Un taxi a due piazze: una doppia commedia

Un taxi a due piazze: una doppia commedia

Teatro Duse, 13 Febbraio – Un teatro molto affollato, anche questa sera, per assistere a una delle commedie più brillanti uscite dalla penna del britannico Ray Cooney, autore di “Run for your wife”, nella versione italiana, qui tradotto “Un taxi a due piazze”, in cartellone fino a domenica.
Commedia nata più di 30 anni fa, è considerata il long running per eccellenza del teatro d’oltremanica, dove è stata presente in cartellone per ben 9 anni consecutivi!
Testo farsesco seppur godibilissimo, è riuscito a naturalizzarsi molto bene grazie all’opera di Iaia Fiastri. Piace al pubblico sin da subito malgrado a tratti, appaia un po’ datato per l’impronta con cui sono stati tracciati alcuni personaggi: le mogli apprensive e non troppo sveglie, o la caricatura stereotipata del vicino gay, molto tipica degli anni ’70-’80, ma in toto l’opera riesce a riscattarsi anche per la bravura di questo cast.
taxi1-tSiccome gli interpreti imprimono una fresca vivacità rendendo l’interpretazione brillante in modo omogeneo, le battute si susseguono copiose e il cast lavora bene, restituendo al pubblico quanto il testo richiede, il “neo” di cui sopra, potrebbe passare inosservato, essendo lo spettatore coinvolto dall’andamento rapido, serrato ma mutevole e imprevedibile insieme: ecco perché piace così tanto!
La commedia si basa sull’ambiguità e la menzogna; gioca sull’equivoco, il paradosso, il doppio senso, il gioco di ruolo ma sempre con grande comicità e umorismo.
Mario Rossi (un bravissimo Gianluca Guidi, qui impegnato anche come regista) taxista, uomo comune, coniugato con Barbara Rossi (Bianca Maria Lelli), vive in piazza Irnerio 100; lo stesso Mario Rossi ancora, uomo comune, fa sempre il taxista ed è sempre coniugato, ma con Carla Rossi (Silvia Delfino) questa volta, vivendo con lei, in piazza Risorgimento 25. Un bel groviglio, una serie di bugie organizzate come scatole cinesi, sembrerà dare al fedifrago protagonista, una via d’uscita.
Bene, da qui oltre a stabilire che il signor Rossi ama il suo lavoro, essendo poi bigamo crede nel matrimonio ed è un simpatico bugiardo, prende inizio tutta la vicenda. Mario Rossi fino a quella mattina, era riuscito a tenere il piede in due staffe, grazie all’organizzazione cartesiana, i turni e al suo lavoro indefesso. “ Ma io di energia ne ho per due!” fintanto che il fato non gli ostacola la sua doppia routine. Coinvolto in una rissa, preso a borsettate in testa dall’anziana a cui lui voleva prestare soccorso e ritenuto da lei complice dei borseggiatori, finisce all’ospedale. Il ritardato rientro, mette in agitazione entrambe le consorti che si rivolgono alla polizia. Da lì iniziano i guai: doppia segnalazione, doppio domicilio, doppie indagini, doppia vita.
Mario Rossi, vorrebbe mantenere la situazione di fatto, non scegliere quale delle due preferire e forte di questo, farà di tutto per nascondere tanto alle forze dell’ordine che a entrambe le mogli, l’esistenza dell’altra. L’unico confidente è l’amico e vicino del piano di sopra Walter Fattore (uno spassosissimo Giampiero Ingrassia) che grazie al tempo libero, perché disoccupato, a sua volta verrà coinvolto in questo gioco del “doppio” assumendone via via, i ruoli e le identità che la fantasia, messa sotto torchio, suggerisce a Mario Rossi: sarà quindi il fantomatico fattore che soccorre Mario Rossi, un improbabile pretendente di Barbara, sarà l’ancor più opinabile amante di Mario Rossi che si fingerà anche gay, pur di rimediare alle magagne.
b-5-CopiaUn allegro susseguirsi d’invenzioni, personaggi che a loro volta s’inseriscono nel testo come il pittoresco vicino, stilista, del piano di sopra – dove Rossi abita con Barbara – che vive col compagno e col quale condivide una totale inettitudine verso la vita pratica, ma saprà ispirare – allo stesso Mario – altre bugie “credibili” che finiranno coll’inglobare al loro interno gli altri personaggi, compresi i due poliziotti (Renato Cortesi e Antonio Pisu). La situazione cambia rotta di direzione, a seconda di chi si presenta, e questo “senso del due” o della doppiezza si spargerà a macchia d’olio, non risparmiando nessuno, ma divertendo tutti i presenti, connotando come l’autore Ray Cooney, commediografo ma anche attore, abbia dato vita a una struttura solida di chi il teatro lo conosce e lo affronta anche dal di dentro, ecco perché l’ingranaggio appare così ben oliato!
Questo ritmo serrato e la comicità indefessa hanno intrattenuto i presenti per un paio d’ore. Salutati con molto calore e applauditissimi dal pubblico, sono stati richiamati alla ribalta più volte.

Daniela Ferro

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