La realtà virtuale cambierà il modo di informarsi delle persone?

La realtà virtuale cambierà il modo di informarsi delle persone?

MONDO – Una tecnologia di cui molti parlano ma che pochi conoscono veramente. In questo articolo cerchiamo di capire come la realtà virtuale influenzerà il giornalismo e l’informazione.

Nel mese di maggio la realtà virtuale è stata al centro del dibattito pubblico soprattutto grazie al progetto Mind-R dell’università Bicocca di Milano, che ha scommesso su questa tecnologia per fornire un supporto psicologico ai medici e infermieri in prima linea contro il virusall’interno degli ospedali.

Si tratta di una tecnologia di cui molti parlano, ma che pochi conoscono veramente; un sistema all’avanguardia che a lungo termine potrebbe radicalmente modificare la nostra quotidianità. Uno dei campi applicativi in cui la realtà virtuale potrebbe avere l’effetto più stravolgente è proprio il settore dell’informazione. L’unicità dei medium virtuali è la capacità di incorporare quasi completamente all’interno della narrazione uno spettatore, introducendolo in una realtà nuova. Proprio questa peculiarità, in un futuro non troppo lontano, potrebbeavere una certa influenza sul settore delle news.

Nel corso della storia il settore dell’informazione ha dovuto costantemente adattarsi all’evoluzione dei nuovi mezzi di comunicazione di massa. Tempo fa gli appuntamenti fissi dedicati all’informazione erano l’edicola per il quotidiano cartaceo la mattina e il telegiornale della sera. Ora non è quasi più così ed è sorprendente la rapidità con la quale è cambiato il modo di informarsi delle persone.

Talmente rapido che risulta quasi impossibile cercare di interpretare le sfumature che il giornalismo prenderà nei prossimi anni. Solo una cosa è certa: nonostante i rischi, gli interessi e le menzogne che si possono trovare nell’era digitale, ciò che si chiede al settore dell’informazione è sempre una maggiore integrazione con i dispositivi multimediali che ne aumentino la qualità, l’efficienza, l’immersione e la velocità. La realtà virtuale ad oggi rappresenta una fra le frontiere più avanzate di questa evoluzione, nonché l’apice dei tentativi dell’uomo di interagire con un ambiente virtuale.

LA REALTA’ VIRTUALE COME NUOVO MEDIUM

La storia dei sistemi virtuali è molto più remota di quanto possa sembrare. Il concetto è stato formulato per la prima volta negli anni sessanta, quando Ivan Sutherland (1965) descrisse la realtà virtuale come una finestra attraverso la quale l’utente può essere in grado di percepire, guardare e udire l’ambiente virtuale agendo all’interno di esso in modo realistico.

Nell’era digitale i contenuti si stanno spostando verso piattaforme di comunicazione sempre più interattive, on demand, multisensoriali e mobili, come ad esempio dispositivi indossabili o palmari. Anche il contenuto delle notizie pone sempre maggiore rilevanza al coinvolgimento degli utenti in un ambiente in cui essi diventano partecipanti interattivi, all’ interno di una narrazione che viaggia verso un’interfaccia sempre più naturale, basti pensare agli ormai diffusissimi comandi vocali.

Poiché la realtà virtuale evoca risposte realistiche nelle persone, può essere considerata fondamentalmente come un “simulatore di realtà”. Con questo termine si fa riferimento alla possibilità dei partecipanti di essere collocati in uno scenario che raffigura eventi verosimili, con la probabilità che agiscano e rispondano in modo abbastanza realistico. Questo può ovviamente essere sfruttato per molte applicazioni tra cui prove per eventi reali, pianificazione, formazione o diffusione delle conoscenze, ma non solo.

Il ruolo attivo dell’utente e il senso di presenza che è in grado di trasmettere la realtà virtuale permettono a quest’ultima di essere utilizzata in molteplici ambiti applicativi che variano dall’educazione alla ricerca scientifica, dalla medicina (psicoterapia, terapia del dolore, diagnosi, addestramento chirurgico e riabilitazione neuromotoria) all’ intrattenimento (videogiochi, parchi tematici, cinema immersivo); fino a raggiungere anche il marketing e il commercio elettronico.

I GIORNALISTI DI DOMANI

Raccontare storie dal punto di vista di chi le vive in prima persona, aggiungere maggiore profondità alle notizie e stimolare il loro ricordo, contestualizzare aumentando empatia e comprensione; sono questi i principali ruoli della tanto discussa realtà virtuale nelle principali testate giornalistiche mondiali che ormai mirano a realizzare numerosi progetti in tutto il mondo.

Sebbene esistano relativamente poche ricerche sull’applicazione dei dispositivi virtuali e a realtà aumentata nel settore giornalistico, lo studio condotto da Feiner nel 1997 suggerì già verso la fine degli anni novanta che i giornalisti avrebbero avuto la facoltà di fornire contenuti di cronaca che avrebbero simulato il lettore nel luogo dell’evento in questione.

Ad oggi, in alcune parti del mondo questo scenario rappresenta già il presente, non solo un ipotetico futuro. I casi del New York Times e del The Guardian, testate giornalistiche di fama mondiale che quotidianamente offrono ai propri abbonati contenuti virtuali di qualità, costituiscono un esempio lampante.

L’ editore esecutivo del New York Times Dean Baquet, nel programma televisivo americano “CBS ThisMorning”, ha fatto riferimento alla potenzialità di questi strumenti enfatizzando la possibilità dell’utente di cogliere maggiormente i dettagli delle notizie ed evidenziando il rapido

aumento della domanda di contenuti esperienziali. Lo stesso Baquet durante la trasmissione si espresse in questo modo:

“I commenti dell’esperienza sui social media sono tutti positivi. NYT VR ha avuto il lancio dell’app migliore in tutta la storia del New York Times”

La realtà virtuale rappresenta l’ultimo baluardo di un giornalismo in costante ricerca di strumenti innovativi per tornare finalmente ad attrarre ed interessare il proprio pubblico di lettori, con l’ardua impresa di coinvolgere anche quelli più giovani.

Al momento, le prospettive future riguardanti l’integrazione tra pratiche giornalistiche e realtà virtuale sono favorevoli: la realtà virtuale potrebbe subire un notevole incremento nei prossimi anni, incidendo sulle abitudini e sullo stile di vita degli individui che la useranno sempre più frequentemente e per diversi scopi, tra i quali informarsi. In questo quadro le narrazioni in realtà virtuale potrebbero assumere un ruolo essenziale, dal momento che il lettore nella società contemporanea è divenuto un utente destinato alla sperimentazione costante di questi dispositivi. Conseguentemente, il loro graduale utilizzo fornirà maggiori indizi sulla massima capacità di immersione raggiungibile dagli ambienti virtuali.

 

Lorenzo Messina

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