Posso entrare? An ode to Naples al cinema

Posso entrare? An ode to Naples al cinema

ITALIA – Accolto con un caloroso e sincero applauso dal pubblico alla 18esima edizione della Festa del Cinema di Roma, Posso entrare? An ode to Naples è approdato nelle sale cinematografiche italiane, riscuotendo curiosità e giudizi positivi.

Posso entrare? An ode to Naples è il documentario omaggio dell’attrice, regista e produttrice Trudie Styler (la moglie del cantante Sting) a Napoli. Lei è sempre stata attratta ed incantata dalla città partenopea.  Lo scopo dell’autrice è evidente già nel titolo: bussare con discrezione alla porta di una città dalle mille anime, essere accolta con calore e benevolenza e liberare tutta la sua esuberante voglia di raccontarsi.

“Napoli è sopravvissuta per 3000 anni. Non è affatto una nuova realtà da raccontare, ma ne è una assolutamente straordinaria”

scrive la Styler, sceneggiatrice anche del film.

Piazza del Plebiscito, Napoli

Consapevole del rischio di scivolare in facili e folcloristici luoghi comuni e strade già ampiamente battute, ha ha deciso di raccogliere la sfida e misurarsi, non solo con la cultura e la bellezza di Napoli, ma anche con quel caos e criminalità di cui è impregnata questa città contraddittoria, controversa, cinica e feroce, ma anche ricca di passione e meraviglia, luci e ombre. Lo ha fatto attraverso la gente di Napoli, con tante interviste a personaggi noti e meno noti, che raccontano la loro esperienza e il loro legame con la città.

Il documentario della Styler

Da don Antonio Loffredo, parroco del rione Sanità, allo scrittore Roberto Saviano che vive sotto scorta da 15 anni. Dall’attore Francesco Di Leva, fondatore del Teatro NEST a San Giovanni a Teduccio, alle “forti guerriere” che combattono per le donne contro la violenza di genere. Dentro Posso entrare? An ode to Naples ci sono i musei, le chiese, gli studi di artisti, i cimiteri sotterranei, le tradizioni e le bellezze di una città che ha dato un grande contributo culturale all’Italia e al mondo. Il film riesce a cogliere e a restituire la complessità e la vitalità di Napoli e la sua gente, una città dove si sono impastate tante dominazioni: greca, romana, spagnola, francese.

DUOMO Napoli foto mywhere
DUOMO Napoli foto mywhere

Il racconto trascina lo spettatore dai vicoli stretti dei rioni popolari, fino alle periferie, come le Vele di Scampia. Il tutto è supportato da una potente colonna sonora, con la canzone originale Neapolis di Clementino e dalla fotografia di Dante Spinotti. Non poteva poi mancare l’esibizione del consorte della regista, Sting: il celebre cantante britannico si esibisce per i detenuti del carcere di Secondigliano. Forse per lo spettatore italiano, il documentario della Styler ha un impatto meno sorprendente e originale rispetto alla visione di uno straniero. Quest’ultimo, davanti alla ricchezza di immagini e parole di tutto ciò che è Napoli, rischia di rimanere quasi disorientato.

Allora il migliore suggerimento è lasciarsi andare istintivamente al flusso di immagini e parole. Un flusso di coscienza senza apparente coerenza logica che rispecchia proprio l’essenza di una città. Una città che contiene tutto e il contrario di tutto. Insomma la pellicola è un invito a scoprire e a innamorarsi di Napoli, che come dice la Styler, “è sempre stata una fonte di ispirazione per gli artisti, per i poeti, per i sognatori”.

Alex D'Alessandro
Latest posts by Alex D’Alessandro (see all)

Leave a Reply

Your email address will not be published.