Bla Bla Baby è un film che non esiste

Bla Bla Baby è un film che non esiste

ITALIA – Appena uscito nelle sale il film di Fausto Brizzi Bla Bla Baby. A mio avviso è un film che non esiste perché non ha un senso, una (sua) logica. Qui vi racconto il mio punto di vista.

Il film Bla Bla Baby di Fausto Brizzi è appena uscito al cinema. Una produzione Eliseo Multimedia con Rai Cinema, la cui sceneggiatura è stata curata da Fausto Brizzi, Paola Mammini, Herbert Simone Paragnani e Mauro Uzzeo, talento novello del fumetto italiano.

Bla Bla Baby è un film che vorrebbe contenere e intrecciare spy story, romance e commedia non riuscendo però a centrare nessuna delle tre direttive. È un film che non esiste perché non ha un senso, una (sua) logica, un indirizzo ragionato e soprattutto si ancora al disperato espediente dei bambini “ciarlanti” per provare a giustificare un vuoto sostanziale che è impossibile da velare.

Dopo Ex, Notte prima degli esami e Maschi contro femmine, Brizzi vuole rassicurarci sul fatto che non sappia fare cinema e in questo riesce perfettamente. Verrebbe da dire che non è obbligatorio fare bei film, ma con altrettanta serenità si può affermare che non è obbligatorio neanche sfornare ciclicamente disastri in pellicola. In ogni caso, proprio perché tutto è meritevole di attenzione e il pregiudizio culturale è quanto di più distante dall’arte, qualsiasi forma assuma, andiamo a vedere perché.

BLA BLA BABY FILM

Il protagonista, Luca, interpretato da un sempre più invecchiato male (artisticamente) Alessandro Preziosi, è un uomo di mezz’età che si ritrova catapultato a operare in un asilo aziendale di Milano dopo una vita passata a cavalcare onde in giro per il globo che però non lo ha condotto ad alcun risultato. Insieme a Celeste e Doriana, rispettivamente interpretate da Maria Di Biase e Chiara Noschese, occupa la sua quotidianità ad accudire e assecondare le esigenze dei bambini dei dipendenti della Greenlight, l’azienda condotta da Mattia De Bortoli (Cristiano Caccamo) che, come obiettivo, ha la costruzione di un mondo ecosostenibile e a misura di risorse. Una mattina, però, Luca sottrae e ingurgita un omogeneizzato alla platessa praticamente scaduto e, rimanendo fedeli alle informazioni del telegiornale, contaminato da agenti patogeni e tolto dal commercio.

A questo punto, il giorno dopo, con un salto logico incomprensibile e un evidente buco di sceneggiatura, scopre di riuscire a comprendere le voci dei bambini e di riuscire a interagire con loro. Attraverso questo suo superpotere, realizza così l’app Bla Bla baby in grado di rispondere e tradurre le esigenze dei piccoli ma, con un altro salto logico, la priorità diventa quella di salvare l’azienda dal fallimento. Con l’appoggio di Ivano, scienziato e amico, interpretato da Massimo De Lorenzo, Herbert, interpretato da Nicolas Vaporidis, Simona e quello di tutti i giovani fanciulli, dovrà capire le intenzioni del direttore e tentare di fermarlo.

BLA BLA BABY FILM

Esposta la trama, capiamo perché la pellicola non abbia senso. Le intenzioni di regia sarebbero quelle di ricorrere a un co-protagonismo generale fatto da bambini e da adulti goffamente infantili, per creare una dialettica sostenuta dall’impossibilità di comunicazione tra questi due mondi fino alla svolta segnata dall’omogeneizzato. La scelta di sceneggiatura in questo caso è drammaticamente esilarante: un omogeneizzato alla platessa avariato come chiave di volta per innescare un’interazione evidentemente (im)possibile.

Verrebbe da chiedersi: perché? Che c’entra? Il nesso qual è? In che modo si tengono questi due piani nel racconto? Ma queste domande rimarranno senza risposta e noi ce ne faremo una ragione.

In Bla Bla Baby si inabissa completamente il conflitto e contrasto da mondo dei grandi e mondo dei piccoli, adulti e bambini, manca sostanzialmente una dialettica identitaria tra queste due “fazioni”, una riflessione anche leggera sulle ragioni di questa distanza o, ancor di più, una riflessione sul processo di adultizzazione dell’infanzia. Le commedie, se tali sono, planano dall’alto sui grandi problemi, si pongono grandi domande, scomodi interrogativi, generano un riso amaro, a mezza bocca, squarciato. Tutto ciò, e molto meno, manca. Resta solo uno scontatissimo e insopportabile polpettone sentimentale tra Luca e Silvia (Matilde Gioli) che manifesta il deserto immaginativo del film di Fausto Brizzi, la totale insussistenza della sua esistenza.

BLA BLA BABY FILM

Anche la scelta del cast è infelice: Preziosi e Gioli primeggiano (e ci mancherebbe) su un mare di cadaveri recitativi e Nicolas Vaporidis ci conferma che il suo luogo è l’Honduras e la sua dimensione artistica resta L’Isola dei Famosi tra uno scazzo con Floriana Secondi e un ribaltone con Cicciolina.

Questo è un film che non esiste, incomprensibile nelle sue intenzioni, disastroso e disastrato nella riuscita, irritante per la pigrizia di scrittura e sconvolgente per il solo fatto che sia stato pensato.

Voto: 2

Claudio Troilo

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