A 10 voci vi sveliamo tutti gli aspetti e tutte le curiosità possibili sul mito di Barbie: dalla storia al glamour, dal fashion alla vita privata, dal make up al wedding, dalle attrici alle cantanti, (passando attraverso i musical, il teatro o il cinema…), e di tutti i personaggi che hanno amato, interpretato, vestito e svestito il mito di Barbie. Tutto quello che vorrete conoscere, sapere, approfondire o ricordare prima di andare a vedere la mostra Barbie The Icon al Vittoriano di Roma.
Politically correct or not? L’espressione occidentale spiegata in pillole sociologiche
by Claudia Polo
Barbie non è una bambola bensì il simbolo dei simboli. Essa ha incarnato i sogni, i transfert e i cambiamenti che hanno attraversato il mondo in questi 56 anni di vita.
Barbara Millicent Robert – questo il suo vero nome – nasce già grande, non ha dei genitori, non ha una vita da mamma e sin dagli albori è una donna in carriera che tiene con cura ai suoi spazi vitali ed è per questo che Ken sarà il suo compagno, non suo marito.
Barbie è un’icona culturale sociale, antropologica, capace di abbattere tutte le frontiere; parlare di Barbie è riferirsi ad un territorio di sperimentazione precoce in cui chi la possiede ha la facoltà di poter scegliere, a partire da cosa indossare, al lavoro da fare, alla vita da condurre ed è per questo che l’aspetto di ogni bambola “customizzata” oscilla pericolosamente tra come vorremmo essere e come ci vorrebbero gli altri. Unico giocattolo diventato “qualcosa” in cui identificarsi in cui proiettare tutte le emozioni, le sensazioni di quella che poteva essere una donna adulta. Oggetto di studi enciclopedici per la sua complessità piuttosto ambigua intrisa di simboli Barbie, lungi dall’essere politically correct, è una sublime espressione della «cultura occidentale che oggettifica le persone e personalizza gli oggetti», per dirla con le parole della sociologa e antropologa americana Camille Paglia. Barbie non muta: il suo aspetto è sempre giovane, non teme il cambiamento anzi segue l’onda ed è per questo che fra le più di 150 varianti che ha interpretato si è passati oggi ad una smaterializzazione del prodotto. I sogni di una bambina del XXI secolo non possono essere più imprigionati in una scatola – quale era la Pink Box – ora, nell’era del digito ergo sum, forma perfetta del nostro essere contemporaneo, il punto è stare al passo con i tempi conquistando il cyberspazio. Barbie è un sistema di rappresentazione sociale, e come lei ogni giocattolo è simbolo dei valori dell’epoca in cui è datata. Il sociologo Roland Barthes affermava che i giocattoli rappresentano un microcosmo adulto, nel quale i fruitori – i bambini- fanno semplicemente uso di ciò che hanno senza far intervenire la propria creatività così da farsi proprietari di una realtà che gli viene presentata “bella e fatta”, senza così sviluppare la fantasia e sicuramente la Barbie ha contribuito all’avanzare di questo processo.
Barbie: Non chiamatemi bambola!
Cosa accadde di più importante della mia nascita nel 1959? Sono stata concepita con il mio famoso costumino a strisce bianco e nero, sono nata già adulta nel cuore di una bambina di cui ho preso il nome, il suo diminutivo era Barbie e grazie a lei ho avuto un guardaroba illimitato ed una vita da star.
Hanno detto di me che sono stata l’archetipo femminile delle bambine, un modello di perfezione, ma non ne sarei tanto convinta, penso piuttosto di aver fatto parte dei sogni di milioni di ragazzine che desideravano qualcuno che incarnasse le loro storie, i loro desideri, la loro fantasia. Sono stata accompagnata da Ken, quel giovanotto biondo e muscoloso che ho conosciuto nel 1961, per 41 anni della mia vita fino a quando non ho preso una cotta per il bellissimo surfista australiano, Blame. Ma non rimpiango nulla della mia vita e come potrei? Ho avuto una meravigliosa carriera cambiando 180 lavori, sono stata arruolata nelle forze armate nel 1989, il mio motto è sempre stato “I can be”. Nel 1980 per la prima volta sono diventata nera ed è allora che nasce la mia nuova vita nel mondo, con la collezione “Dolls of the world“. Ecco perché sul mio passaporto si contano molteplici nazionalità. Ho calcato le passerelle dei più famosi stilisti che hanno creato delle collezioni su misura per me, da Chanel a Karl Lagerfeld, etc.
Christian Lacroix mi ha definito eterna, l’incarnazione stessa della moda, “sempre al passo con le ultime tendenze” per questo sono intramontabile. In realtà io sono sempre la stessa, anche se con il tempo sono cambiata, il mio giro vita si è allargato, le proporzioni del mio corpo sono cambiate, e anche la forma dei miei occhi, per non parlare della mia bocca che negli anni ’90 ha sfoggiato un meraviglioso sorriso. C’è chi mi ha definito musa perché ho ispirato molti artisti, tra cui il costumista hollywoodiano Bob Mackie che dal 1991 in poi disegnò un’intera collezione per la mia interpretazione dei famosissimi musical di Broadway, tra cui Moulin Rouge. Chiunque utilizzi il mio colore, Pantone Rosa n.219 deve pagarmi i diritti, ma ammetto che adoro anche il nero, tanto che nel 2010 appaio nella Black Collection di Mattel Italia, con tutti abiti neri di taglio diverso. C’è forse ancora qualcuno che ha il coraggio di definirmi una bambola bionda e senza cervello? Quando fui creata la Mattel mi presentò come una “teen-age fashion model“, ma ora chi ci crede più. Sono una femminista troppo glamour perché si accorgessero di quanto fossi impegnata nella carriera e nei mie mille viaggi, sempre legata alla famiglia e alla mia enorme casa.
Non sono mai stata ufficialmente sposata ma nel 1998 ho avuto la fortuna di indossare un abito firmato da Vera Wang. Nel 2011 mi sono finalmente riappacificata con Ken, il mio amato compagno, cosa volere di più dalla vita se non occupare ancora un posto nei vostri cuori.
Se c’è qualcuno che non mi ha amato non significa che ha avuto un’infanzia difficile, potete ancora recuperare. Proprio a voi svelerò un piccante segreto: i miei natali non sono stati così aristocratici, sono stata salvata per caso da un destino crudele, il mio corpo era stato modellato inizialmente come oggetto del desiderio maschile, uno spregiudicato giocattolino sexy. Ora guardatemi, quanta strada che ho fatto, c’è chi mi chiama icona di stile perché ho cavalcato lo spirito di tutti i tempi interpretandone lo stile, alle volte anticipandolo ma sempre con la mia personalità, con la mia visione del mondo, sfrontatamente positiva. Se siete quelle bambine che hanno messo su di me il primo costume sgambato negli anni ’60, in un’epoca in cui il costume intero ancora era molto casto, osando; oppure magari avete giocato con me negli anni ’70 o, ancora, siete state le madri che compravano alle figlie la loro barbie multiculturale negli anni ’80 e le avete viste crescere così allegre ed infine siete proprio quelle figlie che poi sono cresciute e hanno preferito arricchire di più il loro guardaroba che il mio, insomma il mio appello è a tutte voi: venite a trovarmi! Sono a Roma, fino al 30 ottobre al Complesso del Vittoriano, dove hanno allestito, in perfetto stile Barbie, una mostra in mio onore (per ogni informazione potete chiedere di me a questi contatti: www.ilvittoriano.com – infoline 06/8715111), vi aspetterò in tanti. Ho preparato una miriade di sorprese come i vecchi tempi, conoscerete cose di me che nessuno vi racconterà e, immancabile, troverete ad accogliervi uno spazio caldo, una porta rosa che porterà nella mia casa, per presentarvi la mia immensa famiglia, le mie sorelle da Skipper (1964) a Shelly (1995), mio fratello Todd e le mie celebri cugine. Perché diciamoci la verità: ho vissuto meravigliose avventure, tra cui essere “Live Action Barbie” nel 1971, a due anni di distanza dal concerto di Woodstock, ma il posto più bello dove mi è piaciuto abitare è stato la vostra immaginazione, ricca di fantastica creatività.
Barbie e la sua storia
Andiamo a conoscere da vicino la storia di Barbie, la celebre bambola della Mattel che ha saputo rappresentare 50 nazionalità differenti.
by ESilvestri
Il 9 Marzo del 1959 nasce Barbie, icona indiscussa di stile. Da quel giorno la “fashion doll” lanciata sul mercato da Ruth ed Elliot Handler non ha smesso di cambiare, di trasformarsi e di saper rompere ogni tipo di barriera culturale, sociale ed antropologica.
Barbie ha saputo far crescere le ambizioni e la fantasia di tutte le bambine del mondo, dimostrando che niente è impossibile. Nelle vesti di dottoressa, di astronauta e di calciatrice la celebre bambola ha incantato milione di piccole sognatrici alternando 156 diverse professioni.
Come una vera ambasciatrice degli usi, dei costumi e delle culture di tutto il mondo, Barbie ha rappresentato 50 nazionalità differenti. A partire dagli anni Sessanta la celebre bambola ha sottolineato l’importanza del valore multirazziale, superando barriere linguistiche, culturali, sociali ed antropologiche.
E’ il 1964 quando la prima Barbie giapponese viene proposta sul mercato con la collezione Barbie&Ken Travel Costumes, successivamente è la volta dell’Olanda, poi della Svizzera, infine del Messico. Arriviamo al 1980 ed è finalmente il momento di black Barbie, dagli occhi castani e dai capelli ricci e voluminosi, come a significare il vento di cambiamento che sta sconvolgendo il mercato. Dopo questa storica svolta, viene creata una nuova collezione chiamata Dolls of the world, dove in maniera continuativa la bambola rappresenta da ogni punto di vista le caratteristiche etniche e i costumi tradizionali di svariati paesi. Ghana, Argentina, Italia, Svezia, Russia, India, e poi ancora Corea, Cina, Algeria, Germania ed Hawaii, Barbie arriva in quasi ogni parte del mondo con la sua voglia di cambiare, di innovare, di reinventare.
Ieri come oggi è l’oggetto del desiderio di molti, un simbolo e un’icona per tutti.
In mostra al Vittoriano di Roma, la compagna di giochi ideale vi aspetta fino al 30 Ottobre
Barbie The Icon in mostra al Vittoriano
Barbie loves make-up
Non solo abiti sempre alla moda, carriere di successo e feste da sogno, Barbie é anche e soprattutto la chioma biondo platino e il richiamo della femminilitá per eccellenza: pantone numero 219, un tripudio di rosa shocking.
La mostra in corso fino al prossimo ottobre presso il Complesso del Vittoriano ”Barbie The Icon” a cura di Massimiliano Capella, rivela come la famosa bambola di casa Mattel sia cambiata con lo scorrere del tempo per stare al passo delle mode e del mondo.
Nata dall’idea di Ruth Handler nel 1959, Barbara Millicent Roberts per tutti solo Barbie, non ha mai smesso di dettare tendenza come negli abiti cosí nello styling.
Leggendari i suoi capelli sempre ”a la page”, con i tradizionali boccoli creati da una macchina da cucire speciale chiamata Dolly poi tagliati e pettinati da professionisti al fine di creare gli stili piú chic e rispecchiare le acconciature dell’epoca di appartenenza. Inizialmente neri diventano poi iconicamente chiari, in filato sintetico e disponibili in sette tonalità di biondo.
A testimoniarne l’importanza e l’interesse per lo styling, da una ricerca di mercato emerge che uno dei personaggi della linea piu venduto e stata la ”Totally hair Barbie”, con capelli acconciabili lunghi fino ai piedi, distribuita nel 1992.
Un’attenzione particolare va poi al trucco che, come gli abiti e i capelli, segue i dictat modaioli temporali sfoggiando pesanti eye liner negli anni ’50, esplosioni di colore per le Barbie sessantottine e accostamenti fluo spregiudicati in puro stile Madonna nel filone degli anni ’80.
Piccoli dettagli che rendono una bambola quanto piu possibile vicina alla realtá, aprendosi cosí ad un mercato che fa della cosmetica di Barbie un vero impero. Make up giocattolo e saloni di bellezza di ogni sorta, anche virtuali, offrono alle bambine la possibilitá di somigliarle divertendosi e il potere di trasformarne l’aspetto per ogni occasione.
Una fetta di mercato che non passa inosservata nemmeno dalle grandi case cosmetiche che piú volte vediamo accostare il look di Barbie a specifiche linee, spesso dominate dal colore rosa o da mood iperfemminili. E’ il caso di Sephora con ”Barbie loves Stila” e la collezione ”Barbie loves Mac”, entrambe lanciate nel 2009 in occasione della celebrazione per i 50 anni della bambola.
In fondo, per raccontarla con le note dell’omonima canzone degli Aqua..
”Imagination, life is your creation.”
Moda e stile con Barbie: un tuffo nella storia di alcune firme di prestigio che hanno rivoluzionato la moda a livello internazionale.
by Giada Russo
In occasione della mostra “Barbie The Icon” al Complesso del Vittoriano a Roma è possibile immergersi fino al 30 ottobre nelle origini della bambola più famosa al mondo, seguendo poi diverse sezioni che ne riproducono il percorso di crescita fino ai tempi moderni.
La Barbie Doll è sempre stata molto più di un giocattolo ed ha subito un’evoluzione sempre in tendenza con lo scenario storico in cui era calata. Tra le tante ispirazioni, negli anni ’90 inizia a far capolino l’idea di far conoscere anche alle nuove generazioni i modelli storici che hanno segnato indiscutibilmente la moda, e proprio nella sezione “Da Teenage Fashion Model Doll a Fashionista” è possibile ammirare Barbie con indosso il prezioso tailleur Bar, icona del New Look di Christian Dior, realizzato nel 1997 fin nei minimi particolari: dalla giacchina in shantung color crema a falde arrotondate, alla gonna plissettata e svasata lunga fino alle caviglie; dal capello in paglia ai guanti neri, ed è persino corredata di collana in perle, mutandine nere, calze e giarrettiere. La riproduzione ispirata a Dior continua con un modello composto da una giacca ed una gonna lunga di broccato rosso metallizzato, impreziosito da perline, strass e abbinato ad un paio di orecchini con foglia d’oro, realizzata nel 1995 in limited edition. Un’altra importante riproduzione è quella di un abito da sera nero e sottile del 1956 di Givenchy, stilista glamour ed elegante, famoso per essere stato indossato dalla sua beniamina Audrey Hepburn.
Elegante, chic, raffinata ma soprattutto sofisticata, la Barbie Doll veste le firme in maniera straordinaria, regalando emozioni non solo agli appassionati di moda ma anche a chi vuole conoscere lo stile indimenticabile di grandi artisti visionari, che con il loro coraggio hanno contribuito alla crescita dell’Haute Couture.
Barbie Moda
Barbie, the new fashion doll
Quando si parla di moda, la Barbie è sempre in prima fila. Fin dalla sua nascita, nel 1959, ha letteralmente vestito i panni di una fashionista, attenta alle tendenze, elegante e legata a doppio filo alla realtà sociale che la circondava. E’ molto di più, infatti, di una semplice bambola di plastica a cui cambiare i vestiti e pettinare i capelli, è un’istituzione, un’icona che ha caratterizzato l’infanzia di innumerevoli donne.
La sua diffusione, il valore antropologico e sociale di cui si fece diretta portatrice e il legame indissolubile con la moda hanno portato alcuni tra i più grandi stilisti a prestarle il loro stile e i riadattamenti delle loro creazioni, rafforzandone l’immaginario e il potere comunicativo. Dagli anni Ottanta ad oggi marchi del calibro di Calvin Klein, Ralph Laurent, Missoni, Moschino, Fendi, Ginvenchy e molti altri hanno saputo consacrarla definitivamente nel mondo del fashion che si rispetti, facendo parallelamente presa sulle future leve/clienti del sistema moda.
Barbie si trova, così, ad indossare l’eccellenza e l’irriverenza del Made in Italy, il luxury sportswear americano e l’Haute Couture francese, perché per una donna indipendente e di tendenza niente è impossibile.
Nemmeno vestire letteralmente i panni di uno dei massimi esponenti dello stile contemporaneo come Karl Lagerfeld, che poco tempo fa ha dato vita ad una Barbie a sua immagine e somiglianza, o come la bambola in versione Versace con chiari riferimenti all’immaginario femminile della griffe e alle caratteristiche estetiche del direttore creativo Donatella Versace.
Un’icona di nome, di fatto e di abito, che ispira le menti anche dei più grandi creatori di moda, portando questa ad un nuovo livello ludico ed immaginifico, e che non smette mai di modificarsi restando sempre fedele a se stessa.
L’impronta di Barbie nel teatro e nella musica
by Elisa Diana
Barbara Millicent Roberts, ossia Barbie, non è solo una bambola, ma è divenuta un’ icona, poiché da ben 56 anni rispecchia e interpreta le evoluzioni culturali sociali del mondo intero. Barbie debutta alla fiera del giocattolo di New York Con un look che rispecchia il fascino sofisticato delle dive degli anni 50, come per esempio Elizabeth Taylor, Marylin Monroe, Alessandra Dee. Corpo pettinatura indicata rispettano i canoni di bellezza femminile dell’epoca: smalto e rossetto rosso, eye-liner nero ed espressione sofisticata, corpo declinato con seno prosperoso, vitino da vespa e gambe ben tornite. I capelli sono raccolti a coda di cavallo, caratteristica che darà il nome alle bambole prodotti in questi anni: Ponytail. Il busto non ruota e le articolazioni non sono snodate. Nel 1962 Maria Callas e Marylin Monroe sfoggiano una vaporosa acconciatura cotonata alla festa per il 45º compleanno di Kennedy, e così fu creata Barbie che indossa il modello corrente Red Flare e Pill Box ispirato Jackie Kennedy e alla sua acconciatura cotonata. Tra il 1961 e il 1963 , Audrey Hepburn, recitando nel film Colazione da Tiffany, viene poi rappresentata in Barbie con l’outfit Black Magik Ensemble. Nel 1966 sulle piste da ballo imperversa il twist, è la volta di Twist’N Turn Barbie, snodata alla vita sfoggiando una nuova espressione facciale, con make up più leggero ciglia “vere” e lucenti capelli lisci, ispirata la modella inglese Jean Shrimpton. A New York viene presentato il Musical “Hair”, mentre a Washington si marcia della pace. Nello stesso anno Paco Rabanne debutta nell’alta moda sconvolgendo molti con l’utilizzo di nuovi materiali metallici, lucenti e plastici che contrastano fortemente con la pelle, nel film “Due per la strada” Audrey Hepburn indossa un abito in maglia metallica proprio come quello disegnato da Paco Rabanne E nel 1967 questa tendenza viene rappresentata con Barbie con l’outfit intrigue. Durante gli anni 70 Barbie, ancora una volta riesce a segnare un cambiamento epocale: a due anni di distanza il grande concerto evento di Woodstock, Barbie indossa pantaloni a zampa di elefante, stile figli dei fiori. Nel 1973 Elvis Presley si esibisce per la prima volta all’International Center di Honululu. La grandissima passione di Elvis per le Cadillac non era certo un segreto e sulla scia della California Car Culture, nel 1977 Barbie si mette alla guida di una decappottabile rosa Star ‘Vette. Proprio in questo anno, nel 1977, Barbie cambia ancora espressione facciale riprendendo i tratti dall’attrice Farrah Fawcett, attrice protagonista della popolare serie televisiva Charlie’s Angels. La forma del viso, gli occhi, la bocca (che si apre in un sorriso) il design del corpo e il suo nuovo style è stato affidato a Joyce Clark, proprio mentre scomparivano le leggende della musica Maria Callas e Elvis Presley nasce Superstar Barbie. Nel 1978 esce il Film-Musical Grease, con oliva Newton-Jhon e Jhon Travolta, ma solo nella 2004 nel 2008 barbie celebra le pink ladies di Grease. Nel 1980 sotto l’ondata della popolarissima serie televisiva Dallas, Barbie e il suo stile vengono influenzati dal country e lo stile texano con Fashon Jeans Barbie con stivaletti rosa o sneakers bianche. Stili amati e osannati da Marlon Brando e da James Dean, come simbolo delle ribellioni giovanili prendendo in considerazione il Jeans, primo capo di abbigliamento globalizzato e unisex. Il 1984 è un periodo caratterizzato dalla tendenza portata da Jane Fonda, della ginnastica aerobica che incoraggiava le donne di mezzo mondo indossare coloratissimi scaldamuscoli a fare ginnastica a ritmo di disco dance. Nel 1986 BillyBoy disegna per Mattel la sofisticata Feelin’Groovy Barbie e nel frattempo Andy Warhol presenta il suo ritratto di Barbie a New York. Barbie viene considerata un’opera d’arte. Gli anni 80, Sono caratterizzati anche dalle Rock Bands chiassose ed esaltate come per esempio i Depeche Mode, Spandau Ballet, Duran Duran, Madonna, Guns N’Roses. Ragazzi e ragazze di tutto il mondo ascoltano e imparano a memoria le loro canzoni imitando il loro stile spettinato e utilizzando elastici in stoffa arricciata e leggings. La Mettel lancia sul mercato Barbie & the Rockers, una vera e propria Band glitterata in stile anni ’80, con tinte fluorescenti e spalline imbottite. Nel 1991 il costumista hollywoodiano Bob Mackie disegna una nuova linea di Barbie Dolls da collezione, con un guardaroba ricercatissimo è una nuova definizione del volto con labbra chiuse e più carnose, esce Bob Mackie Gold Barbie. Nel 2004 Barbie e Ken si lasciano dopo 43 anni di convivenza. Barbie incontra il surfista australiano Blaine, il cui modello si ispira nuovi idoli delle boy band giovanili, come Nick Carter dei Backstreet Boys. Nasce la serie Barbie Fashion Fever. Nel 2006 Barbie sfoggia un modello disegnato da Valentino e indossato da Julia Roberts in occasione della notte degli Oscar 2001. Nel 2010 la Mattel rende omaggio alla regina del soul bianco, Amy Winehouse e ad altri fantastici autori come per esempio Shakira, Jennifer Lopez e molti altri.
La bambola Barbie incontra il Cinema
Barbie, la bambola più famosa del mondo diventa anche icona del Cinema
E’ il 1959, quando per la prima volta nasce un’icona di plastica; la più celebre bambola al mondo firmata Mattel: Barbie. Ed è proprio in virtù di questo suo status riconosciuto in tutto il mondo che ha visto l’inizio di una magnifica esposizione, Barbie The Icon arrivata anche a Roma al complesso del Vittoriano, Ala Brasini, a Piazza Venezia e che si prolungherà fino al 30 ottobre 2016. La mostra, presenta collezioni di straordinaria esclusività e storicità: dalla prima Barbie stile anni 60 in un costume da bagno a righe bianco e nero fino alla Barbie dei giorni nostri e ancora, dalle cantanti, alle Barbie Royal, alle Barbie firmate dai più celebri stilisti (Moschino, Versace, Dior, Calvin Klein etc) e dulcis in fundo alla quinta ed ultima sezione dedicata alla Barbie Divas omaggiando le più grandi star del cinema.
Chi non ha visto almeno una volta i film di James Bond o il colosso del cinema americano Titanic o ancora le grandi eroine Wonder woman e Cat woman? Ed è proprio qui che la Barbie omaggia queste dive del cinema impersonificando le bellissime attrici Halle Barry, Ursula Andres e Jane Semour dell’ agente 007, una collezione di Antonio Russo e Kate Winsley di Titanic, collezione di Mario Paglino; una Barbie come non l’avevamo mai vista prima e che non ha paura di mostrarsi anche in queste vesti. E andando avanti per i corridori della mostra il nostro sguardo non può non cadere anche sul famosissimo film/musical Grease in cui la Barbie diventa Sandy, Francy e Rizzo doll, una Barbie divertente da ragazza pon pon a ballerina da fine anni 70; e ancora la Barbie diventa anche Dorothy, la protagonista del Mago di Oz e King Kong Barbie, remake del 2005 dal tratto horror in cui la bambola diventa la bellissima attrice Naomi Watts. E per finire Barbie si presenta anche nelle vesti di uno dei più celebri film di Hichcock del 1960 “The Birds” con addosso i terribili uccelli neri, protagonisti del film.
Barbie The Icon, il percorso espositivo, prodotta da Artemisia Group e 24 ore Cultura in collaborazione con Mattel e curata da Massimiliano Capella, ha presentato Barbie in tutte le sue trasformazioni estetiche, sociali e culturali di oltre mezzo secolo di storia, avendo avuto il privilegio di resistere in tutti questi anni (56 per l’esattezza), attraversando epoche e culture diverse e rafforzando sempre di più la sua identità di Icona internazionale nella moda, nella società e nella cultura.
Barbie cinema
Barbie Divas: un’icona che interpreta le icone
Oggi, a 56 anni di vita, una mostra itinerante “Barbie. The icon” celebra questo mito.
La mostra, precedentemente esposta a Milano e a Parigi, si trova attualmente a Roma presso l’ala Brasini del Complesso del Vittoriano.
Essa si divide in cinque sezioni: Semplicemente Barbie, Da Teenage Fashion Model Doll a Fashionista. Una bambola di moda, I can be. Barbie Careers, Barbie Family e Barbie Divas.
Quest’ultima sezione ci mostra lo stretto legame che Barbie ha sempre avuto con i personaggi del suo tempo: da Vivian Leigh a Elizabeth Taylor, da Grace Kelly a Marilyn Monroe ed Audrey Hepburn.
Per non citare incone della musica e dello spettacolo, quali Cher, le Bond girls storiche, Farah Fawcett e molte altre ancora..
Le Barbie Divas sono copie in miniatura perfette delle diverse dive del passato.
Il volto, gli accessori, i costumi.. Ogni dettaglio viene curato e riprodotto nei minimi particolari.
Tra i più memorabili troviamo gli abiti di Audrey Hepburn nei panni di Eliza Doolittle in “My Fair Lady” (i cui costumi originali furono creati dal geniale Cecil Beaton), quelli di “Sabrina”, della principessa Anna di “Vacanze Romane” (film che segnò l’inizio della Hollywood sul Tevere) e infine gli abiti di Holly Golightly in “Colazione da Tiffany”, con il celebre tubino nero creato per lei da Hubert de Givenchy.
Di Marilyn Monroe possiamo ammirare alcuni degli outfit, che l’hanno fatta passare alla storia, come quelli del musical “Gli uomini preferiscono le bionde”, “Come sposare un milionario” o il celebre abito bianco plissettato di “Quando la moglie é in vacanza” (reso famoso dallo scatto in cui la gonna di Marilyn si solleva al passaggio della metropolitana).
La mitica Grace Kelly ci appare algida nei panni della musa di Hitchcock in “Caccia al ladro”, in quelli dell’aristocratica del film “Alta società” o nel suo celeberrimo abito da sposa, che indossò per il matrimonio col principe Ranieri di Monaco e che la consacrò come la principessa Grace.
Imitatissimo da molte celebrità, la più nota é forse Kate Middleton che ne indossò uno simile per sposare il principe William d’Inghilterra (e di cui si trova anche una riproduzione all’interno della mostra).
Infine troviamo la diva per eccellenza, Elizabeth Taylor, candida in bianco per il film “Il padre della sposa” e maestosa in un abito d’oro di quello che forse fu il suo ruolo più celebre, “Cleopatra”.
E’ in questo modo che Barbie, icona della sua epoca, ha voluto omaggiare le grandi dive, che sono state le icone del loro tempo..
Royal Wedding
by Elena Silei
Nel 2003, 2004, 2005 vengono prodotte le Barbie di Maria Antonietta, della Regina Elisabetta I e dell’Imperatrice Josephine, le tre bambole indossano vestiti ispirati ai loro più famosi ritratti storici che ci sono giunti. Maria Antonietta rispecchia il dipinto di Élisabeth Vigée-Le Brun, con tanto di rose di porcellana in mano, Elisabetta I indossa un abito ispirato al The Ditchley Portrait con elaborati gioielli e una corona dorata che rendono l’idea della sua sofisticata e regale eleganza, l’Imperatrice Josephine un abito in raso ricamato d’oro con un mantello di velluto rosso orlato di pelliccia di ermellino, come nel ritratto dipinto da Robert Lefévre. Nel 2008 esce anche la bambola Caterina de’ Medici rappresentata con l’abito delle sue nozze; e sempre in tema di matrimoni nel 2012 sono state celebrate le nozze reali del secolo: il Principe William va all’altare con Catherine Middleton, la Mattel non poteva che celebrarli con due bambole che li ritraggono nel loro giorno più bello.
La vera Barbie in realtà non si è mai sposata, ma indossa favolosi abiti da sposa da sempre. Infatti la prima volta che barbie si veste per l’altare è lo stesso anno della sua nascita, il 1959, quando teenager fashion model Barbie doll indossa wedding day, un abito da vera diva con corpetto e ampia gonna rivestita in pizzo. Negli anni ’60 questo genere di abiti si rifanno ai rigorosi tagli sartoriali, negli anni ’70 seguono lo stile Vintage e negli ’80 esplodono di perline e lustrini, pizzo e volume. Poi la bambola attraversa gli anni 90 con abiti sempre più ricchi di particolari e approda nel nuovo millennio: fashion designer di fama planetaria la vestono con le loro creazioni matrimoniali, fra questi ci sono nomi come Vera Wang, Carolina Herrera e Lorenzo Riva.
Articolo collettivo realizzato dagli studenti del Master di ‘Comunicazione e Marketing per la Moda’ dello IED di Roma.
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Ottimi interventi. Tutte brave. La miniaturizzazione della barba-modella-modaiola è un feticcio molto interessante. Devo rileggermi le vostre argomentazioni. Per il momento tutto molto interessante.