu, lettore, conosci quel mostro delicato,
ipocrita lettore, mio simile, mio fratello!”

(Al lettore, Charles Baudelaire)

Henri Fantin-Latour Hommage à Delacroix Da sinistra, seduti: Louis Edmond Duranty, Henri Fantin-Latour, Jules Champfleury e Charles Baudelaire. Da sinistra, in piedi: Louis Cordier, Alphonse Legros, James Whistler, Édouard Manet, Félix Bracquemond e Albert de Balleroy. Al centro, un ritratto di Eugène Delacroix.

A differenza di un prologo normale, qui Baudelaire non vuole ingraziarsi il lettore  ma lo stupisce, lo aggredisce, lo scandalizza e poi lo definisce “ipocrita” perché finge di scandalizzarsi. E la noia che cita è lo spleen, una situazione esistenziale di distacco e disgusto.

Spleen e ideale rappresenta in termini nuovi il conflitto tra Ideale e Reale: la sua poesia aspira alla conciliazione tra questi due opposti, ovvero a quella unità tra spirito e corpo in cui si realizza lo stato di beatitudine. Questa però rappresenta un’utopia, poiché l’uomo nonostante voglia elevarsi, deve costantemente fare i conti con il male, da cui è irresistibilmente attratto.

Senza tamburi, senza musica, dei lunghi funerali
sfilano lentamente nel mio cuore: Speranza
piange disfatta e Angoscia, dispotica e sinistra,
pianta sul mio cranio riverso la sua bandiera nera.

(Spleen, Charles Baudelaire)

Émile Deroy Ritratto di Charles Baudelaire, 1844

I Quadri parigini  ci presentano la città di Parigi trasfigurata dall’immaginazione allucinata dell’autore.

La sezione Il vino, si elogiano gli effetti dell’alcol, unico rimedio alla disperazione del poeta, qui appare la famosa tentazione dei paradisi artificiali, che il poeta francese conobbe molto bene (oppio, hashish e alcool).

La sezione Fiori del male elogia il crimine e la dissolutezza, mentre le ultime due sezioni, Rivolta e La morte, trattano la ricerca della salvezza tramite Satana e il tema della morte come unica nuova esperienza possibile.

Pasquale De Falco

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