Anniversario della morte di Giovanni Falcone: il suo ricordo vive per sempre

Anniversario della morte di Giovanni Falcone: il suo ricordo vive per sempre

ITALIA- Trentuno anni fa il magistrato Giovanni Falcone veniva ucciso a Capaci. Oggi, 23 maggio 2023 si celebra l’anniversario del Giovanni Falcone. Il suo ricordo vive ancora nei nostri cuori attraversando generazioni, ricordando con affetto una delle figure più importanti della lotta alla mafia.

Giovanni Falcone: la sua figura rimane tutt’ora un esempio per il mondo.

Giovanni Falcone frequentò le scuole elementari al Convitto Nazionale di Palermo per poi arrivare al Liceo classico Umberto I.

All’età di quindici anni, conobbe il suo futuro collega e amico Paolo Borsellino, durante una delle tante partite all’Oratorio.

Nel settembre del 1957 decide di iscriversi presso l’Accademia navale a Livorno, con l’intenzione di laurearsi in ingegneria, anche se, nel 1958 scopre la sua vera strada e si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza all’Università degli studi di Palermo laureandosi con 110 e lode.

Magistratura e le lotte alle disparità sociali

Falcone vince il concorso entrando nella magistratura italiana nel 1964 ma il suo primo caso gli fu assegnato all’età di 26 anni, diventando pretore di Lentini.

Nel 1967 istituì il primo processo importante, riguardante la banda mafiosa del boss di Marsala.

Falcone era conosciuto per le sue continue lotte alle disparità sociali, distaccando il lavoro dalla politica sempre.

Nel 1979 conosce la sua futura moglie nonché sua collega di lavoro Francesca Morvillo  e nello stesso anno, accetta l’offerta fatta da Rocco Chinnici passando alla sezione penale all’Ufficio istruzione, accompagnato anche da Paolo Borsellino.

Pool antimafia di Palermo

Nato da un’idea di Rocco Chinnici, e composto da lui stesso più i giudici istruttori Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Leonardo Guarnotta e Giovanni Di Lello.

Istituito il 16 novembre del 1983 e durò fino a marzo del 1988, sciolto da Antonino Meli.

Rocco Chinnici sapeva perfettamente come arrivare all’obiettivo: centralizzare le indagini mafiose, così da avere più informazioni e un quadro globale sul fenomeno e le sue dinamiche criminali.

Tra i primi processi istruiti dal nuovo pool ci fu quello seguito da Falcone contro Rosario Spatola, che inaugurò sul campo il c.d. “Metodo Falcone“, basato sull’analisi dei movimenti bancari.

Alla vigilia della firma sul mandato d’arresto per i cugini Ignazio e Nino Salvo, Rocco Chinnici fu ucciso da un’autobomba sotto casa, nella strage di via Pipitone Federico.

A sostituire Rocco Chinnici è Antonino Caponnetto, che conferma subito la linea presa in precedenza dal suo collega.

Paolo Borsellino, Giovanni Falcone e Antonino Caponnetto nel 1986.

Trasferimento di Falcone all’Asinara

A seguito degli omicidi di Montana e Cassarà, Caponnetto avrà la brutta notizia che dal carcere era arrivato l’ordine di uccidere Falcone e Borsellino.

Decise così di trasferire i due magistrati all’Isola dell’Asinara, che però non fermò il loro lavoro per il maxiprocesso.

Durante i loro giorni di permanenza sull’isola, i due si dedicarono alla stesura dell’ordinanza-sentenza del maxiprocesso.

Ottengono giorni dopo tutti gli atti necessari per continuare a scrivere l’ordinanza.

Dopo tanti sacrifici, arriva la notizia: l’ordinanza-sentenza venne depositata, dando inizio il 10 febbraio del 1986, al Maxiprocesso.

La sentenza inflisse 360 condanne per complessivi 2665 anni di carcere e undici miliardi e mezzo di lire di multe da pagare, segnando un grande successo per il lavoro svolto da tutto il pool antimafia.

Il fatidico 23 maggio 1992

A segnare una data importante ma triste è il 23 maggio del 1992 data anche conosciuta come la “Strage di Capaci”.

Strage compiuta da Cosa Nostra, gli attentatori fecero esplodere un tratto dell’autostrada A29, mentre sopra a bordo dell’auto della scorta c’era Giovanni Falcone, sua moglie e magistrato Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta: Vito Schifani, Rocco Dicillo, e Antonio Montinaro.

Furono 23 i feriti.

Una data che ancora oggi rimane inflitta nelle ferite di coloro che quella notizia al telegiornale non speravano mai di vedere.

Una ferita che non si sanerà mai e rimarrà sempre ancorata nel cuore di tutti noi, ricordando quel giorno ma soprattutto ricordando le vittime rimaste coinvolte in quella strage.

Monumento alla Strage di Capaci a Palermo.

Il ricordo di un magistrato impeccabile

E’ così che perse la vita Giovanni Falcone, un uomo che per anni ha lottato contro la mafia senza avere mai paura di niente e rimanendo sempre coerente con le sue parole, toccando sempre il cuore di tutti coloro che soffrivano.

Possiamo vedere come nel Palazzo di Giustizia vige attualmente il Museo Falcone e Borsellino, in ricordo dei due amici e magistrati. Un museo che vede recensioni positive, ospitando una delle esperienze più vere e belle che una persona possa mai fare.

Museo Falcone e Borsellino presso il Palazzo di Giustizia a Palermo.
L’ufficio di Giovanni Falcone.

Si ricorda oggi, non soltanto un magistrato, ma anche un uomo che non si è mai arreso e che per sempre vivrà nei cuori di tutti quanti.

E allora, buon compleanno Giovanni Falcone: il suo ricordo vive per sempre.

Martina Bassi De Masi
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