Fashion Week, la moda traina l’economia

Ecco un pò di numeri positivi della Fashion Week Milanese: 1,4 percento la previsione di crescita per il 2016.

MILANO – Anche per quest’anno è Milano a confermarsi fulcro centrale per il sistema moda e traino di una filiera che continua a dare un ampio contributo all’economia del nostro Paese e alla diffusione del made in Italy. La presenza stessa, per la prima volta, del premier Matteo Renzi all’apertura della Fashion Week sta a testimoniare l’importanza dell’industria italiana della moda, che attualmente con le sue settantamila imprese – certo non tutte di grandi dimensioni e crescita a due cifre – riesce a dare lavoro ad oltre seicentomila persone.

Un sistema in cui credere, dalla crescita lenta ma pur sempre dal trend positivo. A dimostrarlo, le previsioni per l’intero 2016 che stimano una crescita dell’1,4 percento; un buon risultato se si considera che il Pil italiano è fermo allo “zero virgola”, che per Renzi oscilla tra lo 0,8 e l’1 percento, e per Confindustria rischia di scendere fino allo 0,5 percento nel 2017.

Una previsione di crescita dell’1,4 percento, inferiore di un punto rispetto al 2015, al 2,4 percento, ma rafforzata da un fatturato in crescita che dai 74,4 miliardi del 2013 è passato agli 80,5 miliardi del 2014, è salito agli 82,4 miliardi del 2015 e quest’anno si prevede possa raggiungere la cifra di 83,6 miliardi di euro.

Dall’analisi dei dati dell’ultima edizione di Milano Moda Donna, la Fashion Week organizzata dalla Camera Nazionale della Moda Italiana, a Milano, dal 21 settembre al 26 settembre scorso, e dai risultati dello studio Fashion Economic Trends effettuato nel primo semestre del 2016 si evince che l’industria integrata della moda ha subìto lo stesso andamento altalenante del resto dell’economia nel nostro Paese. Dopo la buona ripresa del fatturato nell’ultimo trimestre del 2015, il 2016 è iniziato in negativo, per poi invertire la tendenza, con una crescita del 3,8 percento nel secondo trimestre, grazie ad una maggiore stabilità nel settore della moda in senso stretto e di una crescita nel settori collegati; mentre per quanto concerne i consumi, alla crescita generalizzata nel primo trimestre, è seguito un rallentamento, e si prevede un netto miglioramento per il secondo semestre.

In occasione della Fashion Week sono stati oltre 6mila gli ingressi registrati presso il Fashion Hub – situato presso l’Unicredit Pavillon in Piazza Gae Aulenti – il 70 percento in più rispetto alla stagione precedente. 3 mila e novecento le presenze presso la Sala delle Cariatidi che ha ospitato 8 sfilate ed 1 evento; mentre sono stati 3 mila e ottocento gli ospiti nella nuova sala di via Savona, durante le 6 sfilate, le 4 presentazioni ed i 2 eventi.

In ambito digitale, si contano oltre 200mila visite del sito della Camera Nazionale della Moda Italiana e più di 40 milioni di interazioni sui social network, in particolare su Instagram e Twitter, dove si è riscontato un andamento crescente.

Il momento più atteso dal fashion system internazionale, come da consuetudine, è proprio quello dedicato alle sfilate della collezione donna, con i suoi due appuntamenti all’anno e una rete di migliaia di operatori del settore che lavorano al perfetto funzionamento della rassegna.

Un indotto, l’industria italiana della moda – dalla moda in senso stretto ai settori collegati dell’occhialeria, gioielleria e cosmesi – che vede una ripresa lenta anche per le esportazioni, finora un fattore di successo per la leadership italiana a livello mondiale, e tuttavia colpite da una crescita modesta nei primi 5 mesi dell’anno (0,9 percento), con l’obiettivo di raggiungere l’1,5 percento fino a fine anno; e l’andamento è altrettanto contenuto anche per le importazioni, con una previsione di aumento del 2 percento quest’anno rispetto al 2015.

Nella classifica delle esportazioni dei primi dieci mercati dell’Ue., nel periodo gennaio – maggio 2016, si registra la presenza di paesi come Cina, Francia, Germania, Giappone, Hong Kong, Regno Unito, Romania, Spagna, Stati Uniti e Svizzera; in particolare, nella moda in senso stretto sono Francia e Germania, in crescita del 3 percento, a ricoprire rispettivamente il primo e il secondo posto per fatturato, seguite dagli Stati Uniti; mentre nel settore collegati dell’occhialeria, gioielleria e cosmesi, sono proprio gli Stati Uniti ad occupare la prima posizione con un fatturato di 785 milioni di euro.

In materia di importazioni, facendo sempre riferimento alla classifica dei primi dieci mercati dell’Ue., nel periodo gennaio – maggio 2016, dove troviamo paesi come Bangladesh, Belgio, Cina, Francia, Germania, India, Paesi Bassi, Romania, Spagna, Turchia, si riscontra un peggioramento nell’intero indotto della moda verso i paesi extra Ue., pari al 4,3 percento.

Si fanno notare solo Cina e Francia. La Cina in perdita del 6,7 percento nelle esportazioni e dell’8,9 percento nelle importazioni rispetto al 2015, tuttavia si colloca al primo posto per le importazioni, con un fatturato di 2.770 milioni di euro, e le vendite nei negozi di abbigliamento continuano a crescere oltre il 6 percento; a seguire la Francia con un fatturato di 1.459 milioni di euro ma una crescita bassa dell’1,5 percento. Sono più contenuti sia nella crescita che nel fatturato Germania, Spagna, Romania e Belgio; e sono solo i Paesi Bassi a registrare una crescita pari al 20,9 percento rispetto al 2015.

Un’analisi dalla quale comprendiamo come solo pochi Paesi stiano riuscendo a mantenere posizioni di spicco; in particolare, Francia, Stati Uniti e Germania per le esportazioni, e Cina e Francia per le importazioni.

Nello scenario globale il tono dominante è quello della lentezza, in linea con una tendenza sfavorevole degli indici di fiducia europei ed americani, probabilmente condizionati dai risultati del referendum sulla Brexit, destinata col tempo ad attenuarsi, con una previsione di ripresa nel quarto trimestre 2016.

Solo nell’ipotesi che non si verifichino incertezze politiche – in relazione alla possibile instabilità politica in caso di esito negativo del referendum istituzionale, quale fattore di rischio interno – si prevede che la crescita del fatturato nel settore moda possa realmente raggiungere gli obiettivi previsti.

Le foto che vedete in gallery sono Piazzale Gae Aulenti dove c’è la sala stampa di Milano Moda Donna e le sfilate di Au Jour Le Jour e Daizy Shely.

Fashion Week

Angela Attolico

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