I progetti curatoriali all’interno di uno stand fieristico funzionano. Funzionano per diversi motivi; progettualità, visione, linearità, connessione tra artista- gallerista- critico. Potrebbe essere la vera soluzione di questa crisi che pare fare strage di idee, che pare non lasciare spiragli di luce, che mette alle strette chi cerca di andare avanti.
A Torino, l’aria non è molto diversa dal resto d’Italia, un po’ di scontento e di timore c’è ma si percepisce anche il desiderio di rimetterai in gioco e allora si fa un Boom! Lo fa The Others con questo nuovo format che porta progetti curatoriali all’interno delle celle delle ex Carceri Nuove e che la pone come fiera sperimentale in cui i protagonisti sono gli spazi dinamici e vitali, veri incubatoi della creatività. Interessante il lavoro della galleria Glenda Cinquegrana che per l’occasione presenta quattro artisti collegati da visioni comuni che rappresentano risposte diverse alla crisi e all’immobilismo: da un lato il realismo fotografico di Pierpaolo Mittica e Valerio Spada, basato su una rinterpretazione del genere della fotografia di inchiesta, dall’altro Matteo Berra e Bruno Marrapodi, accomunati da una visione fantastica del reale. Altro progetto che cattura l’attenzione è CRA CRA CRACKING di Cracking Art Group di Must Gallery di Lugano. Centinaia di rane invadono lo spazio destinato alla galleria. Rane gracchianti che inviteranno alla riflessione: ” se con tutto quello che abbiamo fatto va tutto male, forse cambiando tutto andrà meglio” come diceva Aristofane. La necessità di cambiamento ha raggiunto tutti, la sensazione di disagio nell’immobilismo proprio e altrui è diventato insopportabile. La litania senza significato della ripetizione CRA CRA assume un nuovo valore, diventa un nuovo messaggio: Cracking. La rivoluzione delle rane è in atto, ma è anche quella del sistema.
Siamo incarcerati qui, continuate a seguirci.
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