Arte Fiera 2022: una strana primavera

Arte Fiera 2022: una strana primavera

BOLOGNA – Arte Fiera riapre le porte dal 13 al 15 maggio 2022, dopo la decisione di rimandare le tradizionali date di gennaio a causa della pandemia. L’evento è animato da uno spirito di ripresa e dal desiderio di poter ritrovare in presenza gli operatori e il pubblico dell’arte.

Apre i battenti oggi 13 Maggio al grande pubblico, il tradizionale appuntamento del mercato dell’Arte bolognese, riferimento per tutta l’Italia con una collocazione temporale decisamente anomala per la manifestazione: terza edizione fisica sotto la direzione artistica di Simone Menegoi – quella del 2021 è stata sostituita dal progetto culturale online Playlist. Arte Fiera 2022 ripropone i punti di forza della formula messa a punto nelle due edizioni precedenti, puntando, almeno negli intenti,  alla qualità espositiva. Menegoi dichiara infatti:

“Arte Fiera si ripresenta a testa alta: con una selezione di gallerie senza cedimenti qualitativi, e che si arricchisce anzi di alcune interessanti new entry; con allestimenti rinnovati; con un percorso di visita più razionale ed efficiente”

L’ossatura della fiera si consolida in questa edizione con tre sezioni curate e su invito che affiancano la Main Section per approfondire altrettanti ambiti importanti per l’identità della fiera: l’arte moderna e del dopoguerra storicizzato (Focus), la pittura del nuovo millennio (Pittura XXI), la fotografia e il video (Fotografia e immagini in movimento).

Le gallerie che partecipano ad Arte Fiera 2022 sono 142 mentre gli stand monografici sono 35.

Ma questa collocazione temporale decisamente anomala non giova particolarmente alla manifestazione: Bologna accoglie impreparata la manifestazione che si inserisce un po’ a forza in un calendario fieristico che sta ospitando altre impegnative rassegne, con il risultato medio delle squadre dedicate agli allestimenti impegnate da altre parti dell’enorme quartiere fieristico bolognese e relativi disguidi nell’allestimento.

Uno fra tutti: la copertura del cartongesso degli stand, realizzata non con il solito stucco e pittura ma con una pellicola. Soluzione adottata anche in molte fiere internazionali ma qui non riuscita al meglio causa la presenza di “bolle”che, con il caldo di questi giorni, rischiano di aumentare di volume. Per calmierare l’insoddisfazione di alcuni operatori la fiera ha alla fine deciso una netta amputazione dei costi: tutti gli espositori  pagheranno il 40% in meno. Anche Art City, la rassegna di eventi collaterali coordinata da Lorenzo Balbi, direttore del MAMbo, presenta alcune criticità organizzative. In particolare, il main event, ovvero la performance di Tino Sehgal in Piazza Maggiore, prevista da venerdì a domenica, risulta fortemente penalizzata in quando molti operatori del settore, soprattutto dal centro-nord, restano in città soltanto nella giornata di giovedì. Un’estensione sarebbe dunque stata opportuna.

La mostra propriamente detta:  i due padiglioni, 15 e 18, sottolineano la differenziazione fra moderno e contemporaneo.

Qui soprattutto il padiglioni dell’arte moderna cresce in qualità grazie alla «imposizione» di un numero massimo di artisti per ogni booth al fine di dare spazio alle poetiche individuali, scelta coraggiosa del direttore Simone Menegoi. Da vedere, ad esempio, il focus di Pirro Cuniberti (G.A.M.) e la sfilata di capolavori di Morandi, Casorati, Pistoletto, Fontana, de Chirico e Burri, Tornabuoni, nonché l’affondo su Franca Maranò (1920-2015) da Richard Saulton. Funziona assai bene anche il mix fra storicizzati e viventi: da Mazzoleni (Torino-Londra) si affiancano Senatore, Francolino e Reimondo a Burri, Fontana e Vasarely; da Repetto (Londra, in direzione Parigi) Sassolino e Melotti.

Nel padiglione dell’arte contemporanea emerge con forza la pittura, grazie anche alla sottosezione dedicata (Pittura XXI), che fa da controcanto a quella consacrata a fotografia e immagini in movimento. Fra i nomi che spiccano, Nazarena Poli Maramotti (Sara Zanin, Roma), Francesco De Grandi (Rizzuto, Palermo – con una minipersonale), Serena Vestrucci (Renata Fabbri, Milano), Alessandro Sciaraffa (Giorgio Persano, Torino), Franco Guerzoni (G7, Bologna).

L’impressione generale è sempre di ottima qualità, ben selezionata ed esposta. Ma non sembra sfuggire ad una certa “pigrizia”: un certo numero dei pezzi esposti sono un rivisto di alcuni anni passati, cosa che non può sfuggire ad un visitatore appena più smaliziato e “fedele” alla manifestazione. Inoltre le gallerie presenti non sembrano sfuggire ad una certa mancanza di ricambio, incappando abbastanza ovviamente nel problema precedente.

Passato anche questo 2022 pandemico, l’auspicio è che Arte Fiera ritorni a ben altri fasti e ad una collocazione temporale più dedicata, rendendo unica la sua presenza nella città e lasciando l’impronta personale che questa grande fiera d’arte merita.

Dal 7 al 15 maggio si terrà anche la decima edizione di Art City Bologna, il programma istituzionale di mostre, eventi e iniziative speciali promosso dal Comune di Bologna in collaborazione con BolognaFiere. Per tutto il periodo l’evento tornerà ad animare, in anticipo e in parallelo ad Arte Fiera, il periodo più vivace per l’arte contemporanea in città. Non mancherà, inoltre, uno degli appuntamenti più amati dal pubblico: l’Art City White Night prevista per sabato 14 maggio con apertura straordinaria fino alle ore 24 di numerose sedi del circuito Art City Bologna, oltre che di gallerie, spazi espositivi indipendenti, palazzi storici e negozi.

Dove: Quartiere Fieristico di Bologna, Padiglioni 15 e 18
Ingresso: Ingresso Nord della Fiera (da Piazza Costituzione: servizio gratuito di navette ogni 2 minuti)
Quando: apertura al pubblico 13-15 maggio 2022
Orari: 13 maggio 11.00-12.00 riservato vip / 12.00-20.00 apertura al pubblico;
14 e 15 maggio 11.00-20.00 apertura al pubblico;
Infowww.artefiera.it

©Marianne Bargiotti Photography 2022

ArteFiera2022

Marianne Bargiotti

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