MODENA – Martedì 22 Febbraio alle 21,15 siamo invitati all’evento organizzato dagli Amici della Musica di Modena un altro appuntamento all’interno della rassegna Oggi Concerti. Il progetto propone uno sguardo “contemporaneo” sulle musiche di ogni epoca. Quello però di Martedì non sarà un concerto qualunque, ma il concerto nel quale tutto potrà accadere lasciando forse un po’ di allegro sconcerto nello spettatore più conservatore. Come mai? Merito dell’mdi ensemble.
Considerata una delle formazioni italiane di spicco nell’esecuzione della musica contemporanea, l’mdi ensemble ha lavorato con compositori di rilevanza quali Lachenmann, Gubajdulina e Billone, questo sin dagli esordi, avvenuti a Milano nel 2002 grazie anche al sostegno dell’associazione Musica d’Insieme. Non temendo di rischiare l’mdi ensemble ha spesso scelto di eseguire première di giovani compositori emergenti (leggi “quasi” sconosciuti seppur bravi).
Prestigiosi direttori, a loro volta, hanno scelto di collaborare con l’mdi ensemble. Perché mai? L‘mdi ensemble è artist-in-residence presso il Festival Milano Musica dove resterà fino alla fine del 2017; è ospite delle più importanti istituzioni musicali nazionali ed estere, tra le quali MiTo-Settembre Musica, Società del Quartetto di Milano, Biennale Musica di Venezia, Festival Traiettorie di Parma, Bologna Festival, Festival Présences di Radio France (Parigi), SMC di Losanna, SWR di Stoccarda, ORF di Innsbruck.
Negli U.S.A l’mdi ensemble si è esibito al LACMA di Los Angeles e al Chelsea Music Festival di New York, mentre nel 2008 ha debuttato a Tokyo. Nel 2015 ha poi eseguito in prima assoluta al Ravenna Festival “L’amor che move il sole e l’altre stelle” di Adriano Guarnieri, opera ripresa poi al Festival dei Due Mondi di Spoleto.
Intervista al violinista Lorenzo Gentili Tedeschi dell’mdi ensemble
Quando e per quale ragione avete deciso di intraprendere un percorso musicale attento a ciò che si crea nel nostro tempo?
Quest’anno ricorre il quindicesimo anno dalla fondazione di mdi ensemble, dunque si può dire che sulla carta siamo una formazione già consolidata da molto e che da tempo persegue l’obiettivo di approfondire la musica d’oggi; ma la verità è che lo spirito e l’urgenza di affrontare ciò che viene scritto nel nostro tempo si rinnova ogni giorno, e questi quindici anni sembrano non farsi sentire. Ogni settimana riceviamo nuove partiture, scopriamo compositori di cui non conoscevamo a fondo l’opera o magari riprendiamo musiche che un tempo non ci sarebbero interessate; se vogliamo però risalire alle origini, per averci trasmesso questo entusiasmo dobbiamo ringraziare l’associazione Musica d’Insieme di Milano che, nel 2002, decise di costituire un ensemble di giovani musicisti neodiplomati che poi nel corso degli anni ha intrapreso un percorso autonomo fino ad essere quello che siamo ora.
La musica contemporanea più di altri generi beneficia della rappresentazione dal vivo essendo di per sé piuttosto performativa, (su supporto forse patisce) quanto voi giocate su questo elemento?
Sicuramente la maggioranza della musica contemporanea è scritta con l’intento di essere rappresentata di fronte ad un pubblico, proprio perché gran parte di essa fa della gestualità il suo punto di forza. Il modo in cui viene prodotto un suono può interessare ad uno spettatore tanto quanto il suono stesso. Tutto questo certamente si perde in un CD, che pure è un lavoro interessantissimo perché rappresenta il consolidamento del rapporto con un determinato compositore. Proprio in queste settimane stiamo lavorando alla pubblicazione di un DVD dedicato alle musiche di Helmut Lachenmann, girato con l’aiuto di un regista in modo che lo spettatore arrivi ad “entrare” nello strumento: l’intento è proprio quello di trovare un nuovo punto d’incontro tra ascolto e visione del gesto musicale.
Seguite pedissequamente le istruzioni degli autori, dialogate con loro e vi confrontate come si faceva nel passato oppure “disobbedite”? Quando e quanto invece inserite di vostro?
Il vantaggio di suonare il repertorio contemporaneo è proprio quello di avere a che fare con compositori viventi! Dunque, il confronto è fondamentale sia per confermare ciò che viene scritto sulla partitura sia per chiarire eventuali dubbi, il bello sta proprio nel poter interpellare direttamente l’autore e soddisfarne le esigenze che non sempre possono essere trasmesse solo attraverso la scrittura.
L’altro lato interessante di questo scambio, in cui sì possiamo inserire del “nostro”, si manifesta quando il compositore ha un dubbio strumentale e chiede all’interprete come risolverlo: può quindi capitare che la partitura venga modificata durante una prova in base ai nostri suggerimenti, o magari che venga adattata in base ad un’interpretazione estemporanea ma più convincente dell’originale.
Il programma che martedì proporrete abbraccia oltre mezzo secolo di musica, sulla base di che cosa avete accostato questi autori che sembrano molto diversi tra di loro?
Nell’impostare il programma, abbiamo cercato innanzitutto di proporre musica che sfruttasse il nostro organico a tutto tondo: dunque, si va dallo strumento solo a due pezzi per arco e percussioni, poi un trio clarinetto, viola e pianoforte, un quartetto di palloncini, un sestetto… insomma, abbiamo giocato con combinazioni meno usuali tra strumenti per creare un programma variegato che mantenesse l’interesse alto sin dagli strumenti utilizzati.
Gli autori proposti esaltano le caratteristiche di ciascuna combinazione: “Pression” per violoncello solo è una pietra miliare nel repertorio contemporaneo di questo strumento, mentre l’omaggio a Robert Schumann di Kurtag riprende un organico estremamente caro al compositore tedesco.
Steen – Andersen e Aperghis abbinano a violoncello e violino strumenti a percussioni alquanto essenziali, utilizzandoli come imitazione dei gesti o delle velocità degli strumenti ad arco.
Infine, poiché ci teniamo a presentare laddove possibile la nostra veste cameristica, abbiamo scelto Logos II di Simone Movio perché è un pezzo dedicato al nostro sestetto che abbiamo scelto di eseguire senza direttore, e che riproponiamo sempre volentieri.
Quanto all’Esercizio di Pazzia di Francesco Filidei… beh, direi che il quartetto di palloncini si commenterà da solo!
La ricezione del pubblico di fronte a palloncini, e “incidenti vari” come si manifesta? Applaude o fischia?
Noi ci immaginiamo che il pubblico che viene ad un nostro concerto o è aperto alle novità che proponiamo, poiché ci conosce, o è quantomeno spinto dalla curiosità di scoprire cose nuove: non sempre l’apprezzamento è garantito, ma quantomeno lo stupore sì!
Quando inizia e finisce la “musica” e quando invece subentra qualcosa di diverso?
Se per “musica” si intende qualcosa di opposto al “rumore”, allora è difficile stabilire un confine, specialmente nella musica che proponiamo; se invece ciò che non è “musica” è “silenzio”, allora si può scoprire che anche il silenzio ha mille sfaccettature. Crediamo che il programma di martedì possa fare davvero cogliere queste sfumature e magari farle apprezzare: in fondo suoniamo anche per abbattere i confini delle definizioni. (Anche se ndr) storicamente, già da tantissimo tempo il concetto di “confine delle musica” è stato messo in crisi, (…) culturalmente e socialmente spesso si continua a cadere nell’errore di voler tracciare un confine laddove invece la musica abbraccia orizzonti che non sono così nettamente individuabili. Uno dei compiti di un gruppo come il nostro è proprio quello di cercare di far chiarezza, soprattutto attraverso la dimensione pubblica, a proposito di questo concetto, provando a spostare le orecchie e le menti degli ascoltatori verso territori che normalmente considerano estranei alla musica e alimentando nuovi interrogativi.
Che cosa direste allora a quello spettatore che insiste col dire che “la musica contemporanea proprio non la capisce?”
Che è normale, a volte succede anche a noi! Ma possiamo assicurare, per esperienza di tanti amici che ci seguono, che se si oltrepassa il limite della comprensione, e si prende gusto nello scoprire qualcosa di ignoto, spesso si arriva a gustarsi anche un concerto di musica contemporanea, o comunque a formarsi un orecchio critico per distinguere ciò che è solo provocazione da ciò che è, in fondo, semplicemente musica.
mdi ensamble
INFO
Come per tutti gli appuntamenti della rassegna, l’ingresso è gratuito, anche questo concerto è realizzato con il contributo finanziario del Comune di Modena, della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, della Regione Emilia Romagna e di BPER Banca. L’Associazione Amici della Musica di Modena opera senza fini di lucro. Sostegno economico proviene dai contributi di Enti Pubblici e Privati e dalle quote di adesione dei Soci. Tutte le informazioni su contenuti artistici, aspetti organizzativi, modalità di sostegno e di adesione alle attività degli Amici della Musica di Modena sono disponibili all’ingresso della sala.
Per informazioni: tel 3296336877; www.amicidellamusicamodena.it, info@amicidellamusicamodena.it
Teatro delle Passioni,
viale Carlo Sigonio 382
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