A Bigger Splash e Tenuta Borgia: dove cinema e realtà si incontrano

A Bigger Splash e Tenuta Borgia: dove cinema e realtà si incontrano

PANTELLERIA – In quest’isola di contrasti si cela un luogo speciale, uno dei resort più belli divenuto set cinematografico di A bigger splash di Luca Guadagnino. Ho incontrato la padrona di casa, Rosa Borgia baronessa Collice, ecco la mia intervista e le foto per rivivere l’atmosfera magica vissuta da Tilda Swinton… e non solo.

Pantelleria, figlia del vento, patria delle uve zibibbo e di incredibili passiti, è quasi un sogno immerso nel Mediterraneo: a tratti dura e affilata come i suoi venti e le sue rocce vulcaniche, a tratti placida ed accogliente come le sue calde acque termali e i suoi vini dolci ed aromatici. 

Nota per la sua centralità nel Mar Mediterraneo, scalo intermedio tra Africa e Sicilia e caposaldo per il commercio col Levante, Pantelleria si caratterizza per la singolarità del suo paesaggio, nel quale agli elementi naturali (colate laviche a blocchi, cale e faraglioni) si fondono naturalmente con i manufatti umani. I muri a secco, atti a contenere il terreno, delimitare la proprietà fondiaria e proteggere dal vento. I giardini panteschi, costruzioni quasi sempre cilindriche in muratura di pietra lavica a secco con la duplice funzione di proteggere gli agrumi dal vento e di controllare gli effetti micro-climatici per un giusto apporto di acqua alla pianta, visto che l’isola ne è naturalmente sprovvista, e i dammusi, fabbricati rurali con spessi muri a secco, cubici, con tetti bianchi a cupola ed aperture ad arco a tutto sesto, esempi di architettura bio-climatica ante litteram.

E proprio ora che l’autunno qui al nord si fa sentire, sembra impossibile che l’isola possa ancora godere di un clima mite, di un sole che ancora scalda la pelle, di una luce intensa e pura, non debole e morente come questo ottobre ci propone.

TenutaBorgia

LA TENUTA BORGIA

C’è un luogo speciale nell’isola. Un’oasi immersa nella più bella macchia mediterranea caratterizzata dal pino marittimo e dalle piante aromatiche di rosmarino, origano, mentuccia e salvia. E’ un luogo dove il silenzio accompagna placido le giornate e lo sguardo volge al vicino (vicinissimo!) mare su cui si accendono perfetti tramonti e che nelle notti più limpide mostra la costa della vicina Tunisia. E questa è la Tenuta Borgia a Rekale, più che semplicemente un resort.

Immersi in una pineta di 12 ettari, la Tenuta conta sei, bellissimi, dammusi . Ristrutturati dall’architetto Gabriella Giuntoli, che da anni si occupa di restauro di queste residenze tipiche pantesche, ed artefice anche dei restauri delle residenze a Pantelleria di Giorgio Armani, Luca Zingaretti, Carole Bouquet, questi dammusi ripropongono la magica forma e funzionalità dell’abitazione pantesca, in un dialogo costante tra spazi esterni e interni.

A Bigger Splash 1967 David Hockney born 1937 Purchased 1981 http://www.tate.org.uk/art/work/T03254

Ma la Tenuta Borgia, oltre ad essere uno dei resort più belli dell’isola, vanta la collaborazione con il regista Luca Guadagnino per il film A bigger splash del 2015, presentato anche al Festival di Venezia dello stesso anno. Il Dammuso Grande infatti, cuore centrale della tenuta con la sua iconica piscina, fu scelto come set quasi esclusivo della pellicola, girata interamente a Pantelleria.

A Bigger Splash vanta come protagonisti la splendida Tilda Swinton, recentemente premiata col Leone d’oro alla carriera a Venezia 77, Ralph Fiennes, Matthias Schoenaerts e una giovanissima Dakota Johnson.

Il film, rifacimento della Piscina del 1969 di Jacques Deray, prende il titolo dall’omonimo dipinto di David Hockney, conservato alla Tate Modern di Londra. La trama è semplice. La rockstar Marianne (una eccezionale Tilda Swinton magistralmente vestita Dior da Raf Simons) e il suo compagno Paul (Matthias Schoenaerts) cercano rifugio a Pantelleria dopo l’operazione alle corde vocali di lei, che la costringe ad un mutismo quasi assoluto.

Tilda Swinton vestita Dior da Raf Simon

Irrompe nella vacanza terapeutica il vecchio manager di lei, Harry, a lungo sentimentalmente legato a Marianne e leggendario produttore dei Rolling Stones. Harry (Ralph Fiennes), arriva accompagnato dalla figlia Penelope (Dakota Johnson) che dice di avere 22 anni ma ne ha 17, vergine tentatrice capace di tessere inaudite tele. Quello che in realtà vuole Harry è riprendersi Marianne, riavere indietro da Paul la donna che gli ha consegnato anni prima. Ma Marianne non cede.

Gli anni della sregolatezza sono finiti. Paul, documentarista di scarsa fortuna ma molto gentile, è quel che lei desidera, ora, nella vita. La vicenda si complica, come sempre, per questioni di sesso. Le coppie si scaldano e si scambiano, Paul prende Penelope  –  o piuttosto cede alla trama di lei  –  Harry prova a riavere Marianne. A bordo piscina, tutto si snoda e si definisce. Fino al tragico finale.

Pantelleria e la Tenuta sono vivi attorno ai protagonisti, ne creano e supportano la trama e gli intrecci: luce e colori ci concedono una breve pausa dalla nostra quotidianità per catapultarci con primissimi piani e lunghi piani sequenza tra le rocce e il mare, la processione del paese, la ricotta calda appena fatta, il pesce al sale cucinato nella splendida cucina del Dammuso Grande, i profughi sbarcati da poco, e la piscina, iconico luogo in cui tutto inizia e tutto finisce.

Foto di scena da A Bigger Splash di Luca Guadagnino
A Bigger Splash e Tenuta Borgia: David Hockney “Portrait of an Artist (Pool with Two Figures)”, 1972

La piscina è la vera metafora dei rapporti stretti, e il tuffo, il Bigger Splash, è la spinta dei sentimenti incontrollabili. Nelle quasi due ore del film, Luca Guadagnino ci dirige verso la vera risposta a tutti quei perché che emergono scena dopo scena.

L’INTERVISTA ALLA PADRONA DI CASA, ROSA BORGIA BARONESSA COLLICE

Di come sia nata la Tenuta e la collaborazione con Luca Guadagnino, ne ho parlato con la gentilissima padrona di casa, Rosa Borgia baronessa Collice, veneziana. Ecco la nostra conversazione.

Come nasce la scintilla tra la famiglia Borgia/Collice e Pantelleria?  A che periodo risale l’inizio della Tenuta Borgia?

Io e mio marito, Massimo Collice, nel 1980, all’epoca giovani sposi, fummo invitati da alcuni amici nella loro casa di Martingana (una delle cale più belle di Pantelleria, ndr). Mio marito non amava il mare ma decise comunque di venire per farmi piacere. Le condizioni dell’epoca non prevedevano che ci fossero ne acqua ne gas, ma il contatto con la natura era estremamente potente e Massimo si innamorò dei dammusi e dell’isola. Decise quindi di acquistare questo tipo di casa che gli trasmetteva una sensazione di sacralità per gli alti soffitti a volta. La prima località scelta fu Mueggen, nella zona più centrale dell’isola. Ma abbandonammo rapidamente l’idea visto che la concentrazione di dammusi era alta e la possibilità che qualcuno si inserisse per costruire e scempiare il paesaggio era alta. La ricerca durò cinque anni, senza particolari accanimenti, durante le nostre vacanze estive. Finché nel 1985 trovammo questo dammuso sufficientemente grande e vicino al mare. La paura di avere vicini ingombranti (il recupero dei dammusi partito con l’architetto Giuntoli sarebbe cominciato dopo, ndr) ci ha indotto a comprare anche i dammusi intorno, senza tuttavia tentare un restauro immediato. E così sono rimasti fino al 2008, quando mio marito, vedendo prossima la pensione decise di restaurarli al fine di avere un’attività da seguire anche dopo il ritiro. Purtroppo nel 2009 mio marito è mancato e da allora, visto l’investimento che avevamo fatto, mi sono improvvisata “affittacamere”, mestiere che tuttavia non mi apparteneva. Nel 2015 ho poi incontrato Sergio (Gallozzi) che ha dato una svolta molto professionale.

Si occupa personalmente del decor dei dammusi: come riesce a mixare tessuti classici con elementi di design? Da dove trae l’ispirazione? E’ Venezia che ispira Pantelleria o viceversa?

Finché c’è stato mio marito li abbiamo scelti insieme. Massimo era un vero esteta a riguardo, con un gusto eccezionale per i dettagli. Ora li scelgo io, anche se ora devo orientarmi su scelte più pratiche legati alla presenza degli ospiti. La cosa che più caratterizza è la bella biancheria di canapa dei dammusi.

LA CONNESSIONE CON GUADAGNINO

Il film di Guadagnino del 2015: come nasce l’idea e la connessione con il regista?

Nell’inverno del 2014, mi chiamò l’allora responsabile della tenuta, piuttosto scettico, dicendo che c’erano alcune persone interessate alla casa per girare un film. Subito dopo il sopralluogo mi chiamarono per confermare l’interesse per girare il film. Film che era già stato pensato precedentemente un paio d’anni prima e la casa già apparentemente visionata dallo stesso Guadagnino in occasione di un piccolo festival cinematografico di Pantelleria.

Quanto la produzione e lo shooting stesso hanno tenuto ferma la tenuta Borgia?

La casa è stata usata per tutta la stagione da aprile ad ottobre tra la preparazione del set, le riprese stesse, che sono state poi limitate al solo agosto, e il ripristino successivo. Gli interventi fatti sulla casa sono stati pochi, effimeri…ma tantissimi! Nella camera da pranzo è stato ricavato un corridoio e nella nicchia laterale è stata ricavata la camera della ragazza, dove hanno usato gli arredi marinari che ho nel mio bagno. Nella mia camera hanno ricavato anche una sorta di bagno annesso alla camera dei protagonisti. Hanno aperto due finestre sul fronte, poi richiuse. Nessun altro dammuso è stato usato nelle riprese, ma solo come appoggio tecnico (cucina, falegnameria sartoria, parrucchiere).

A bigger splash e Tenuta Borgia

 

Perchè, secondo lei, una location come questa per un film il cui originale era girato in Costa Azzurra, quindi piuttosto agli antipodi da Pantelleria?

“Non ho un’idea precisissima della cosa, anche se nelle scelte di Guadagnino un’elemento importante è la casa, la proprietà, che diventa centrale, protagonista nella narrazione. E’ il luogo che caratterizza, che viene scelto come prima cosa. Forse questo luogo gli ha suggerito una passione incandescente”.

A BIGGER SPASH E TENUTA BORGIA: LA PISCINA E GLI SCENOGRAFI

E sulla scelta di Guadagnino molto ha giocato la piscina, immagino. Il motivo che si rincorre sul fondo della piscina è lo stesso che si ritrova su moltissime cupole di dammusi attraverso tutta l’isola. La piscina nasce così o è stato ad opera degli scenografi del film il motivo sul fondo?

“Sì esatto. Alla piscina, il film di Guadagnino, ha regalato i disegni gialli del fondale. La piscina era stata originariamente progettata per noi dall’architetto Vietti, amico di famiglia, e prevedeva un tavolo nell’acqua, con l’idea di sfruttarla per aperitivi a mollo. Cosa piuttosto difficile al di fuori della stagione più calda. Alla fine il tavolo veniva usato solo come trampolino per i bambini, poi trasformato in una vaschetta idromassaggio e alla fine ricoperto. Mio marito non amava moltissimo la piscina, ed infatti l’ha resa il meno possibile piscina classica: no alla scaletta di ferro per entrarci, il fondo in cemento senza la fodera, le mattonelle al fine di renderla meno piscina e più vasca, abbeveratoio… Quindi anche il fatto che fosse una piscina differente da tutte le altre, che non assomiglia a nessun altra, ha determinato la scelta. In più gli scenografi sono stati molto abili a trovare un collegamento tra i disegni di Hockney  e le classiche linee curve che caratterizzano le cupole dei dammusi panteschi”.

A bigger splash e Tenuta Borgia
A bigger splash e Tenuta Borgia: Dakota Johnson e Ralph Fiennes in una scena del film

Ha conservato qualcosa del set originale?

“A fine riprese mi hanno chiesto cosa volevo conservare di quanto fatto sulla casa per il set. E io ho deciso di conservare i disegni nella piscina e il giallo intenso della porta finestra”.

 

A bigger splash e Tenuta Borgia

GLI SPAZI PIU’ UTILIZZATI E LA VISIBILITA’

Quali sono stati gli spazi più utilizzati nel film?

“La cucina, la mia camera, il soggiorno. Quello che ho notato, rispetto a quello che è la mia percezione della casa, è il tentativo di ridurre gli spazi, creare un’atmosfera ristretta: la camera, il bagno, il vecchio stenditoio dell’uva presso la piscina, che noi non usiamo mai, riempito con tavolini, lampade al fine di rendere un’atmosfera più chiusa e claustrofobica, al contrario degli ambienti aperti che caratterizzano la casa”.

A bigger splash e Tenuta Borgia: Foto di scena del film di Guadagnino
A bigger splash e Tenuta Borgia
A Bigger Splash e Tenuta Borgia: la cucina del Dammuso Grande ora, praticamente identica al set

Come e quanto ha inciso il film sulla visibilità della Tenuta?

“Molto, moltissimo. Anche nel lungo periodo, proprio per l’attenzione che Guadagnino mette nella scelta delle case, in occasione dell’uscita dell’ultimo film del regista, l’attenzione si sposta in automatico al dove/quando del set precedente creando curiosità. Numerosissimi i fan che vengono o che chiedono di visitarla, cosa non sempre possibile visto che solitamente è abitata”.

Lei era presente sul set quando fu girato?

“Sì ero qui a Pantelleria. Non in casa ovviamente perché tutta presa per la troupe e le riprese. Ma ho visitato il set durante le riprese. Tuttavia è piuttosto noioso visto che alcune scene vengono ripetute parecchie volte. Alcune volte, come per le scene di nudo, il set era invece chiuso per la privacy”.

A bigger splash e Tenuta Borgia
A Bigger Splash e Tenuta Borgia: Foto di scena del film di Guadagnino

A bigger splash e Tenuta Borgia mywhere

Tra gli aneddoti da ricordare?

“Una delle scene finali, quando la protagonista, di ritorno dal commissariato, vede un serpente e lo lancia in un cespuglio. Serpente locale non velenoso e piuttosto mansueto. Mi ha colpito l’aplomb e la professionalità della Swinton che senza scomporsi lancia il serpente piu’ volte per i vari ciak. Poi mi ricordo che Ralph Fiennes non voleva mostrarsi quando prendeva lezioni di ballo con una maestra per la scena al circolo San Gaetano (la coreografa Ann Yee, ndr) e aveva provato sul tetto pur di non farsi vedere. Poi la presenza fortemente accentuata degli animali, come il serpente, il geko che cade sul tavolo… i geki non cadono mai da soli!  Per rendere più intensamente l’idea di selvaggio dell’isola, la presenza degli animali è stata accentuata ad arte, quando in realtà le poche presenze selvatiche dell’isola si riducono ai conigli, i topolini e numerosi gatti”.

Marianne Bargiotti

Leave a Reply

Your email address will not be published.