Chi è Tony Fiume? Breve storia della rinascita del Sud.

Chi è Tony Fiume? Breve storia della rinascita del Sud.

Abbiamo intervistato Tony Fiume, e ci ha parlato di Africa, di moda e del suo futuro.

L’esempio del sud coraggioso e avventuroso arriva da Arzano, un paesino della provincia di Napoli,  con il racconto di un giovane che con tenacia e con la volontà di restare nella terra natale ma di espandersi in Cina, Medio Oriente e Africa, riesce oggi a raccontare una bella storia che regala tanta speranza per il futuro. Stiamo parlando del giovanissimo Antonio Fiume da sempre per tutti semplicemente Tony. Ci sono giovani che si buttano giù o che vanno via, altri invece che ci provano e finiscono per farcela. Ci sono idee che diventano realtà e sogni che diventano  imprese.

La storia di Tony Fiume rappresenta l’esempio di un Sud che funziona e che scommette sul futuro. Nel sangue di Tony certo scorre l’amore per l’artigianato di qualità per la Moda. Una passione trasmessa dai genitori che hanno dedicato la loro vita alla realizzazione di calzature di altissimo pregio per grandi firme come Ferragamo. La loro storia imprenditoriale nasce, in un sud che neppure conosce l’arte del calzaturiero, quando i portabandiera del made in Italy del calzaturiero erano collocati tutti, o quasi, in Toscana. Ma ad Arzano, un paesino della provincia di Napoli una coppia molto affiatata nella vita così come nel lavoro, Vincenzo ed Anna, con impegno ed abnegazione lavoravano le scarpe ed in particolare i mocassini, punto di forza della loro produzione destinata ai mercati internazionali. Nel tempo, la stessa passione è stata trasmessa anche al giovane Tony,  che poco più che ventenne, nel 2012, eredita l’esperienza ultra trentennale dei genitori.

Tony scommette di investire al Sud e persino in Africa cominciando da Dakar non solo capitale del Senegal  ma anche della moda del West Africa.

Una sfida vinta, al punto tale di divenire riferimento per il piccolo artigianato di altissima qualità. La creazione di un nuovo marchio, Roi Riviere,  lancia sul mercato internazionale nuovi prodotti che in poco tempo si sono affermati ed ora consentono alla piccola impresa artigiana di occupare anche una  ventina di operai. La produzione calzaturiera, effettuata interamente all’interno del laboratorio di Arzano, dal taglio dei pellami, alla giuntura delle tomaie, alla stiratura dei mocassini alle rifinitura, segue un rigido protocollo qualitativo che garantisce alle calzature prodotte da Roi Riviere di entrare a pieno titolo tra i produttori d’eccellenza del napoletano. Insomma, ci sono sogni che diventano  realtà. E sogno che sta diventando realtà è non solo vendere ma anche produrre in Africa.  Cio’ che guida Tony in questo sogno sono i  principi di una moda etica, il che vuol dire che  gli artigiani africani dovranno percepire  ottime remunerazioni, comparate agli standard locali, e  stimolati al risparmio nell’ottica di pensare al futuro proprio e dei figli, consentendo così  l’acquisto di una casa e l’istruzione scolastica.

Tony che cosa ti ha portato a Dakar?
Sono rimasto affascinato da una recente intervista al “TG2 Insieme” di Nicola Paparusso fondatore di African Fashion Gate l’Organizzazione Internazionale patrocinata dal Ministero dell’Artigianato della Repubblica del  Senegal che promuove la Moda africana nel mondo attraverso le fashion week di Roma, Milano, Parigi, Londra e Dubai ed inoltre difende i diritti delle modelle e modelli neri sulle passerelle internazionali in termini di par condicio tra bianchi e neri.  La mia scommessa è portare i tessuti e le pelli africane nelle  boutiques europee e medio orientali di fascia alta. Mi piace l’idea di mostrare al mondo che in Africa  si confezionano scarpe, accessori e  abiti che per stile e qualità sono pari a quelli europei, infrangendo il pregiudizio che tutto ciò che arriva dall’Africa sia cheap.

Come creativo da dove trai ispirazione?
Faccio solo cose che mi piacciono e che io stessa ho voglia di indossare. Viaggio molto e osservo attentamente le riviste di moda. Seguo le mie intuizioni. In questo momento sto presentando in Italia la mia ultima creatura: una collezione di scarpe e accessori in edizione limitata estremamente curata nel packaging e nella grafica nella quale  in particolare brilla  una scarpa dedicata al grande rapper senegalese Aliaune Thiam in arte Akon che spero incontrare prestissimo grazie all’intermediazione di African Fashion Gate e il grande calciatore senegalese El Hadji Diouf  per proporgli di aderire ad un progetto etico a favore dei giovani creativi e artigiani africani.

Qual è il futuro della moda in Africa?
C’è molta attenzione dentro e fuori dall’Africa. Parecchi Paesi hanno inaugurato i loro fashion week, ma temo che finché non ci saranno strutture in grado di produrre in maniera industriale, sia per i tessuti che per la manifattura, non si potrà parlare di un vero made in Africa.

E qual’è  invece il futuro di Tony Fiume?
Il mio futuro lo sa solo Dio, per quanto mi riguarda cercherò di predisporre le condizioni affinché sia migliore.  Un futuro improntato sull’economia etica, cioè,  guadagnare  creando contestualmente un fondo destinato alle opere sociali in Africa a favore degli stilisti in erba.  Per quanto riguarda il mio brand invece, dopo il successo di Altaroma mi preparo all’appuntamento con Pitti Uomo, con la Milano, con l’Arabian Fashion Week e infine con Parigi alla sfilata di moda che ogni anno organizza African Fashion Gate presso il Louvre e più precisamente nei saloni delle Arti Decorative.

Tony Fiume a Miss Sengal. Come mai?
Ho aderito all’invito di Aminata Badiane patron del concorso più seguito del West Africa e di Nicola Paparusso di African Fashion Gate a vestire le finaliste dell’edizione 2016 e i modelli che sfileranno con loro in un défilé che le vedrà oggetto anche di valutazione per un eventuale contratto di modella. Realizzerò anche la corona per la prima classificata. Insomma porterò un po di made in italy in segno di fratellanza con gli amici del senegal.

La scarpa e le borsa da uomo sono il tuo MUST ma è in procinto di lancio anche una collezione donna. Una scelta dettata dalle esigenze di mercato o da altro?
In primis dal mio amore per la donna e quindi per la soddisfazione che provo nel soddisfare le sue esigenze, poi è ovvio che questa attenzione deve tradursi in vantaggio economico. La scarpa da donna è quell’elemento della  moda femminile  che accomuna veramente  l’uomo e  la donna nell’assunto che poiché  la scarpa  è  l’ultimo indumento di cui la donna si priva prima di fare l’amore o al quale non rinuncia anche durante quei momenti, questo capo è un elemento indispensabile di seduzione. Una grande responsabilità quindi per noi designers, ma anche una sfida intrigante!

Ci sono storie che vanno vissute ed idee che fanno la differenza. Questa la storia del giovane Tony Fiume. Una bella storia di Sud, Napoli e Africa, che permette di guardare con ottimismo al futuro.

E Silvestri

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