Superlega: naufragium feci, bene navigavi. Un ripensamento necessario

Superlega: naufragium feci, bene navigavi. Un ripensamento necessario

MONDO – Ecco perché il collasso dell’idea Superlega può rappresentare una spinta verso un ripensamento generale del sistema calcio.

Bramata dai sostenitori più incalliti del calcio ultra-capitalistico che annulla ogni sussulto barricadiero, disprezzata dai cultori di un calcio romantico ormai fossilizzatosi in un passato non più replicabile e osservata con distacco da chi ancora oggi stoltamente ritiene il calcio un “semplice sport”, la Superlega è tramontata ben prima di sorgere. Governi, capi di stato, cancellerie straniere, Uefa, Fifa, Comitati Olimpici, intellettuali engagé, allenatori, ex calciatori e soprattutto tifosi remavano tutti per uno stesso obbiettivo (pur con motivazioni assai differenti): il collasso della Superlega. E così è stato.

IL CALCIO NON E’ UNO SPORT COME GLI ALTRI

Non è mai stato possibile assimilare il calcio ad altri sport, vederlo come “parte di un tutto”, considerarlo un tassello, seppur grande, di un mosaico assai più articolato e variegato; nulla di tutto ciò. Il calcio vive di sogni, utopie, ambizioni un po’ tronfie e smargiasse, riflessi identitari che nella rivalità e nella contrapposizione trovano compimento.

Il calcio risponde a logiche tutte sue, personali, molto spesso ripiegate al proprio ombelico che però diviene ombelico del mondo, manifesto di tutti i popoli, alfabeto unico che mette in comunicazione tutti riassorbendo le distanze tra tutte le latitudini, anche quelle più sparute. Il calcio è leggenda, superstizione, mito, devozione, religiosità laica, inconscio collettivo, mitologia pagana che rigurgita la propria adorazione nella dimensione corporale e fisica dell’idolo calcistico, nel suo rapporto con la terra, l’inabissamento e la risalita.

Il calcio è tutto questo, messa laica che trova nella squadra il proprio Dio e nello stadio il proprio tempio. Per tutte queste ragioni, e molto altro, (ragioni economico-finanziarie e politiche soprattutto) la Superlega è naufragata.

I POTENTI DEL CALCIO E ERASMO DA ROTTERDAM

Ma è così tutto finito? Non si può imparare nulla da questo mastodontico fallimento? Se facciamo nostro l’ossimoro latino tramandato da Erasmo da RotterdamNaufragium feci, bene navigavi” (“quando ho fatto un naufragio, allora ho ben navigato), capiamo che la navigazione è il cammino e il naufragio, in tutte le sue declinazioni, non è la fine, non è la morte, non è la dimensione funerea di ogni speranza ma un passaggio necessario, elemento indispensabile per crescere. Maturare. Evolvere. Il naufragio è parte della storia dell’uomo e, per richiamarci a Hegel, il soggetto non può che tuffarsi nelle contraddizioni del mondo per comprenderlo fino in fondo, anche a costo di rimanere disarmati.

Ecco, in questo senso l’inabissamento dell’idea Superlega può essere una spinta verso un ripensamento generale. Perché il “naufragio felice” vuol dire accettare il fallimento, rivestirlo di una nuova linfa e andare nella direzione di una ricerca. Nuova. Inclusiva. Democratica.

 

Claudio Troilo

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