Samuel Sciarra: il Maestro della Chitarra si racconta

Samuel Sciarra: il Maestro della Chitarra si racconta

ITALIA – Dal nostro incontro con il Maestro (e YouTuber) Samuel Sciarra ne esce una storia fatta di passione, sacrificio e dedizione, tutto in onore della chitarra e della musica. Con Sciarra ripercorriamo la sua carriera, parliamo dei migliori chitarristi di sempre, affrontiamo il tema blues e jazz, e cerchiamo di conoscere il rapporto tra i giovani e la manualità musicale.

Quante volte vi è balenata in testa l’idea di iniziare a suonare la chitarra? Se siete tra questi, sappiate che su YouTube, sta spopolando il canale di Samuel Sciarra (quasi 25 mila iscritti e oltre 2 milioni di visualizzazioni totali) Maestro dalla conoscenza  ed esperienza assoluta che sul Tubo propone lezioni, tutorial e approfondimenti sullo strumento e molto altro. Oltre a offrire dritte, trucchetti e consigli pratici, Samuel Sciarra può vantare un’esperienza diretta e completa sul Jazz, sul Funky, sul Blues e molto altro.

Per conoscere la sua incredibile storia, lo abbiamo intervistando, cercando di soffermarci non solo sugli obiettivi del suo canale ma anche sulla sua grande carriera musicale.

Ciao Samuel, è un piacere averti tra le righe di MyWhere. Ci racconti il tuo percorso nel mondo della musica fino ad oggi?

Ciao e grazie per l’invito! Il mio percorso musicale inizia a 13 anni. Guardavo e ammiravo mio padre suonare e mi sono incuriosito sempre di più. La mia è sempre stata una famiglia appassionata di musica. Tra i cantautori preferiti c’erano Dalla, Battisti, Bennato, De Andrè e Ivan Graziani.

Elvis

E tu chi ascoltavi?

Amavo i Platters, Elvis, Paul Anka, Dean Martin e Celentano e ascoltavo molta musica napoletana. Nel frattempo, come molti altri, ho iniziato a suonare qualche accordo sulla mitica Di Giorgio, una chitarra classica brasiliana che mi regalò mio padre molto famosa al tempo. Considera che 30 anni fa non c’era tutto il materiale che puoi trovare oggi. Per reperirlo, andavo spesso da Ricordi a Milano che metteva a disposizione dei clienti gli spartiti ma siccome costavano troppo e non potevo permettermeli, mi mettevo in un angolo di nascosto a copiare gli accordi degli artisti che mi piacevano.

C’è stato un incontro decisivo che ti ha permesso di suonare seriamente?

Conobbi un ragazzo in prima superiore appassionato di Simon & Garfunkel che, vedendomi suonare, mi propose di creare un duo insieme. Non se ne fece molto ma la mia passione per la chitarra cresceva sempre di più. La chitarra mi accompagnava ovunque, nei parchi, a scuola, mi ero creato attorno una comitiva di appassionati e se ci aggiungi che la chitarra piaceva molto alle ragazze, la frittata era fatta!

E poi cosa successe?

Sempre in quegli anni, mio cugino e suo fratello iniziarono a suonare seriamente batteria e chitarra. Con il batterista, abbiamo cominciato a mettere la prima band. Ci esercitavamo tutti i giorni in cantina, fu un bel periodo, suonare con altre persone era anche un motivo di condivisione e scambio. Quella cantina era un via vai. Suonavamo di tutto senza preconcetti. scoprivamo la musica grazie alle contaminazioni di chi passava da lì. Ci siamo confrontati spesso con gente molto più brava di noi che puntualmente ci diceva: ”ragazzi siete bravi, però dovete ancora studiare molto”. Penso  sia stata lì che mi è scattata un po’ la molla: se voglio arrivare a fare della musica la mia professione e suonare con quelli bravi devo migliorare e studiare, saperne sempre di più della chitarra.

È da quel momento che iniziasti a dare lezioni?

Sì, ho cominciato andare a lezioni  di chitarra moderna ma all’inizio avevo solo una vecchissima Samick che mi spaccava le dita, e il mio maestro dell’epoca mi disse che con quella chitarra non sarei andato molto lontano quindi mi sono messo a lavorare nel negozio di mio padre per comprarmi uno strumento.  Alla fine sono riuscito a comprarmi una Ibanez modello Paul Gilbert. Nel frattempo avevamo messo in piedi un gruppo e cominciamo a fare le prime serate, i primi concorsi, mi ricordo che all’epoca suonavamo i Deep Purple, Clapton, Led Zeppelin e tanti altri… Cercavo di reperire informazioni dove potevo, ogni volta che trovavo un metodo me lo facevo prestare. Poi sono arrivato a un punto dove ho deciso di fare le cose ancora più seriamente e mi sono iscritto al CPM di Milano, quando ancora era in via Nicola d’Apulia vicino alla Stazione Centrale. Lì ho avuto modo di suonare di studiare con grandi musicisti ebbi la fortuna di conoscere Franco Mussida, Franco Cerri e tanti altri.

Come hai scoperto il genere Blues e il Jazz?

Quanto ho finito il CPM sapevo tante cose, ma non ero consapevole di quale sarebbe stata la mia strada. Parlando con amici chitarristi, mi nominarono Luca Zamponi, che considero tutt’oggi il Maestro che mi ha fatto amare e scoprire di più la musica. Non mi spiegava solo l’aspetto teorico o tecnico, mi faceva capire l’importanza dei suoni e il potere della musica. Mi ha fatto accendere ancor più la passione e soprattutto mi ha fatto scoprire il “vero Blues” e mi ha introdotto al Jazz. Su quest’ultimo genere posso dire solo un nome: Django Reinhardt che per me rappresentò una folgorazione. Compravo tutti i suoi dischi, cercavo materiali, spartivi, ero ossessionato un po’ come Emmet Ray nel film “Accordi e Disaccordi”. Alla mia passione per Django accompagnavo la mia attività musicale col mio gruppo dove in quel periodo ci cimentavamo in un repertorio Funky/Disco 70’-80 con tappe in Italia e all’estero.

Il funky, un altro genere ancora!

In quel periodo è partito un progetto legato alla musica di Vinicio Capossela, di cui sono sempre stato un grandissimo fan. Ho frequentato in quegli anni gli ambienti teatrali dove hanno iniziato a chiamarmi per suonare dal vivo durante gli spettacoli in cui spesso recitavo come attore. Le musiche che suonavo piacevano sempre di più ho quindi ho cominciato anche a scrivere colonne sonore per altri spettacoli. Tanta musica l’ho scritta per diverse compagnie teatrali nazionali e internazionali come OdinTeatret, Teatro Potlach,Teatro RigodonCrapula Teatro, Scimmie nude. Nel teatro in particolare ho trovato la mia dimensione perché rispetto a suonare nei locali o all’aperto, era un qualcosa che mi assomigliava di più. Il Musicista in Italia lo sappiamo, non ha certo vita facile fra proprietari dei locali, organizzatori degli eventi e agenzie. In teatro invece ho trovato proprio la magia, l’incanto a cui potevo contribuire scrivendo la mia musica.

Torniamo al Jazz. Ci parli del tuo incontro con il Maestro Alessio Menconi?

La necessità di scrivere cose sempre più valide e strutturate mi ha spinto ad approfondire i concetti di composizione autonomamente e in questo periodo ho cominciato a fare collegamenti tra le cose che avevo imparato in passato e quelle che utilizzavo. Ho capito che non tanto la musica classica ma il Jazz era il genere musicale che mi poteva dare quel tipo di consapevolezza, quindi ho intrapreso di studio specifico del Jazz col famosissimo chitarrista americano Jimmy Bruno. Negli ultimi anni poi ho avuto la fortuna di conoscere e incontrare il Maestro Alessio Menconi ed ho intrapreso un percorso con lui di specializzazione sulla chitarra Jazz, Alessio è uno dei migliori che abbiamo in Italia e ho un grande rapporto con lui. Dopo avermi visto e sentito suonare durante le mie lezioni di specializzazione sulla chitarra jazz ha deciso di propormi di collaborare con lui a livello didattico per la sua Academy Online.

Naturalmente in tutto questo ho tralasciato che oltre al suonare e a comporre ho sempre insegnato musica e chitarra anche nelle scuole, sia private che pubbliche.

Come ti è venuta l’idea di creare un canale YouTube? Ti sei prefissato qualche obiettivo in particolare?

L’idea nasce dall’esigenza di condividere alcune delle conoscenze che negli anni ho appreso sia per quanto riguarda la chitarra che per quanto concerne la musica in generale. Pensavo che la mia visione potesse essere apprezzata dal pubblico. Ho creato il canale nel 2013 e a quel tempo su YouTube ero u po’ Naif davanti alla telecamera, ma nonostante questo credo che il mio modus operandi sia piaciuto. Piano piano ho raggiunto un po’ di dimestichezza col medium e ho capito come utilizzare YouTube, vale a dire come un mezzo per veicolare informazioni e intrattenimento per la gente. Devi metterci dentro quello che sai, ma anche quello che sei, devi portare qualcosa di te. Non è per tutti lo capisco perché bisogna mettersi parecchio in gioco e andare incontro a molte critiche.

Se capisci che grazie a YouTube puoi raggiungere milioni di persone in tutto il mondo diventa un’opportunità straordinaria. A livello di numeri non mi sono prefissato un obiettivo ma me lo sono prefissato a livello di qualità. Cerco di portare lezioni sempre interessanti, cose che avrei voluto vedere io quando studiavo, anche per questo pubblico con una frequenza quindicinale.

Sul tuo canale proponi lezioni gratuite di chitarra in tutti gli stili, dal Rock al Blues, dal Jazz alla Classica fino ad arrivare al Gipsy. Qual è il genere in cui ti rispecchi di più?

Come avrai capito sono onnivoro musicalmente. Quando ho bisogno qualcosa di intimo suono un brano Fingerstyle con la classica o con l’acustica; quando ho bisogno di tirare fuori rabbia o frustrazione vado di Blues, quando invece ho bisogno di poesia nella mia giornata suono Gipsy Jazz. Insomma, non posso darti una risposta secca, posso dirti che questi sono i tre generi che mi rappresentano di più.

Qual è il consiglio principale che ti senti di dare a chi vuole imparare a suonare la chitarra?

Il consiglio più grande che posso dare è quello di seguire la propria passione, i propri gusti musicali e la propria predisposizione. Seguendo la propria indole continueremo ad avendo la stessa curiosità tutti i giorni  che prendiamo in mano la chitarra. Quando la musica diventa routine, o suoni qualcosa che è lontano da te o non c’è differenza tra suonare la chitarra e fare una qualsiasi altra professione.

La musica e quindi la chitarra, ci serve per avvicinarci di più a noi stessi ad esprimere quello che siamo. Dopotutto facciamo o ascoltiamo musica per avere indietro delle emozioni. Poi costanza, poco, tutti i giorni è meglio che tanto un giorno solo. Confrontatevi con più musicisti possibili così come ho fatto io da ragazzo.

Samuel Sciarra intervista
Django Reinhardt

Ci fai una top 10 dei migliori chitarristi di sempre? Insomma, quali sono quelli che non puoi non ascoltare?

Sai i nomi sono sempre i soliti: Segovia, Hendrix, Van Halen, ChetAtkins, Santana, Mark Knopfler, Stevie RayVaughan, Andy Summers, NileRodgers, Robert Johnson, Wes Montgomery, George Benson, Robert fripp Peter Green, George Harrison,Yngwie Malmsteen, MuddyWaters, Brian May, Angus Young, Jimmy Page Chuck Berry, Slash.

Voglio però elencarti una serie di chitarristi che mi hanno influenzato e perché.

  • Django Reinhardt è pura poesia è qualcosa di magico l’inaspettato che va contro ogni legge razionale se pensi che una persona con solo due dita possa arrivare a suonare quello che ha suonato lui,e a cambiare il modo di pensare lo strumento è davvero strepitoso.
  • Eric Clapton è un Highlander è passato attraverso qualsiasi epoca, ha visto tutto ha conosciuto tutto è un sopravvissuto, la musica l’ho aiutato a superare cose terribili ed è il motivo per cui è ancora qua e suona come suona “Clapton isGod”
  • B. King lui è l’esempio per tutti noi che vogliamo fare Blues se vuoi imparare da qualcuno nessuno meglio di lui.
  • Paul Gilbert come dicevo prima per me rappresenta la gioia della musica una delle persone più positive in questo mondo della musica.
  • Joe Passè una leggenda ancora una volta un chitarrista che ha cambiato il modo di suonare lo strumento ha portato il ChordMelody ad un altro livello.
  • Marc Ribot Io adoro, col suo stileè capace con pochi accordi creare un ambiente sonoro e un mondo proprio come fa nei pezzi di Tom Waits.
  • David Gilmour per la visione musicale e per aver fatto la storia del rock.
  • Santana è  cuore, ritmo e melodia.
  • Hendrix ma principalmente per il modo in cui ha reinventato lo strumento, Tutto quello che facciamo oggi con la chitarra elettrica arriva da lui.
  • Dominic Miller, il chitarrista di Sting, dal punto di vista di gusto, eleganza, arrangiamenti e soluzioni armoniche lo trovo sublime, lui non è un chitarrista, è un compositore vero e proprio.

Oggi i ragazzi passano sempre più ore davanti ai cellulari e la parola manualità risulta quasi come obsoleta. Com’è il rapporto tra i ragazzi di oggi e il mondo del musica?

Purtroppo la maggior parte dei ragazzi non ha gli stimoli giusti e non per colpa loro, è un problema culturale. Quando la famiglia si disinteressa di questo aspetto, i ragazzi accolgono quello che gli propone la moda, quindi la Trap o i generi affini, ma quando gli fai capire la bellezza e l’importanza della musica, ti posso assicurare che non rimangono certo indifferenti. Lo so perché ho insegnato per tanti anni ai giovani nelle scuole e quindi conosco bene quello di cui parlo. Dobbiamo stimolarli, abituarli ad avere curiosità e non accettare passivamente quello che gli viene propinato dal mainstream. Per fortuna ho giovani allievi che hanno una buona cultura musicale per propria indole o tramandata dalla famiglia. Aiutiamoli noi a trovare gli ascolti giusti, il bello nella musica, perché come diceva Dostoevskij   “La bellezza salverà il mondo” e in un periodo come questo ne abbiamo davvero bisogno.

Grazie Samuel, complimenti per la tua grande passione per questo fantastico strumento!

Un saluto a tutti i lettori e buona musica.

COME SEGUIRE SAMUEL SCIARRA

Informazioni sui corsi: info@samuelsciarra.it

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Paolo Riggio

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