Vivi e lascia vivere lo conferma. Napoli è la nuova Hollywood del cinema italiano

Vivi e lascia vivere lo conferma. Napoli è la nuova Hollywood del cinema italiano

ITALIA – Giovedì 28 maggio su Rai 1 andrà in onda il finale di stagione di Vivi e lascia vivere. La serie tv con Elena Sofia Ricci e Massimo Ghini è solo l’ultimo esempio cineturismo legato a Napoli. Ma quali sono gli altri film o serie tv che meglio raccontano l’anima del capoluogo campano?

I suoi colori, la sua luce, il suo splendore. Una Napoli così non si raccontava da tanto. E’ forse questo il più grande merito di Pappi Corsicato, ex assistente di  Pedro Almodovar, documentarista, regista cinematografico e ora autore dello sceneggiato Rai Vivi e lascia vivere.

Napoli – Borgo Marinaro

Parliamo di un prodotto da 7 milioni di spettatori a puntata e capace di raggiungere il 25% di share. Aldilà della trama, Vivi e lascia vivere mostra tanti angoli e tanti scorci di Napoli, scorci che fanno da sfondo a Laura e che raccontano una Napoli che, come ha spiegato il regista: “è stata dimenticata”. Ma non solo, Napoli viene dipinta come una città dinamica e in continuo movimento, perfetta per fare da sfondo alla narrazione.

Grand Hotel Vesuvio a Via Caracciolo
Il Grand Hotel Vesuvio a Via Caracciolo difronte a Borgo Marinaro dove si svolgono le scene principali della quinta puntata (Foto MyWhere)

Pappi Corsicato è arrivato a dirigere lo sceneggiato Rai dopo una carriera a dir poco camaleontica. Negli anni, il regista napoletano è stato assistente di Pedro Almodòvar in Legami (con Victoria Abril e Antonio Banderas). Sempre a inizio carriera, ha conquistato il Nastro d’Argento nel ’93 per la miglior opera prima con il film Libera. E poi, naturalmente, i documentari. Oltre 30, di cui molti presentati al Modern Tate Museum di Londra e al Centre Pompidou di Parigi.

VIVI E LASCIA VIVERE: DI COSA PARLA LA FICTION DI CORSICATO

Foto MyWhere scattata durante le riprese dello sceneggiato

Laura Ruggero (Elena Sofia Ricci) ha 50 anni, vive a Napoli e lavora come cuoca all’interno di una mensa. Suo marito, Renato, suona a bordo delle navi da crociera. I due coniugi hanno tre figli: due adolescenti di nome Nina e Giovanni e Giada, la loro primogenita. Laura e Giada hanno un rapporto complicato e difficile. La famiglia Ruggero è una famiglia apparentemente come tante. Un giorno, dopo un viaggio misterioso, Laura comunica ai figli che il padre è morto in un incendio a Tenerife. Da quel momento, le vite di ognuno di loro cambiano. Laura deve diventare una donna indipendente e decide di reinventarsi un lavoro, aiutata dalle sue amiche. Il tutto condito da un passato, quello di Laura, misterioso e insospettabile.

Vivi e lascia vivere MyWhere
Foto MyWhere scattata durante le riprese della fiction con Iaia Forte in primo piano

La fiction è stata accolta positivamente sia dal pubblico che dalla critica. A colpire lo spettatore sono i temi affrontati che appassionano; si va dalla famiglia all’emancipazione femminile, dal ruolo della donna nel lavoro alla voglia di riscatto, fino ad arrivare alla componente misteriosa e, dulcis in fundo, ad una Napoli che così colorata non si vedeva da tempo. Ma i colori e lo stile registico da Almodovar a Corsicato ci hanno insegnato, attraverso le loro pellicole, queste visioni cariche di energia a tratti quasi fluorescente.

Colpisce poi la performance della Ricci, vero elemento portante della fiction, una dark lady capace di rendere particolare una storia forse già vista ma piena di spunti e riflessioni. Peccato il costumista, vera nota dolente di questa fiction. Soprattutto il personaggio di Elena Sofia Ricci è di una sciatteria unica. Perenne mollettone nei capelli, (che non si vedono più dagli anni 80), stesso pantalone e maglietta 24 ore al giorno da 5 puntate… Tristezza infinita! A differenza delle figlie che sfoggiano abitini trendy h24.

Tra i personaggi più riusciti della serie (anche come look), c’è Marilù, interpretata dalla musa per eccellenza di Corsicato, vale a dire Iaia Forte. E’ infatti proprio col regista napoletano che l’attrice ha dato il meglio di sé in carriera, prendendo parte a 7 sue opere in totale. Quali? Oltre a Vivi e lascia vivere, possiamo trovarla in Libera, I buchi neri, I vesuviani, Chimera e Il Seme della Discordia.

NAPOLI VISTA DALLA TELEVISIONE… E DAL SET

Totò, De Sica, Troisi. La città di Napoli è sempre stata una delle capitali italiane del cinema. Ma negli ultimi anni, il capoluogo campano è riuscito a trasformarsi in una sorta di nuova Hollywood del cinema italiano.

In tempi recenti, sono stati infatti girati e ambientati qui Napoli Velata di Ozpetek o The Happy Prince di Rupert Everett, tanto per citare una produzione internazionale. Sempre Napoli è la location de L’Amica Geniale, serie tv nata dal best seller di Elena Ferrante.

Capitolo film. A parlare sono i numeri. Dal 2015 al 2020 a Napoli sono state girate la bellezza di 1000 pellicole. Qualche altro esempio? Martin Eden con il grande Luca Marinelli, 5 è il numero perfetto con Toni Servillo e per tornare alle fiction I bastardi di Pizzofalcone, tratta dai romanzi di Maurizio De Giovanni.

E poi, naturalmente, Gomorra – La Serie (e tutti gli spin-off annessi), capace di sfondare addirittura negli Stati Uniti.

Tutti i napoletani hanno incrociato, almeno per una volta, lungo le strade della città, uno o più set cinematografici. Ovviamente il luogo più ritratto è il lungomare ma, da Scampia al Rione Luzzati, da Ponticelli a Sanità, non c’è quartiere in cui i registi non siano andati ad intrufolarsi a caccia di scenografie naturali che non hanno eguali nel paese. Secondo i dati forniti dalla Campania Film Commission, la regione in questione è la seconda in Italia per numero di lavorazioni cinematografiche alla spalle dell’irraggiungibile Lazio.

Redazione

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