Debussy, Dutilleux, Poulenc, Ravel, Satie nell’interpretazione di André Gallo

Sabato 4 febbraio 2017 sabato – ore 21, 15 Sarà a Soliera presso il Nuovo Cinema Teatro Italia che gli Amici della Musica di Modena ci invitano a un recital di André Gallo uno dei più significativi pianisti della sua generazione. L'appuntamento fa parte della rassegna Note di Passaggio. Noi abbiamo intervistato l'artista in anticipo sulla data solierese.

Debussy, Dutilleux, Poulenc, Ravel, Satie nell’interpretazione di André Gallo

SOLIERA (MO)  Sabato 4 febbraio alle ore 21, 15 un cartellone battente bandiera francese, farà risuonare il Nuovo Cinema Teatro Italia delle note di Debussy, Dutilleux, Poulenc, Satie, Ravel. Artefice di tutto questo sarà André Gallo uno dei più interessanti pianisti della sua generazione. L’esibizione rientra fra i più attesi appuntamenti della rassegna Note di Passaggio, a cura degli Amici della Musica di Modena.

Il ventisettenne pianista André Gallo, che l’eminente critico Bryce Morrison non ha esitato a definire “a masterly pianist with a bold and intriguing personality” si è formato presso la prestigiosa Accademia Pianistica di Imola nella classe del M° Franco Scala. André Gallo ha una carriera internazionale e tiene regolarmente recital e concerti per musica da camera nei maggiori teatri italiani (Vicenza, Venezia, Torino, Milano, Bologna) noi avevamo avuto modo di apprezzarlo in alcune occasioni a Bologna, dove l’artista si era già esibito.
André Gallo presenzia inoltre anche nei più prestigiosi festival in Olanda, Francia, Inghilterra e Germania, dove riesce a coniugare entusiastiche critiche a un grande successo  da parte del pubblico. Numerose sono inoltre le sue registrazioni sia radiofoniche che televisive per Mediaset, la Televisione Nazionale Olandese e Rai Radio3. Recentemente André Gallo è stato protagonista del documentario “Pianisti”, prodotto e trasmesso da Sky Classica. Nel 2006, appena diciassettenne, è stato insignito del Premio Galarte sezione Musica, conferitogli col patrocinio della Presidenza della Repubblica, mentre dal 2013 è direttore dell’Imola Piano Academy “Talent development” di Eindhoven e docente dell’Accademia Pianistica “Incontri col Maestro” di Imola.
Le preferenze musicali di André Gallo, che spaziano dal repertorio classico fino al Novecento storico e contemporaneo, indulgono in particolare maniera sui compositori francesi come Ravel, Satie, Poulenc e Debussy, dei quali l’artista  ha eseguito l’integrale delle opere per piano. Sarà per questo motivo quindi che proprio a loro sarà dedicato il programma del concerto di sabato, dove accanto ad alcune pagine giovanili di Debussy (i due Arabesques, la Ballade e la Rêverie) verranno affrontati il Menuet Antique di Ravel e le “Croquis et agaceries” di Erik Satie. Completano il concerto la suiteAu gré des ondes” di Henri Dutilleux e alcuni brani scritti da Francis Poulenc tra gli Anni Venti e Trenta, fra i quali la Toccata, un autentico pièce de resistance presente nei programmi dei maggiori virtuosi del pianoforte.

CONVERSAZIONE LIBERA CON ANDRÉ GALLO SULLA MUSICA FRANCESE A CAVALLO TRA OTTO E NOVECENTO

Il programma che lei presenterà sabato è interessante, appetibile e non così scontato, perché le opere di alcuni autori come Satie o Dutilleux fra quelli scelti, raramente appaiono nei programmi di sala e sono tutti autori francesi, c’è una ragione?

Io ho dedicato  tantissima energia e ricerca sugli autori francesi da tanti anni. Scherzando dico sempre che il cuore è sempre stato in Francia. Questo però non significa che le mie attenzioni siano esclusivamente rivolte alla Francia, ma questi autori hanno rappresentato e tuttora rappresentano in modo consistente i miei interessi personali.

Questo suo amore per la Francia e di conseguenza per gli autori proposti da che cosa deriva?

Ho un attaccamento personale verso due di questi autori ossia Debussy e Poulenc, parte perché ho studiato ed eseguito l’intera opera omnia pianistica da camera di entrambi, ma soprattutto perché hanno segnato una buona parte della mia vita artistica (…) All’interno di questo programma, la cosa che mi affascinava, pur avendo a disposizione l’intera opera negli ultimi anni, era prendere quella fetta che concettualmente viene ricollegata a un passato che abbraccia gli ultimi anni dell’Ottocento e i primi del Novecento. In Francia (in quegli anni ndr) c’è stato un recupero di questo grande patrimonio del passato, barocco, romantico soprattutto perché nel periodo classico non ci sono certo stati in Francia grandissimi compositori né si sono prodotti grandissimi capolavori durante il periodo classico; del periodo barocco ce ne sono stati certo (di capolavori ndr), lo stesso è avvenuto nel periodo romantico o nei primi del Novecento certamente, ma non nel periodo classico.

Be’ nel periodo barocco in Francia abbiamo dato un aiuto anche noi italiani.

Abbiamo dato un aiuto a tutti! (ridiamo) La cosa che mi affascinava (…) non era solo di carattere storico ma soprattutto (riguardava ndr) le conseguenze sul suono di queste allucinazioni sonore dei grandi compositori. L’intento è stato proprio di recuperare quello stile e quell’estetica e guardarli con gli occhi del Novecento. Questi brani in programma sono solo un piccolo esempio, seppure ce ne siano altri molto più conosciuti come il Tombeau de Couperin o la Suite Bergamasquead esempio, brani che ho sempre eseguito ma pensavo a questi pezzi che abbiamo scelto proprio perché sono quasi sempre all’esterno dei grandi repertori dei grandi interpreti e potevano in qualche maniera affascinare, sono un tipo di scrittura che viene preso pochissimo in considerazione. Quindi questo sguardo del Novecento al passato è dovuto al fatto che queste danze e queste melodie siano completamente inventate, c’è un omaggio a Bach all’interno della suite ma senza far riferimento a nessuna trascrizione essendo soltanto (un componimento ndr) “à la maniere de”. Invece nel caso di Poulenc la Suite française d’après Claude Gervaise  è un capolavoro, lì invece è quasi un po’ tutto il contrario. La cosa affascinante di quel pezzo è il corale e Poulenc lo trascrive fedelmente quello che Gervaise aveva lasciato ma cambia soltanto una nota. Da quella nota si vede il Novecento che si apre, un elemento davvero affascinante. (…) Satie invece affronta (la scrittura pianistica ndr) in maniera più ironica ed è il primo compositore al quale ho dedicato la prima opera omnia, Erik Satie credo che abbia rappresentato la Francia molto più di quello che la Francia creda. A prescindere da Gnosiennes o da piccoli pezzi o Je te veux le sue opere sono pochissimo interpretate, io credo che ci sia tanto da fare ancora.

Lei prima parlava di “allucinazione sonora”, un’espressione che trovo bellissima e di cui intuisco il concetto ma può darcene una sua definizione?

Sono parole che uso spesso insieme, l’ho detto quasi pensando al Concerto Campestre per clavicembalo e grande orchestra di Poulenc. Allucinazione sonora per me significa ricollegare un suono che abbia una memoria, che abbia una sorta di collocamento ben identificato come il caso del concerto che inizia con dei fiati con il clavicembalo, ma in qualche maniera questa memoria viene completamente distorta e si crea una nuova percezione di quel suono. È un po’ come dire che io sento un uccellino, questo suono mi è così famigliare nella mia vita ma che a poco a poco questo suono prende un altro significato del mio orecchio. Una trasformazione artistica di cui i francesi sono grandissimi maestri. Pensiamo  ad esempio a Ravel e  che cosa fa nell’Enfant et les Sortilèges  si collegano anche a delle trasformazione degli oggetti reali come il tavolo ad esempio che si trasforma  nel suono stesso e diventa un’allucinazione senza tempo e senza ogni tipo di riferimento, questa è un po’ la ragione per cui io parlo di “allucinazione sonora”.

INFO
Come per tutti i concerti della rassegna, l’ingresso è gratuito ed è realizzato con il contributo finanziario del Comune di Soliera, della Fondazione Campori, della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e della Regione Emilia Romagna.
L’Associazione Amici della Musica di Modena opera senza fini di lucro. Sostegno economico proviene dai contributi di Enti Pubblici e Privati e dalle quote di adesione dei Soci. Tutte le informazioni su contenuti artistici, aspetti organizzativi, modalità di sostegno e di adesione alle attività degli Amici della Musica di Modena sono disponibili all’ingresso della sala.

Per informazioni: tel 3296336877; www.amicidellamusicamodena.it, info@amicidellamusicamodena.it

Daniela Ferro

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