Alla Maroc Fashion Week hanno sfilato il colore e una moda che promuove l’avvicinamento dei popoli

Alla Maroc Fashion Week hanno sfilato il colore e una moda che promuove l’avvicinamento dei popoli

MONDO- Alla Maroc Fashion Week hanno sfilato abiti coloratissimi, ricchi di un’ampia proposta di materiali innovativi. E’ stato un viaggio nell’essenza di una moda che difende la diversità culturale e promuove l’avvicinamento dei popoli. In passerella c’erano gli abiti dei big della moda marocchina, ma anche nomi noti in Libano, Palestina e Francia.

Si è appena conclusa a Marrakech la Maroc Fashion Week, nella splendida cornice dell’M Avenue, e più precisamente nello spazio culturale Meyden. Qui si è tenuto il primo blocco di sfilate che ha visto andare in scena designers affermati e creazioni realizzate da studenti di moda. Mentre nell’edizione della Milano Fashion Week che proponeva cosa indossare in questa primavera, abbiamo visto prevalere stile orientale, righe e tonalità contrastanti, a Marrakeck predominante è stato lo stile prezioso e abbagliante.

Tutto esaurito, una giuria internazionale e designer da diverse parti del mondo hanno presentato le loro collezioni primavera-estate 2023. Dalla grazia selvaggia delle steppe centroasiatiche, tradotta da Hanum Aidash, allo spirito modest-fashion di Maryam El Himer, dal patrimonio rivisitato di Gabarit all’ingegno artistico di Zineb Hazim. Senza dimenticare le influenze newyorkesi di Christophe Guillarmé o le sorprendenti creazioni dei giovani talenti dell’Acadamia Di Moda di Nazareth, del laboratorio Chardon Savard e della scuola Escom Bel.

LAMIA LAKHSASSI
Una preziosa creazione di Lamia Lakhsassi. Foto: Paul Tomasini

A consacrazione dell’importanza di questo evento la MFW è stata invitata al Royal Mansour Hotel, dove si sono dati appuntamento i big della moda marocchina, ma anche nomi noti in Libano, Palestina e Francia. Le preziosi creazioni di Lamia Lakhsassi hanno abbagliato il pubblico. Eleganza e raffinatezza traducono invece il DNA di Houda Serbouti, mentre voluttà e fluidità portano il nome di Salma Lazrak. La mitologia greca è stata ridisegnata e sapientemente reinterpretate da Bernard Jabbour. L’alta sartoria ha visto capi senza tempo adornati con ricami sotto la guida di Omri Elayan. Mentre Kim Kordza ha chiuso la serata presentando un’esclusiva rivisitazione di due dei suoi abiti da sposa più iconici.

Questa nuova edizione della MFW ha visto anche la nascita di un nuovo nome nel mondo della Moda, la designer palestinese Donia Shehadeh premiata come miglior giovane talento dalla giuria composta dal noto stilista Said Mahrouf, dal caporedattore di Myluxurylife Khadija Dinia, dall’Influencer Yasmina Olfi (Fashionmintea), il direttore di Fashion Channel Marzio Nocera e la giornalista de L’Officiel Baltic Angela Donova.

LAMIA LAKHSASSI
Un altro abito di Lamia Lakhsassi. Ph: Paul Tomasini

Al termine della kermesse è stata realizzata una raccolta fondi grazie a prestigiosi donatori come la Maison Vivienne Westwood , lo stilista Karim Tassi, il pittore Hamidi in favore dell’Associazione Atlas Kinder, che si occupa dei bambini orfani provenienti da tutto il Marocco.

A questo proposito è stato reso un omaggio postumo a Hubert Hansjorg, imprenditore svizzero fondatore del villaggio Atlas Kinder, al fine di onorare la sua memoria e continuare la sua opera, il cui obiettivo è di accogliere e proteggere i bambini abbandonati in un contesto che rappresenti per loro una vera e propria casa-famiglia.

Marta Cardini

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