MONDO – L’istinto materno pare debba essere una prerogativa insindacabile di noi donne. E se non lo avvertiamo, è solo perché siamo troppo giovani o troppo immature, ma prima o poi, il desiderio di maternità, si farà sentire prepotente, eccome! Dicono. Siamo davvero certi che sia innaturale che una donna non voglia dei figli? Leggiamo tra le righe attraverso due fiction TV…
Uno degli amori più nobili e più celebrati è sicuramente quello di una madre verso i propri figli. Perché è un amore che nasce ancor prima di incontrarsi e che non ha condizioni: non serve avere virtù particolari per meritare attenzioni e affetto; basta essere figli. Ma, se l’amore materno non è mai messo in discussione proprio in virtù della profondità del sentimento, la maternità è invece spesso argomento su cui, più o meno tutti, pensano di poter esprimere il proprio personalissimo pensiero.
“Quando ti decidi a fare un figlio? Non sarai giovane per sempre!”.
“Diventare mamma a 45 anni… che egoista! Non pensa che sarà già vecchia quando suo figlio sarà appena adolescente…”.
“Pensa troppo alla carriera, non bada abbastanza a suo figlio”.
Ecco, queste sono solo alcune delle amenità che tante donne sono costrette a sentire quotidianamente, come se quella di diventare madre non sia una scelta unicamente personale, di cui discutere nel privato della propria casa anziché nella piazza del paese.
Ma ad avere la peggio non sono le donne troppo giovani, troppo attempate, troppo egocentriche o troppo viziate per poter essere anche delle buone mamme. Le più contestate o, quantomeno, guardate con sospetto sono quelle che decidono, consapevolmente, di non mettere al mondo un figlio.
Ne ho avuto l’ennesima prova qualche mese fa quando, a distanza di pochi giorni, su tv e social, si è lungamente affrontato il tema del (mancato) desiderio di maternità, in due episodi distinti.
SI PUO’ ANCORA SCEGLIERE DI NON ESSERE GENITORE
Stavo facendo pigramente zapping quando mi sono imbattuta in una puntata di Cambio Moglie, format prodotto da Banijay Italia andato in onda su Nove, in cui due famiglie – le cui vedute sono generalmente molto distanti tra loro – si scambiano le mogli per una settimana. Si tratta di un esperimento sociale in cui due donne si trovano alle prese con un nuovo marito, figli, casa e contesto familiare e sociale completamente diverso dal proprio. Le mogli sottostanno alle regole della famiglia ospitante per i primi due giorni, trascorsi i quali propongono dei cambiamenti, in linea con il loro stile di vita. Al termine della settimana, le due coppie si incontrano per confrontarsi e commentare l’esperienza appena vissuta.
Protagoniste della puntata due coppie: la prima, due coniugi molto attenti all’ordine, alla pulizia, totalmente devoti alle loro bambine. Entrambi convinti che una famiglia è tale, solo se dall’unione nascono anche dei figli. La seconda, un universo diametralmente opposto: disordinati, insofferenti alle regole, ma soprattutto senza pargoli. Per scelta. Perché, strano da credersi, ma si può ancora scegliere di non essere genitore e, comunque, bastare a sé stessi. Incuriosita dalle dinamiche che si sarebbero create dall’unione di due universi tanto lontani, mi sono messa comoda sul divano con piglio da antropologa.
Come era prevedibile, dall’incontro tra una donna che non vuole essere madre e un padre di famiglia che vive per le sue bambine non poteva che venir fuori ciò che, almeno una volta, anche se nascosto sotto strati di finto modernismo, hanno pensato più o meno tutti. È innaturale che una donna non voglia dei figli. E quando se ne pentirà, sarà ormai troppo tardi.
LE ASSURDE CRITICHE SUI SOCIAL A RITA LEVI MONTALCINI
Il secondo episodio si è verificato in occasione della messa in onda del tv movie Rita Levi-Montalcini (ora disponibile su RaiPlay per chi se lo fosse perso il 26 novembre scorso), diretto da Alberto Negrin, in cui Elena Sofia Ricci veste i panni del premio Nobel per la medicina che, come è noto, non è mai diventata né moglie né madre. Per sua libera e consapevolissima scelta, votando la propria vita allo studio prima, alla ricerca poi. Nei giorni a seguire la notizia è stata riportata sui social a cui sono seguite, immancabili, le reazioni degli utenti: oltre a chi, giustamente, difende la libertà di seguire la propria strada, anche se questa non contempla il mettere al mondo dei bambini, c’è chi trova deplorevole rinunciare alla maternità per inseguire la carriera; chi ci ricorda che da “vecchie” ci ritroveremo sole e chi sottolinea le gioie che solo i figli sanno regalare.
In un’epoca in cui le donne hanno conquistato, con tenacia e merito, l’indipendenza, l’autonomia e l’autorevolezza, ci chiediamo ancora se una donna possa considerarsi davvero realizzata se tra i suoi progetti non c’è quello di diventare madre. Si guarda con riprovazione, quasi con imbarazzo, una donna che, volutamente, non assolve il (presunto) compito che la natura le ha assegnato.
MA PUO’, LA VITA DI UNA DONNA, ESSERE PIENA ANCHE SENZA FIGLI?
Ovvio che sì. Possiamo essere complete e risolte anche se non avvertiamo il bisogno viscerale di accogliere il dono della maternità. E non siamo donne di serie B se a gratificarci c’è dell’altro. È arrivato il momento di accettare che alcune donne non hanno figli, semplicemente perché non ne vogliono. Non perché troppo concentrate sul lavoro al punto da sacrificare la famiglia sull’altare della carriera, o perché non in grado di prendersi delle responsabilità.
La maternità non è un merito; è una scelta nobilissima che regala tanto a chi decide di prenderla, ma non toglie nulla a chi imbocca strade alternative.
E no, non saremo sole se avremo seguito la nostra strada, tappezzata di obiettivi, gioie, delusioni, momenti di condivisione, di solitudine anche, in cui ritrovarsi e riprendere il cammino. Una strada tappezzata semplicemente di vita.
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