VIGNOLA (MO) – L’appuntamento di Domenica 12 Febbraio è alquanto atteso perché ad esibirsi saranno due musicisti particolarmente interessanti e che insieme, artisticamente parlando, formano un duo molto affiatato. Il flautista Marco Zoni, primo flauto solista della Filarmonica della Scala di Milano, e Claudio Sanna, un pianista di evidente talento che è già attivo presso l’Ensemble AdM Soundscape saranno infatti a Vignola per un concerto davvero unico. Il programma sfiora la tematica dell’acqua attraverso alcune fra le più significative pagine composte nell’Ottocento e nel Novecento, opere quindi che spaziano dal Romanticismo alla contemporaneità.
La prima parte del programma si incentra sul repertorio tedesco, presentando in apertura le celebri 3 Romanze op.94 di Schumann. Scritte nel 1849, in un periodo creativo di grande intensità dell’autore soprattutto sotto il profilo della produzione cameristica, le 3 Romanze sono particolarmente eleganti. Sebbene in origine Schumann le avesse pensate per l’oboe, la trascrizione per il flauto delle 3 Romanze non ne risente di certo.
Segue poi una delle più note composizioni di Carl Reinecke ossia la celebre Sonata Undine, un brano questo che tratteggia una figura mitologica e sviscera nel contempo il tema della metamorfosi e degli amori impossibili fra creature difformi, un soggetto questo molto caro alla letteratura romantica e spesso riproposto dai vari linguaggi sia da quello musicale, che letterario o artistico. La suggestione dell’acqua ricreata attraverso una musica che si stempera diventando quasi liquida a momenti, crea un ambiente sonoro tale da renderla piuttosto apprezzata sia dal pubblico ma ancor più dai musicisti che affrontano questa sonata.
La seconda parte del concerto consiste invece in un viaggio attraverso le raffinatezze timbriche della prima metà del secolo scorso, con la Ballade di Frank Martin, la Romance di Philippe Gaubert e il dittico Barcarola e Scherzo op.4, scritto da Alfredo Casella nel 1903. In chiusura di programma viene proposta la splendida Sonata per flauto e pianoforte di Francis Poulenc, un’opera che è stata pubblicata dopo un lavoro durato solo un mese e che riflette l’ironia, l’umorismo dell’autore commisti a una velata malinconia.
INTERVISTA A MARCO ZONI
Domenica suonerà con Claudio Sanna, com’è nato questo vostro sodalizio?
Ho incontrato Claudio a Salsomaggiore dove tengo un corso annuale di flauto presso l’Accademia dei musici di Parma, è il pianista accompagnatore della mia classe. Ci conosciamo da qualche anno e fin dal primo momento ho notato un’ottima affinità con lui, un’intesa spontanea ideale per la musica da camera. Trovo sia un ottimo pianista, bravo anche nell’accompagnare i miei allievi a seguirli con tanta pazienza…cosa che non gli manca anche quando suoniamo insieme.
Per Lei che suona in una delle più note orchestre al mondo, quali sono i limiti e le possibilità che questo Le offre?
Non mi sento limitato dal lavoro in orchestra; ovviamente devo sottostare agli impegni e agli orari di lavoro del teatro, tutta la mia attività esterna viene dopo gli impegni che ho in Scala ma non vivo questa cosa come una limitazione, a volte è difficile incastrare tutto ma finora sono riuscito! Da un punto di vista artistico i vantaggi di lavorare in un Teatro come la Scala e con l’Orchestra Filarmonica della Scala sono molteplici: la qualità dell’orchestra prima di tutto, i miei colleghi sono ottimi strumentisti e ottimi musicisti, i direttori con i quali lavoro sono tra i migliori in circolazione, sono a contatto con realtà musicali di prim’ordine e questo costituisce per me un arricchimento continuo. E’ sicuramente una grande soddisfazione suonare alla Scala…e una grande responsabilità!
Cosa invece Le piace di più nel fatto di potersi esprimere anche al di fuori dell’orchestra della Scala?
In realtà l’obbiettivo finale è sempre quello di fare musica. La differenza sostanziale sta nel fatto che in orchestra è il direttore l’interprete e l’orchestra lo “strumento” che ha a disposizione per fare musica. Nella musica da camera sono i singoli musicisti a dare un impronta musicale utilizzando il proprio strumento.Talvolta mi capita di fare anche il solista accompagnato dall’orchestra e in questo caso posso dar sfogo a tutte le mie fantasie musicali anche se mi diverte di più la musica da camera. E’ anche per questo motivo che nel 2011 ho fondato l’orchestra di flauti Zephyrus, un gruppo composto da soli flauti, dal flauto contrabbasso all’ottavino passando per il flauto contralto e flauto basso. Siamo un gruppo di professionisti (amici) ai quali piace trovarsi per fare buona musica, divertirsi con il flauto in mano e divertire chi ci ascolta.
Il repertorio per flauto e pianoforte è piuttosto ampio, ciò nonostante il programma scelto per il concerto di domenica è alternativo (fatta un po’ eccezione per Schumann) rispetto ai classici cartelloni proposti dai teatri. Sulla base di che cosa è avvenuta la scelta?
E’ un programma deciso con Claudio (Sanna ndr) e con il M° Rastelli, direttore artistico degli Amici della Musica di Modena. Si tratta di brani importanti del repertorio flautistico, dalla Sonata di Poulenc alla Sonata Undine di Reinecke. Un programma molto variegato, oserei dire “variopinto”. Mi piace andare alla ricerca del “colore” della musica, di tutte quelle sfumature, emozioni e sentimenti nascosti tra le note che i compositori, nell’atto di scrivere la partitura, che altro non è che un libro, hanno sicuramente vissuto e desiderato trasmettere.
Il programma proposto offre ampio materiale per questa ricerca, Claudio ed io faremo il possibile per trasmettere al pubblico tanti colori e tante emozioni.
Quale autore in generale Le dà maggior soddisfazione interpretare e perché?
Prima di tutti c’è Mozart, tutta la sua musica, sinfonica, operistica e cameristica. Mi affascinano la purezza e la semplicità della sua musica, caratteristiche che rendono difficile il suonarla. Puccini, Verdi, Rossini: è la nostra musica. Ci trovo il calore, la passione, la dolcezza, il dramma, la gioia di vivere e scherzare, particolarità che caratterizzano noi italiani. Richard Strauss (musica sinfonica e operistica), Brahms e Mahler per la corposità del suono e le innumerevoli dinamiche che richiede la loro musica.
Il flauto come la cetra o l’arpa è uno strumento antichissimo che nasce praticamente con l’uomo, Lei trova che i compositori contemporanei dedichino molto, poco o affatto spazio a questo strumento nella loro scrittura?
In genere non è mai troppo lo spazio che si dedica alla ricerca di nuova musica, e il flauto è uno degli strumenti per il quale si sperimenta molto. E’ necessario valutare i risultati che talvolta, ahimè, non sono entusiasmanti. Non apprezzo molto quel tipo di musica che ricerca “l’effetto” dove è sufficiente limitarsi a una buona esecuzione tecnica e di insieme per ottenere il risultato finale. Da sempre la musica è uno dei modi che l’uomo ha per trasmettere sentimenti ed emozioni agli altri, se in un brano manca questo per me è musica “inutile”. Ho apprezzato molto due brani a me dedicati da due compositori, uno per flauto e arpa di Marco Nodari e l’altro per flauto e pianoforte di Matteo Falloni. Molto interessante il brano Apex di Stefano Martinotti per 7 flauti registrati (io ero i “sette flauti”!!!), nastro magnetico e percussioni.
“Il flauto va in cerca del suonatore che va in cerca del flauto.”
(Rabindranath Tagore)
BIO
Marco Zoni, dopo il diploma presso il Conservatorio di Brescia, si perfeziona al Conservatorio Superiore di Musica di Ginevra conseguendo nel 1990 “Le Premier Prix de Virtuositè de Flute avec distinction”; da quasi vent’anni collabora con l’orchestra del Teatro alla Scala di Milano e con l’omonima Filarmonica e nel 2011 ha fondato l’Orchestra di Flauti Zephyrus.
Claudio Sanna, classe 1985, si diploma a diciannove anni al Conservatorio di Sassari con il massimo dei voti; si è perfezionato con pianisti di chiara fama come Pietro De Maria, Andrea Lucchesini, Aldo Ciccolini e Alexander Lonquich. Il suo repertorio spazia dalla musica classica a quella moderna, oltre che alla libera improvvisazione; è attivo anche come compositore e nel 2015 è uscito il suo primo album solistico per l’etichetta svizzera Hat Hut Records dal titolo Ammentos, composto di musiche originali.
INFO
L’ingresso, come per tutti i concerti proposti nella rassegna, è gratuito e viene realizzato con il contributo finanziario del Comune di Vignola, della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e della Regione Emilia Romagna e in collaborazione con la Fondazione di Vignola, che concede gratuitamente in uso la Sala dei Contrari. L’Associazione Amici della Musica di Modena opera senza fini di lucro. Sostegno economico proviene dai contributi di Enti Pubblici e Privati e dalle quote di adesione dei Soci. Tutte le informazioni su contenuti artistici, aspetti organizzativi, modalità di sostegno e di adesione alle attività degli Amici della Musica di Modena sono disponibili all’ingresso della sala.
Per informazioni: tel 3296336877; www.amicidellamusicamodena.it, info@amicidellamusicamodena.it
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