Intervista a Joao Jay Monteiro per vivere il percorso gustativo dello Chef cosmopolita

Intervista a Joao Jay Monteiro per vivere il percorso gustativo dello Chef cosmopolita

ROMA – Conoscete la Bottiglieria Pigneto? Anche se è un punto di riferimento enogastronomico noto, ora merita ancora di più una visita per degustare il Nuovo Menù di stagione ideato e curato dall’estro creativo dello Chef cosmopolita Joao Jay Monteiro, entrato alla guida della cucina del Ristorante. Io ci sono stata e l’ho incontrato per farmi illustrare il percorso gustativo che racconta la sua storia fatta di internazionalità e contaminazione.

Mancavo da un bel pò di tempo al Pigneto, quartiere a sud est di Roma, tra la via Prenestina e la via Casilina ma non distante da Porta Maggiore. Quartiere principalmente popolare, poi diventato punto di riferimento della movida, fatta non solo da giovanissimi o studenti ma attraente anche per quel mondo cultural chic alla ricerca della novità enogastronomica .  La Bottiglieria Pigneto in quasi dieci anni di attività (ha aperto i battenti a gennaio 2011) ha conquistato diversi target circondandosi di professionisti del settore ed offrendo sempre un’ampia proposta per la cucina accompagnata da una carta dei vini che l’hanno resa punto di riferimento anche per i più scettici.

Chef Joao Monteiro

Lo spazio è decisamente molto affascinante, si apre sulla piazza con ampie vetrate e un accogliente dehors. Il moderno bistro è reso accogliente ed elegante, ma allo stesso tempo informale, dagli arredi dal tocco vintage ed il sapore latino americano. Qui si respira un’atmosfera internazionale sin dagli arredi, opera dell’accurata selezione ed estro dell’interior designer Gioia Di Paolo, che mi hanno fatto immergere in immagini di film tratti dai libri dell’amato scrittore colombiano Gabriel García Márquez.

Bottiglieria Pigneto

Conoscevo la Bottiglieria al Pigneto ma quando ho appreso che era entrato alla guida della cucina del Ristorante lo Chef cosmopolita Joao Jay Monteiro, mi sono incuriosita. Poi sono stata ulteriormente attratta dalla presentazione del nuovo menù di stagione ideato e curato dall’estro creativo del nuovo Chef ed eccomi qui a vivere un’esperienza che, dopo aver letto la mia intervista, giudicherete se è il caso di emulare.

L’INTERVISTA

Intervista a JOAO MONTEIRO 7
foto Matteo Casilli

Joao, dopo aver letto la tua biografia ho un pò di confusione… sei cresciuto a Boston, negli Stati Uniti. Ma sei nato in America o in Portogallo?

Sono nato in Portogallo e cresciuto a Boston, negli Stati Uniti.

A quanti anni ti sei trasferito in Portogallo per frequentare la scuola di cucina “Escola de Hoteleria e Turismo do Porto”?

Sono tornato in Portogallo a 8 anni circa, perché i miei genitori sono voluti tornare a casa. Ho frequentato la scuola alberghiera a 17 anni, quando ho capito che il liceo scientifico non era per me.

Il corso era di “Cucina e Pasticceria” ma tu in realtà cosa prediligi? La tua passione è più per la cucina o l’arte pasticcera?

Preferisco la cucina però la pasticceria mi trasmette calma e tranquillità’, trovo abbastanza rilassante preparare qualcosa di diverso, la cucina è qualcosa di più frenetico

In Portogallo hai lavorato in diverse Pousada (Pousadas de Portugal, o semplicemente Pousada, è una catena di hotel di lusso portoghesi. Ndr). Essere ospite in alcune di queste strutture in Portogallo (in particolare a Cabo de São Vicente) è stata per me una delle esperienze più emozionanti che io ricordi. Com’era la tua vita lì? Cosa ti è rimasto di quelle esperienze?

Mi è rimasto veramente tanto. Sono state le mie prime vere esperienze da cuoco, lì ero visto davvero e per la prima volta come un cuoco. Mi sono rimasti tanti bei ricordi e tante bellissime amicizie indelebili negli anni e ovviamente ho imparato tanto, e soprattutto, come stare in cucina.

Fabiola Cinque intervista Joao Monteiro
Io durante l’intervista a Joao Jay Monteiro alla Bottiglieria Pigneto. Photo Mywhere.

Perché e quando decidesti di trasferirti in Italia ?

Avevo circa 30 anni e volevo continuare a coltivare la mia grande passione per il food. Non potevo non passare per l’Italia. Qui ho trovato tutto quello che mi serviva, vale a dire una serie di spunti per proporre una cucina internazionale e creativa, alla ricerca continua di nuove idee e di nuove tecniche. Ho vissuto in Svezia per tanto tempo, ma dopo un po’ ho sentito il bisogno di tornare nel sud dell’Europa. Qui ci sono più “colori” da usare per continuare a sperimentare e ad alimentare il mio stile.

Come definiresti il tuo essere chef ? Cosa vuol dire essere chef per te?

Io sarò sempre un cuoco prima di essere uno chef e penso che tutti gli ‘chef” devono pensare di essere cuochi prima di essere chef, solo così potrai avere l’umiltà per poter creare qualcosa di sincero ed importante. Se pensi di essere uno ‘chef” e non un cuoco a mio parere i tuoi piatti saranno sempre superficiali e privi di significato.

Da quanto tempo vivi a Roma?

Vivo in Italia, e a Roma in particolare, da quasi 9 anni.

Il tuo lavoro è anche un gioco di squadra?

Certo, il lavoro di squadra è molto importante. Io creo i concetti e c’è chi li porta avanti seguendo le mie direttive. Devo molto alla mia brigata, sono bravo quanto loro.

Quanto contano le tue origini internazionali nella tua cucina? A quale tradizione enogastronomica attingi?

Io sono la somma di tutto quello che ho vissuto sia in cucina che nella vita, e quello che vorrei trasmettere nei mie piatti è una rappresentazione di  quello che sono io. La cucina che esprimo si focalizza proprio su quest’obiettivo, raccontare un po’, anzi, molto, di me.

Questo lo posso confermare. Ad esempio le Crocchette di Pollo con Chips di Prosciutto di Sauris e Maionese al Bacon, così come la Guancia di Manzo a bassa temperatura con salsa BBQ avevano un gusto americano grazie all’encomiabile match della carne con la salsa barbecue, tipica della cultura gastronomica degli USA.

Intervista a Chef Joao Monteiro

Joa, ho apprezzato molto il Polpo alla Gallega in Salsa Verde, qui esce il tuo cuore portoghese anche se interpreti con maestria la tradizione culinaria del tuo Paese, così come i Carciofi alla Romana con Crema di Patate e Guanciale Croccante sono, immagino, un omaggio a Roma.  Possiamo definire la tua cucina creativa? E fai prevalere la cucina italiana o i sapori portoghesi?

Preferisco che sia qualcun altro a definirla, io cucino la mia verità, quello che sono io e quello che mi piace. Cerco di proporre qualcosa che anche io trovo originale; se intendi questo per fornire una cucina creativa, sono d’accordo. Il Portogallo poi, è strettamente legato alla mia cucina, ma quanto basta. Non è l’aspetto predominante, ecco. A prevalere, nella mia cucina, è l’Italia. Io cucino per gli italiani, cucino in Italia, e do molta importanza alla tradizione.

Cosa ha influito a far emergere la tua professionalità?

La passione per il mio lavoro, l’umiltà di fare qualcosa di molto intimo per qualcun’altro e il rispetto per le tradizioni, aspetto che, come ho detto in precedenza, ritengo fondamentale.

Siamo qui al ristorante Bottiglieria Pigneto. Qual’è la nota con cui firmi la tua cucina qui?

Una cucina semplice ma moderna con tanta tecnica cercando di offrire un’esperienza ma in un modo democratico che sia alla portata di tutti.

 

Cosa bisogna assolutamente assaggiare quando si viene qui?

Consigliaci il tuo menù ideale. Penso che i pici con la crema de mandorle e gamberi rossi sia un piatto semplice ma speciale, sono molto fiero di quella proposta, perché penso che rappresenti bene me, la bottiglieria e quello che vogliamo fare.

Ed io ho seguito il suo consiglio, e vi assicuro che l’esperienza dei Pici ajo ojo e peperoncino con pesto di mandorle e tartare di gamberi rossi di Mazzara è qualcosa di inimitabile che vi conquisterà per profumo, delicatezza e sapore!

Qual’è la tua mission in questo locale?

 Offrire qualcosa di fresco e diverso alla portata di tutti e “sotto casa”.

A chi si rivolge? Chi viene qui a cena?

I nostri clienti sono principalmente gente giovane, ma non solo. Qui abbiamo un bel mix di tutte le età.

Ci racconti di altre tue ambizioni e obiettivi?

La mia ambizione è quella di crescere sempre di più in questo mestiere. Di avere sempre l’umiltà di sapere che ho sempre da imparare e di crescere. Vorrei fare sempre esperienze nuove, vorrei anche poter esplorare altre vie per esprimere la mia creatività e la mia cucina.

Fabiola Cinque Joao Monteiro
Intervista a Joao Jay Monteiro. Io e lo Chef (foto MyWhere)

La serata alla Bottiglieria Pigneto è stata speciale, e conoscere di persona lo Chef Joao Jay Monteiro è stata un’occasione di scambio culturale con un personaggio che ha tanto da raccontare, e lo fa egregiamente, con il suo italiano “portoghesizzato”, con la comunicazione vivace, semplice ed efficace.  Devo tornare al più presto anche per vivere i diversi momenti della giornata (è aperto dalla mattina fino a notte inoltrata), approfondire la selezione della rinomata Cantina Vini e magari vivermi la versione domenicale del JazzBrunch.

 

In homepage foto di Matteo Casilli

Fabiola Cinque

One Response to "Intervista a Joao Jay Monteiro per vivere il percorso gustativo dello Chef cosmopolita"

  1. Barbara Tavora
    Barbara   21 Febbraio 2020 at 01:44

    Ma che bella intervista, ho sentito proprio voglia di assaggiare questi piatti e conoscere di persona lo Chef! Quando ho abitato a Roma, ho conosciuto il posto, mi sono andata con una amica era vicino a casa. Complimenti!!! Ora devo organizzare un viaggio a Roma più presto possibile, infatti senza l’Italia in vita mia, non avevo mai cambiato il mestiere. Sempre, sempre un amore gigante per questo paese!

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