Un’informale conferenza stampa, qualche giorno, fa nel foyer dell’Europauditorium, ha riunito un manipolo di giornalisti e fotografi per assistere alla presentazione del progetto ALLOPERA; presenti oltre a Filippo Vernassa, Direttore artistico del Teatro, Luca Ceretta produttore esecutivo, Alessandro Padovan Direttore Commerciale e Alberto Ronchi, Assessore alla Cultura, sport e progetto giovani della Regione.
Il progetto ALLOPERA rappresenta innovazione e tradizione nello stesso momento: innovazione poiché l’intento è quello di portare “a spasso” per il mondo un intero teatro mobile, con tutti i crismi di un vero teatro stabile ma con la fluida capacità di spostarsi di una compagnia itinerante; tradizione poiché l’Opera è l’arte per eccellenza che il genio italico ha saputo partorire ben quattro secoli fa (come non ricordare “L’Orfeo” di Claudio Monteverdi, 24 Febbraio, 1607?) e di cui ancora vanta una grande qualità. L’idea di portare l’opera al di fuori dei teatri canonici, reca il vantaggio di raggiungere anche quei numerosi spettatori che per molteplici ragioni non possono fruire di un teatro d’opera.
ALLOPERA la cui compagnia e il suo teatro mobile, riesce al contrario, a raggiungere le più disparate località, fa sì come non sia quasi più lo spettatore a recarsi a teatro, ma come sia il teatro stesso a recarsi da lui. Con i suoi 14×12 metri,un declivio del 3% e con tanto di fossa delle anime (la buca d’orchestra) in grado di ospitare una quarantina di musicisti; il boccascena progettato dalla scenografa Leila Fteita, che riproduce fedelmente un palcoscenico come quello dei tipici teatri “all’italiana” del secolo d’oro del melodramma, con tanto di sipario scarlatto e frangia dorata, dona la sensazione di un vero teatro in tutti i sensi. La rapidità poi con cui viene allestito il tutto (meno di otto ore!) conferisce snellezza e rapidità al progetto.
ALLOPERA si contraddistingue poi per un ulteriore aspetto “democratico” (anche nei costi del biglietto! N.d.r.) poiché l’intento è quello di portare “l’opera” verso anche un pubblico non così abituato a questo genere di spettacolo, per tanto il fulcro e l’interesse è l’opera stessa nella sua bellezza e totalità, non tanto o solo per l’interprete, o la direzione o di una data griffe artistica.
Un curioso aspetto quasi brechtiano questo, se- come l’ha compreso chi scrive- è che a teatro non ci si va tanto o solo per sentire il soprano X che interpreta Rosina, o il tenore Y nei panni di Almaviva, quanto per l’opera tout court e il genere musicale, l’opera quindi, nella sua olistica bellezza: spartito, orchestra, cantanti, direzione, scene, regie e costumi.
Se queste sono davvero le intenzioni, l’iniziativa sarà certamente premiata dalla risposta che il pubblico saprà dare. La scelta di portare il “Barbiere di Siviglia” di Rossini, sarà senz’altro apprezzata poiché nonostante i suoi quasi due secoli, l’opera è estremamente godibile, divertentissima e con una musica molto trascinante, in grado di essere apprezzata anche da un orecchio poco allenato in questo genere musicale. Non di secondaria importanza la qualità dei cantanti, sebbene gli interpreti siano artisti giovani sono comunque preparatissimi e scelti dopo una severa selezione.
La regia è di Aldo Tarabella, la direzione invece del M.ro Daniele Agiman, orchestra e coro di ALLOPERA.
Un altro aspetto da non sottovalutare, è la cornice offerta da Sala Europa: il teatro gode infatti di un’acustica eccellente, la struttura stessa consente un’ottima visione da qualsiasi parte della Sala, la cui capienza ne decreta quella di teatro più grande della Regione.
Largo quindi verso la biglietteria!
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