Teatro Duse – 7 Gennaio. Un teatro festante e affollato da un pubblico molto variegato con una discreta presenza anche di bambini accompagnati dai genitori, ha salutato ieri sera la performance straordinaria dei funambolici artisti impegnati in “Magic Shadows”.
Sin dalla loro prima apparizione al programma “America’s got talent” nel 2013 i Catapult hanno saputo commuovere, emozionare ed estasiare chiunque assistesse alle loro evoluzioni, riuscendo a coinvolgere astanti di tutte le età: sia perché le “poesie” che recitano attraverso i movimenti del corpo arrivano immediatamente, senza la necessità di alcuna mediazione, poiché loro comunicano emozioni, suggestioni che per loro natura sono in grado di arrivare subito a destinazione; sia perché la bravura di questi artisti è innegabile e a tuttora inarrivabile, quindi incantano giocoforza chiunque li guardi.
I Catapult sotto la geniale guida di Adam Battelstein, ex danzatore di ottimo livello, coreografo e direttore del gruppo da lui formato, sono diventati una realtà riconosciuta e molto apprezzata; sono danzatori di differente formazione e provengono sia dalla danza classica che da quella contemporanea, ma tutti hanno però in comune, una solidissima preparazione.
Catapultati – è proprio il caso di dirlo – nel loro immaginario poetico che viene restituito a noi attraverso le ombre, le silohuettes dei loro corpi in movimento, capaci di creare con la danza, una metamorfosi narrativa dal fascino prorompente. Questa loro danza precisa dove il sincronismo, lo studio attento, la grande coordinazione fa sì che il corpo di ballo divenga un unicum e dove tutti sono chiamati a fare la propria parte, in una prassi, la loro, di cooperazione estrema, non essendoci né primi ballerini né étoiles, poiché tutti lo sono allo stesso modo, senza però piramidi né gerarchie.
I danzatori di “Catapult” giocando con l’oscurità e la luce, danno vita – come per magia – a un insieme di situazioni, divenendo sia oggetti che animali, adulti o bambini che si fanno storia come mai prima era accaduto aggiungendo poi che se la danza è leggerezza, grazia o sfida alla legge di gravità, attraverso l’impalpabilità delle ombre, lo diviene in modo ancor più preponderante.
Certo, le ombre cinesi hanno una lunghissima tradizione, in parte viva e presente tutt’oggi anche a Praga, se pensiamo all’opera di Jiri Snerc e il suo “Black Light Theatre”, ma senza voler nulla togliere a quegli ottimi artisti, un conto è recitare utilizzando oggetti, sapendo anche come impiegare bene luci, ombre, colori incandescenti, altro è usare il proprio allenatissimo corpo, per plasmarlo via via in una moltitudine di oggetti: vuoi un elicottero, una gondola, una ninfea, un’anatra, una rana e ricreando insieme l’ambientazione e i personaggi protagonisti di quelle incantevoli storie coreutiche che loro imbastiscono lì, sul palco.
Il grande pregio e la genialità di Adam Battelstein sta proprio nell’aver saputo mettere insieme tutti questi elementi e condensarli in una sola forma d’arte, quella espressa dal suo straordinario gruppo.
I Catapult, infaticabili danzatori-acrobati-narratori hanno reso questo incanto reale, solo per la data di ieri, purtroppo!
Lo spettacolo ha avuto la durata di poco più di un’ora e venti, non vi è stato intervallo e fatto salvo per un minimo problema tecnico risolto in pochi minuti, ha soltanto lasciato l’amarezza di essere terminato! Applauditi con sincero calore, si sono congedati dal pubblico con un regalo in italiano allorché hanno formato la parola “GRAZIE” scrivendola utilizzando per l’ultima volta, loro stessi.
- Mario Biondi il ritorno del mitico crooner – 15 Marzo 2017
- Due: Raul Bova e Chiara Francini al Celebrazioni – 5 Marzo 2017
- Intervista a Marco Vergini prima del concerto alla Rocca di Vignola – 4 Marzo 2017