Autunno olistico con lo Yoga: intervista al Maestro Maurizio Morelli

Autunno olistico con lo Yoga: intervista al Maestro Maurizio Morelli

MONDO – L’inizio dell’autunno per noi è il periodo dei buoni propositi, così come del raccoglimento. La natura si prepara al letargo, noi cogliamo l’occasione per andare ad approfondire i nostri interessi ed alcuni argomenti.

Se l’olistico parte da un concetto di unione fra macrocosmo e microcosmo, lo yoga assume un ruolo da RE in quanto tale. Se fino a qualche tempo fa lo yoga era visto da alcuni curiosi come l’ultima moda nel campo del fitness, c’è chi lo ha adottato come colonna portante nella propria vita. Maurizio Morelli è una di queste colonne del Hatha Yoga in Italia.

Ha iniziato a studiare e praticare dall’età di quattordici anni e dopo un’esperienza trentennale, ha deciso intorno al 2008 di aprire la sua scuola di Hata Yoga. Ha scritto innumerevoli libri sullo yoga in aiuto al benessere ed un benefico stile di vita.

Intervistarlo è stata per me una grande gioia.

Buongiorno Maurizio, iniziamo subito dalla tua scuola: Come vedi chi vuole diventare insegnante o istruttore?

Le motivazioni che spingono alcuni soggetti a cimentarsi nel percorso per divenire insegnanti di yoga, specificatamente di Hatha Yoga, sono delle più varie. Tra le più frequenti l’aspirazione ad approfondire la pratica e comprendere meglio, innanzitutto in prima persona, le dinamiche, le metodologie e possiamo dire i segreti dello yoga, le sfumature, le modalità di impiego e molto altro. Il desiderio di apprendere è quasi sempre connesso a quello di trasmettere, ovvero hanno sperimentato in se stessi i benefici della pratica e ora vogliono avere la possibilità di trasmettere tali benefici agli altri, e conseguentemente desiderano apprendere come farlo nel modo migliore. Va detto che in molti casi, terminata la nostra scuola che ha il vantaggio di dare basi complete in tutti gli aspetti dello hatha yoga, molti passano ad altre esperienze proprio perché hanno sete di conoscenza e vogliono confrontare diversi metodi e approcci per potere offrire il meglio ai loro allievi. Questo è molto bello, lo yoga si pratica soprattutto con il cuore, le caratteristiche più importanti sono amore e generosità, parole che in qualche modo sono anche sinonimi, è la caratteristica più importante per insegnare è la gioia nel farlo, la gioia che si prova nella consapevolezza di trasmettere ad altri metodologie e valori che li renderanno più sani, leggeri, felici e spiritualmente completi.
Oltre a questo per molti l’insegnamento è anche una opportunità di svolgere un lavoro gratificante e umanamente arricchente. Ed inoltre ci sono un’infinità di altre valutazioni e motivazioni personali, differenti da un soggetto all’altro.

INTERVISTA A MAURIZIO MORELLI: “ECCO COM’E’ CAMBIATO LO YOGA NEGLI ULTIMI 30 ANNI”

ottobre olistico yoga
Maurizio Morelli

Cosa ti hanno insegnato i tuoi studenti in tutti questi anni di pratica?
Mi hanno insegnato un numero assolutamente incredibile di cose, ma mi sento di dire che la fondamentale è: l’importanza del rapporto umano. Non che non lo sapessi, ma una cosa è la comprensione intellettuale e l’altra l’esperienza viva, quella che ti entra nel sangue e nel nucleo delle cellule. Come accade probabilmente a molti, forse a tutti, per lungo tempo mi sono concentrato soprattutto sulla precisione della tecnica, elemento sicuramente essenziale. Ma mi sento di dire che il rapporto umano è ancora più importante, l’amore e il servizio sono ancora più importanti.

Per dirla in un altro modo, è possibile uno Yoga senza tecnica ma non senza amore per gli altri, senza dedizione al tutto, alla vita. Ma possiamo averle entrambe, così si diviene insegnanti.

Mi hanno anche insegnato che ognuno deve essere lasciato libero di sviluppare quei semi che ha in sè, dirigere è una cosa, imporre e imporsi è un’altra. La prima è funzione dell’insegnante, la seconda una deformazione egoica.

Come hai visto modificarsi l’insegnamento yoga negli ultimi 30 anni in occidente ?
Oggi c’è una fame di diplomi, di certificazioni spesso insulse e prive di un reale fondamento di conoscenza anche minima, soprattutto di esperienza. Lo yoga è un percorso spirituale e non si misura con pezzi di carta, così come la religiosità di un soggetto non è necessariamente connessa all’abito che indossa. Per il resto sono sviluppate una grande varietà di interpretazioni, alcune estremamente interessanti altre meno, ma questo è un effetto inevitabile del rapido sviluppo della pratica yoga in fasce sempre crescenti di popolazione. Non credo sia negativo, alla fine ciò che non ha radici sparirà, il resto continuerà e si affinerà.

L’ESSENZA DELLO YOGA E I CONSIGLI DEL MAESTRO ALLE NUOVE GENERAZIONI

Intervista a Maurizio Morelli: “ è possibile uno Yoga senza tecnica ma non senza amore per gli altri, senza dedizione al tutto, alla vita”.

In definitiva cosa è per te lo yoga?
Lo yoga è un percorso spirituale, variegato e fantastico, un tappeto volante multidimensionale capace di portare ognuno di noi esattamente dove l’anelito dell’anima lo guida. È un’esperienza soggettiva che si fonda su pratiche condivisibili collettivamente ma interpretate per ognuno di noi e attraverso l’esperienza diretta in modo differente, ed è giusto che sia così. La ridondanza è una delle caratteristiche fondamentali dell’energia della Grande Madre che, come il migliore degli artisti, mai genera due opere uguali.

Il consiglio di Maurizio Morelli alle nuove generazioni che si affacciano a questa antica arte – disciplina?
Lo yoga è conosciuto solo per mezzo dello yoga, quindi praticare con apertura d’animo e di mente, senza aspettarsi nulla ma pronti a ricevere tutto, esattamente quello che a ognuno di noi serve nel momento in cui ne abbiamo necessità.

Grazie Maurizio, faccio preziosi i tuoi consigli. Anche oggi davanti al mio tappetino e di fronte alla vita cerco di non aspettarmi nulla ma rimango pronta a ricevere tutto… perchè lo yoga rimane nel cuore anche nei momenti in cui non lo si pratica.

Carmen Bartolone
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