Forse Educazione Fisica ha ancora un sound retrò ma è importante saper scegliere tra mode e metodi tradizionali

Forse Educazione Fisica ha ancora un sound retrò ma è importante saper scegliere tra mode e metodi tradizionali

TRENTO – Siamo certi che l’Educazione Fisica sia passata di moda? Forse sì, ma questo non vuol dire che l’efficacia dei metodi tradizionali sia svanita, anzi! Ho incontrato Guido Degasperi, preparatore atletico ideatore di EDF Educazione Fisica, non solo per la remise en forme post vacanze, ma per andare più a fondo sui segreti della forma fisica oltre le mode. Ecco la nostra chiacchierata durante una bella escursione, per capire quant’è importante per il nostro benessere scegliere consapevolmente.

Approfittando di bellissime passeggiate tra i panorami delle Dolomiti capitanate da Guido Degasperi, ideatore di EDF Educazione Fisica, non ho perso l’occasione di farmi dare suggerimenti e consigli salutari.  Infatti, da “vecchia sportiva”, sono sempre stata dell’idea che non bisogna ricorrere all’esercizio fisico solo per recuperare periodi di trascuratezza, o solo per una ricerca di una remise en forme post vacanze, ma bisogna essere disciplinati con il proprio corpo e la propria mente. La forma fisica si ottiene con costanza, disciplina e consapevolezza. Quindi bando alle mode e vediamo di capire, attraverso questa chiacchierata con un professionista, perchè i metodi tradizionali sono più efficaci delle varie simil discipline.

Io con un’amica a Passo degli Oclini, durante le bellissime passeggiate tra i panorami delle Dolomiti

Guido, qual è il tuo cliente di riferimento? Insomma, qual è il target al quale ti indirizzi?

A frequentare i nostri corsi è un target principalmente femminile, appartenente a una fascia di età che va dai 40 in su. Qui cerchiamo di soddisfare l’esigenza del movimento perché io lavoro proprio su questo. Non sono un terapeuta ne un fisioterapista, se dovessi affibbiarmi un appellativo, mi definirei un chinesiologo. Io lavoro sul movimento e con il movimento.

Quanto conta l’approccio psicologico nel tuo lavoro?

Non è così importante, non possiedo quel tipo di formazione. Le persone vengono da me e mi illustrano il loro problema fisico. Io cerco di capire quali sono le le loro esigenze di movimento sia in base ai racconti e alle esperienze che mi espongono, ma do molta importanza alle informazioni che riesco a percepire osservando il cliente. Sulla base di tutti questi input, inserisco il cliente in un circuito, suggerendogli una serie di lezioni che possono risultare utili al miglioramento o al mantenimento, anche se il mio obiettivo finale è chiaramente l’autonomia di movimento.

Sembra quasi un’educazione al movimento. Puoi spiegarci meglio questo concetto?

Il mio obiettivo, come ho detto in precedenza, è farti diventare protagonista del tuo cambiamento. Non voglio che i clienti si mettano in fila e si muovano cercando di copiare quello che faccio io. Voglio che chi viene qui ascolti sé stesso, io do delle linee guida, ma il cambiamento deve venire da te! Cerco di focalizzarmi molto su questo concetto ed è per questo che cerco sempre di tenere gruppi a numero ridotto.

Chi indirizza i tuoi clienti a intraprendere il tuo percorso? Vengono spontaneamente o gli viene prescritto?

C’è un po’ di tutto, da chi mi trova su internet, a chi mi ha conosciuto tramite il passaparola. Molti medici indirizzano i loro pazienti ai miei corsi, perché conoscono il tipo di lavoro che svolgo e i risultati a cui posso portare.

Guido Degasperi Educazione Fisica
Io con Guido Degasperi durante le passeggiate in montagna

Immagino che le aspettative siano pazzesche…

Già, ma questo è un problema generale, di tutti coloro che iniziano ad andare in palestra.

Perché un problema?

Perché spesso si pensa che basti iscriversi in palestra per risolvere tutti i problemi, ma ovviamente non è così. Anzi! Io cerco subito di spegnere gli entusiasmi! Avverto subito il cliente che non esiste una ginnastica risolutiva, o meglio, non esiste il miracolo, altrimenti diventeremmo tutti perfetti, bellissimi e famosissimi. L’esercizio per essere risolutivo o quantomeno efficace, deve diventare parte integrante del quotidiano, una tappa fissa della giornata che non può mai mancare. E attenzione, io e il mio team siamo pronti a tutto per migliorare la condizione del cliente, ma non bastiamo, siamo dei facilitatori, non dei risolutori.

Che intendi per facilitatore?

Voglio dire che ciò che posso fare è darti un’educazione al movimento. Posso spiegare come muoverti, aiutarti a trovare il corso che fa per te, a darti indicazioni su quello che ti serve, farti capire che spesso il movimento o l’esercizio più faticoso, quello che ti piace meno, è in realtà quello più utile per te, ma il lavoro quotidiano è il fattore decisivo per migliorare.

Da cosa inizi quando un’allieva viene da te? Come si racconta? Sei tu a fare le domande? Come fai ad andare oltre quello che ti dice?

Cerco di capire il più velocemente possibile le sue esigenze e per farlo, analizzo il suo stile di vita. Che lavoro fai? Quanto tempo ti occupa? È un lavoro fisico, usurante o sedentario? Quante ore al giorno resti seduto al computer? E ancora, i tuoi dolori, la tua condizione fisica deficitaria, è causata da traumi o patologie? Sono queste le domande fondamentali del mio lavoro, alle quali devo arrivare ad una risposta il più velocemente possibile. Poi, cerco subito di modificare alcune abitudini quotidiane dal punto di vista fisico, che sembrano poco importanti, ma che in realtà fanno la differenza nel bene e nel male. Un atteggiamento corretto ed economico, dal punto di vista della postura, può essere un fattore decisivo.

Cerchi di dare consigli al punto di vista dell’alimentazione?

L’alimentazione svolge un ruolo minore. Ovviamente do qualche indicazione di massima ma non mi occupo di questo. Non assegno diete, non vado a stravolgere i regimi alimentari, né prescrivo integratori. Non è il nostro campo.

Spesso, e parlo anche a livello personale, quando una persona si iscrive in palestra e vuole risolvere una problematica dal punto di vista fisico, si da un tempo. Ad esempio, “in un mese devo guarire”. Ti succede spesso di ascoltare richieste di questo tipo?

Certo! Il cliente vuole guarire subito, ma quello che dico sempre è che l’intensità del lavoro non conta quanto la costanza. A costo di sembrare ripetitivo, è il quotidiano che paga, anche 10′ al giorno di stretching possono fare la differenza. Le ore che passi con me sono un plus, un momento speciale che esalta ciò che hai messo in pratica nella vita di tutti i giorni. Se un cliente viene da me e vuole migliorare in 3 mesi ha sbagliato indirizzo, qui ci prendiamo i tempi necessari, senza ingannare nessuno e i risultati si vedono.

Insomma il claim di Move yourself deve diventare il nostro mantra.

Guido quando il cliente riscontra subito risultati, per te diventa più facile lavorare ?

Sì, quando il cliente riesce subito a migliorare, l’entusiasmo cresce e ottenere risultati è molto più semplice. Ma ci tengo a dire che per prendere consapevolezza del proprio corpo ci vuole quasi un anno basandomi sulla mia esperienza in tutti questi anni.

E la frequenza? Quante volte ci si dovrebbe allenare da te?

Consiglio sempre di venire 2 volte a settimana qui. 3 volte è troppo, una è troppo poco.

guido degasperi
Il panorama delle bellissime Dolomiti durante le passeggiate capitanate da Guido Degasperi

All’inizio della nostra chiacchierata hai affermato che la stragrande maggioranza della tua clientela è femminile. Perché?

Perché l’uomo vuole quantificare, è più forte di lui. Vuole andare in palestra o in piscina e soffrire e soprattutto mostrare la sua sofferenza, altrimenti non si sente soddisfatto. In questo le donne sono molto più elastiche e lungimiranti. Ci trovo anche una punta di pudore, nel senso che l’uomo preferisce non farsi vedere mentre svolge questo tipo di ginnastica, vuole sempre far vedere che ha faticato. Questioni di mentalità…

Ultima, un po’ stravagante. Da ex sportiva fatico sempre a fare esercizi più concettuali, come ad esempio Pilates. Voglio sentire la fatica sul corpo. Secondo te ci vuole una filosofia particolare, come può essere quella orientale, un’attitudine particolare che accompagni e faciliti l’attuazione delle tue pratiche?

Premetto che la mia ginnastica è fortemente laica, e anzi, in discipline come Yoga, Pilates e Tai Chi, trovo dei punti in comune con l’esercizio fisico tradizionale. Credo che il punto fondamentale sia trovare la consapevolezza. Devi trovare la forma di movimento che più si adatta alle tue caratteristiche, quella che ti fa sentire meglio, sia mentre la svolgo che nella vita quotidiana. C’è chi ama lo Yoga e fa solo quello, chi vuole sollevare pesi in palestra, chi invece preferisce andare a correre. L’importante è trovare un equilibrio tra quello che ami fare e quello che ti fa stare meglio. Se ci riesci, la tua vita migliorerà e tanti problemi, soprattutto fisici ma non solo, ne gioveranno tantissimo.

Il preparatore atletico Guido Degasperi durante l’intervista

Quindi, attraverso l’esercizio fisico tradizionale, non in contrasto con altre discipline più in voga attualmente, si può raggiungere il risultato desiderato attraverso un equilibrio tra desideri, aspirazione e impegno. E, ricordate, la motivazione è fondamentale, così come la consapevolezza. Affidatevi sempre ad un esperto, ad un preparatore atletico professionista, perché il nostro fisico va ascoltato, amato e rispettato. Affrontate così con nuova energia settembre con il nuovo mantra: Move yourself !

Per ogni altra informazione o contatto, magari per pianificare una giornata di Nordic Walking, trekking, o una bella escursione, ecco qui gli eventi in programma nel link del suo sito EDUCAZIONE FISICA di Guido Degasperi

Qui un altro articolo su Trekking ed equipaggiamento per la vostra prossima escursione.

Photo Copyright MyWhere© 

Io e Guido Degasperi

Fabiola Cinque

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