Solo gli amanti sopravvivono: il capolavoro dark di Jarmusch sotto la lente d’ingrandimento

Solo gli amanti sopravvivono: il capolavoro dark di Jarmusch sotto la lente d’ingrandimento

MONDO – In Solo gli amanti sopravvivono, il tema della non-morte origina riflessioni ampie sull’amore per l’arte e la decadenza del nostro mondo, forse in modo un po’ autocompiaciuto ma di grandissimo fascino. La recensione del film di Jim Jarmusch con Tom Hiddlestone e Tilda Swinton.

E anche Jim Jarmusch ha diretto il suo film sui vampiri. Solo gli amanti sopravvivono è una gran bella pellicola di genere, a tratti autocompiaciuta nella sua anima intellettuale ma dotata di una raffinatezza unica, che si propaga dalla scrittura dei personaggi alla decadentissima messa in scena. Un film intelligente e persino un po’ “snob” per il modus operandi adottato nell’estetizzazione delle tematiche, ma estremamente sensuale, in bilico tra amarezza tagliente e autoironia. Seguendo due illustri predecessori come Thomas Alfredson di Lasciami entrare e Neil Jordan di Byzantium, Jarmusch restituisce alla sua maniera la giusta, perversa, dignità alla figura del vampiro, e realizza un racconto gotico vicinissimo alla perfezione.

Tom Hiddlestone e Tilda Swinton interpretano Adam ed Eve, ancestrali creature della notte dedite all’arte e al decadentismo, due vampiri impotenti davanti alla progressiva corruzione della razza umana, ridotta a un’orda di zombie aggrappati a disvalori e mancanza di scopo. Il fascino evocativo di questa coppia coingolge uno spettatore ammaliato dal ritmo sospeso di una narrazione; la loro malinconia prende forma tramite sensibili citazioni letterarie ai fasti del gotico ottocentesco di Edgar Allan Poe e Percy Shelley. Le migliori intuizioni colte del film provengono però dal personaggio di Christopher Marlowe, interpretato dal compianto John Hurt, qui descritto come un vampiro ghost-writer di William Shakespeare e ponte diretto tra i protagonisti e il culto dell’intelletto su cui si fonda la sceneggiatura.

Solo gli amanti sopravvivono recensione
Tom Hiddlestone e Anton Yelchin

Il tema della non-morte è solo un pretesto per mettere in scena riflessioni e immagini più ampie. La letteratura e la musica vegliano su Adam ed Eve come muse ispiratrici; l’incalzante colonna sonora introduce numerosi piani di lettura in un viaggio che scandaglia le anime del rock’n roll, e del soul/R&B ’60-’70; le esibizioni canore aromatiche e le sensuali scene di ballo costituiscono le ultime palpitazioni emotive di un mondo che lentamente sta scivolando nel baratro. Il decadente romanticismo del film viene inoltre esaltato da una fotografia evanescente e dall’ottimo lavoro scenografico.

Da applausi la recitazione. Tom Hiddleston si libera della maschera macchiettistica di Loki per compenetrare la psicologia solitaria, l’ironia mordace e l’aria da musicista alternativo di un personaggio che mai diventa cliché del “bello e dannato”. La bella presenza di Tilda Swinton regala uno dei vampiri più commoventi apparsi sullo schermo, piena di passione e sfumature, innamorata dell’arte e del proprio compagno. Da segnalare pure la degna e scatenatissima e fastidiosissima performance della prolifica Mia Wasikowska, la cui uscita di scena è un vero sollievo per lo spettatore.

Solo gli amanti sopravvivono recensione dark
Tilda Swinton e Tom Hiddlestone

La conclusione, all’insegna della necessità di sopravvivere che spingerà Adam e Eve ad abbandonarsi al piacere del sangue, è il giusto tributo di Jarmusch al filone vampirico, quello che ha regalato numerosi capolavori, da Nosferatu a Per favore non mordermi sul collo. Ma Solo gli amanti sopravvivono resterà un unicum, a cui si perdona l’autoindulgenza in virtù della freschezza e della brillantezza introdotte in un genere consolidato e spesso massacrato dalle più fetide banalizzazioni.

https://www.youtube.com/watch?v=LqKoSGZaZZE

Riccardo Antoniazzi

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