Anthony Hopkins compie 84 anni. Quando nascere l’ultimo giorno dell’anno può portare fortuna!

Anthony Hopkins compie 84 anni. Quando nascere l’ultimo giorno dell’anno può portare fortuna!

ACCADDE OGGI– L’attore britannico Anthony Hopkins, per il folto gruppo di coloro che si piangono addosso è un esempio da seguire. Nato il 31 Dicembre del 1937, compie gli anni oggi. Non ha affidato il suo futuro solamente alla fortuna, agli astri o alla preghiera. In pochi anni, grazie alla determinazione, ha cambiato le sorti del suo percorso.

 Sir Philip Anthony Hopkins è nato in un sobborgo malfamato della zona industriale di Port Talbot, nel sud del Galles. Alla fine degli anni Trenta, era un quartiere dove era consigliato girare armati. Era figlio unico ed i genitori gestivano una panetteria. Fecero tantissimi sacrifici per farlo studiare e per garantirgli un futuro migliore del loro.

ANTHONY HOPKINS: IL PALCOSCENICO HA CURATO LA DISLESSIA

Foto da: cinematographe.it

Durante i primi anni scolastici, gli insegnanti si accorsero che il piccolo Anthony soffriva di una lieve forma di dislessia. Questo lo portò, da subito, ad assumere un atteggiamento schivo e introverso. In quinta elementare le insegnanti lo costrinsero a partecipare ad una recita e, come per magia, il palcoscenico lo curò da tanta timidezza.

Crescendo si è iscritto al Cardiff College of Drama dove si è diplomato portando all’esame orale una tesina sul teatro classico. È considerato da tutti un artista completo e questo lo deve anche agli anni di studio presso il National Theatre di Laurence Oliver.

Il bambino timido ha perso tutte le sue insicurezze per strada, le assi larghe del palcoscenico gli hanno regalato la padronanza del suo corpo. Ha presto capito che recitare lo faceva stare bene: una vera cura che lo ha portato a non abbassare più lo sguardo.

Prima di arrivare al grande cinema ha testato le sue doti d’improvvisazione in televisione e al teatro. Ha più volte dichiarato che stare davanti ad un pubblico ti pone nella condizione di non poter sbagliare. Quando ha girato i suoi primi film non ha mai provato brividi durante le scene: sapeva che se il primo ciack non andava, se ne sarebbe sempre potuto girare un secondo.

HANNIBAL LECTER

Foto da: vanityfair.it

Partiamo dal suo primo Oscar come attore protagonista, da quel ruolo e quel nome che gli sono rimasti cuciti addosso. Il silenzio degli innocenti di Jonathan Demme è stato un film centrale nella carriera dell’attore, una pellicola che ognuno di noi ha visto almeno una volta. Nessuno può dimenticare quanto sia convincente Sir Anthony Hopkins nell’interpretazione del cannibale.

Molti quando lo incontrano, ancora oggi, tengono le distanze per la paura di subire un morso. Il suo modo di unire follia e lucidità è stato magistrale. Ognuno in quel dottore ha immaginato un vicino, un ex compagno di scuola o quel tizio che incontriamo spesso in fila alle Poste.

La flemma con quale aiuta l’agente Starling, la celebre Jodie Foster di cui vi abbiamo parlato pochissimo tempo fa, è la stessa con la quale assaporiamo il roastbeef a Natale. Il suo volto è magnetico, affamato, nasconde perfettamente un passato colmo di disturbi mentali. Annusa gli odori attraverso dei forellini nel vetro quasi entrando in estasi: ha la stessa espressione che abbiamo noi quando nostra nonna sforna la sua famosa torta al cioccolato.

Quel film del 1992, quando viene trasmesso, batte ancora oggi qualsiasi reality o scaramuccia fra opinionisti politici. È singolare che Anthony Hopkins in verità sia un vegetariano convinto ed un sostenitore di Greenpeace nella battaglia contro le grandi multinazionali di carni bovine.

THE FATHER – NULLA È COME SEMBRA

Foto da: repubblica.it

Secondo Oscar come miglior attore protagonista, in questo film del 2020 diretto da Florian Zeller. Sensazionale, matura, splendida e reale interpretazione di Sir Anthony Hopkins. È così bravo da far cadere nella rete tutti gli spettatori dal primo all’ultimo minuto di girato.

È singolare che interpreti un uomo anziano di nome Anthony e che anche lui sia nato esattamente venerdì 31 Dicembre 1937. È un maestro nel gestire tutto il girato guardando negli occhi la telecamera e facendola sua, ipnotizzandola. In molti hanno definito questo film potente, io lo considero principalmente ansiogeno.

Il protagonista è un vecchio signore che soffre di demenza senile: vive nel suo appartamento in compagnia di una badante. Ha una figlia che lo passa a trovare sempre più spesso insieme al suo compagno a causa delle sue condizioni di salute.

Anthony è convinto che qualcuno lo stia derubando e che la figlia voglia appropriarsi della sua bellissima casa per rinchiuderlo in una struttura per anziani. È grazie alla recitazione di Hopkins che lo spettatore rimane col fiato in sospeso per tutto il tempo. Sarà solo un vecchietto smemorato o veramente qualcuno sta tramando alle sue spalle? Un Oscar meritatissimo che mostra quanto una maschera come quella del gallese possa stregare chiunque.

ANTHONY HOPKINS: LA SINDROME DI ASPERGER

Foto da: vanityfair.it

L’attore oggi compie 84 anni, ma sono già tre anni che ha dichiarato di essere affetto dalla sindrome di Asperger. Si tratta di una forma lieve di autismo che l’attore ha attribuito alla sua difficile infanzia vissuta prima della scoperta del teatro.

Non riuscivo a sistemarmi da nessuna parte. Ero problematico, causavo problemi. Non andavo a feste, non avevo molti amici e questo non è cambiato. Ancora oggi non vado a feste e non ho molti amici.

Alcuni colleghi, venuti a conoscenza della malattia, associano a questa forma di autismo le capacità straordinarie di memoria dell’attore. Come ogni persona che soffre di autismo, ha una peculiarità nella quale eccelle. In molti pensano che la sua memoria di ferro origini da questo.

Pare che durante le riprese di Amistad, Hopkins abbia stupito Spielberg memorizzando un intero discorso di sette pagine e recitandolo durante un’unica ripresa. Il regista dopo quella prova non riusciva più a chiamarlo Tony, ed ha concluso il film chiamandolo ogni volta Sir Hopkins.

ANTHONY HOPKINS HA SCONFITTO L’ALCOOL

Foto da: cinematographe.it

Durante il lockdown Anthony Hopkins ha sfruttato il tempo dipingendo, leggendo, ricordando i successi e le sconfitte. Uno dei periodi più cupi della sua vita è stato quello arrivato immediatamente dopo il grandissimo successo. È stato un periodo che non è riuscito a gestire finendo schiavo dell’alcool.

Mi stavo ammazzando. Oggi niente alcool da 45 anni, voglio mandare un messaggio chiaro ai giovani. La mia non è una predica. Voglio solo farvi riflettere. Vi dovete chiedere semplicemente se volete vivere o morire. Siate coraggiosi e resistete.

Con queste parole ha concluso una delle sue ultime apparizioni pubbliche attraverso il suo profilo Instagram. La razza umana è sopravvissuta ad altre perché è stata capace di correggere i propri errori. Non è del tutto comune però trovare volti noti che mettono a nudo le loro debolezze. Hopkins lo ha fatto anche se in età tarda.

Non sono stato un grande esempio, ma ricordo quanto mi sentivo sconfitto. È per questo che consiglio ai giovani di non farsi comandare dalla bottiglia.

Facciamo tanti auguri a Sir Anthony Hopkins!

 

Francesco Danti

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