Difesa Personale, la versione di Manuel Spadaccini: “In strada chi ha la testa vince e tutela anche il soggetto ostile”

Difesa Personale, la versione di Manuel Spadaccini: “In strada chi ha la testa vince e tutela anche il soggetto ostile”

ITALIA – Conoscere le diverse modalità con cui si può essere aggrediti, saper valutare ogni tipo di rischio, prevenire le situazioni più pericolose. Sono questi i comandamenti di Manuel Spadaccini, fondatore della Krav Maga Academy, scuola specializzata nella difesa personale professionale. Per conoscere la sua storia e i suoi messaggi, lo abbiamo intervistato.

Nome? Manuel Spadaccini. Impiego? Insegnante di difesa personale professionale. Specialità? Krav Maga. Armi? Esperienza, gentilezza e buon senso. Obiettivi? Insegnare ad essere padroni di sé, a evitare che la rabbia si trasformi in violenza, a saper dominare lo stress da panico e infine, offrire metodi efficaci per non essere inermi durante un’aggressione. In una parola? Krav Maga Academy, la visione di Manuel Spadaccini, un missionario della difesa personale che nella vita è stato molte cose, ma non ha perso l’entusiasmo e la passione per trasmettere ai cittadini gli insegnamenti giusti.

Con Manuel abbiamo parlato nel dettaglio degli obiettivi della Krav Maga Academy, Società dedita alla “difesa personale professionale” che promuove lo sviluppo e la pratica delle tecniche di difesa utilizzate dalle Forze dell’Ordine. Non solo, ci siamo soffermati su tematiche delicate come il bullismo e abbiamo ripercorso la sua storia da YouTuber di successoil suo canale si appresta a raggiungere i 100 mila iscritti e milioni di visualizzazioni totali– per poi concludere con alcuni consigli utili su come trovarsi preparati ad un possibile attacco di un malintenzionato.

Ecco la nostra chiacchierata con lui.

Ciao Manuel, è un piacere averti tra le righe di MyWhere. Come definiresti il tuo canale YouTube a chi non lo conosce?

Ciao a tutti, il piacere è mio! Il mio canale nasce sulla falsa riga delle mie competenze e delle mie esperienze, passate e presenti. Da quasi 25 anni sono un professionista nel settore difesa e sicurezza. Dopo aver lavorato nell’Arma dei Carabinieri e vissuto esperienze all’estero in questo senso, penso alla Russia o al Brasile, ho voluto trasmettere queste esperienze al pubblico della rete. Il canale è una costola del progetto KMA, Società che promuove lo sviluppo e la pratica della difesa personale professionale . Il mio obiettivo è appunto quello di riproporre le tecniche derivate dal Krav Maga israeliano, metodi efficaci e testati sul campo da migliaia di miei allievi.

Una particolarità dei nostri contenuti è che queste tecniche non derivano da un approccio sportivo, ma sono utilizzate in ambito professionale dalle Forze dell’Ordine. E poi il progresso: le nostre tecniche vengono continuamente testate dagli operatori e se vediamo che qualcosa funziona la proponiamo, altrimenti andiamo a modificarla. In poche parole, siamo sempre in crescita.

Perché secondo te il Krav Maga è una disciplina diversa dalle altre?

Come ricordo sempre il Krav Maga non è un’arte marziale. È uno strumento che viene utilizzato dai militari israeliani per affrontare a mani nude avversari anche armati. È una disciplina diversa perché non c’è una parte filosofica o spirituale da rispettare, è un’arte più diretta e forse anche più immediata, proprio in virtù delle necessità per cui è stata ideata. La sua efficacia è incredibile tanto che in tutto il mondo trova applicazione sia per le esigenze dei comuni cittadini che delle Forze dell’Ordine. Il Krav Maga è stata studiata proprio per i combattimenti di strada e rappresenta uno strumento utile per affrontare certe situazioni difficili. È fondamentale però rivolgersi sempre a buoni maestri e alle scuole valevoli, scuole che siano in grado di comunicare e diffondere i messaggi giusti.

Entriamo quindi a gamba tesa sul tuo progetto della Krav Maga Academy. Com’è nato? Ti aspettavi questo successo?

Inizialmente mi capitava di dare lezioni di Krav Maga e di difesa personale ad amici. Piano piano, mi sono reso conto, anche in base ai feedback dei miei allievi, che si poteva creare qualcosa di più grande. Il mio bagaglio di esperienze mi permetteva di diffondere queste tecniche efficaci e in più qualche amico mi fece notare una mia spiccata capacità nel comunicarle nel modo giusto. Mi dissi, perché non provare a ideare una società? Insieme al mio team, siamo partiti da Lecco e piano piano ci siamo espansi. Decisivo, in questo senso, è stato l’utilizzo dei social. Da quando abbiamo iniziato a prendere dimestichezza con il mezzo ci siamo fatti conoscere a livello nazionale e il progetto ci è letteralmente esploso per le mani. La priorità però resta sempre la qualità delle nostre proposte formative.

Il tuo canale nasce anche come una sorta di sfida al bullismo. Quanto è importante questo aspetto per te?

È importantissimo, il bullismo è una piaga che va combattuta e a fare la differenza è la nostra testa. Spesso leggo commenti sui social sbagliatissimi. Ai miei allievi dico sempre che quando siamo in prossimità di uno scontro, dobbiamo ragionare con la testa, salvando noi stessi ma anche chi la testa in quel momento l’ha persa. Dobbiamo essere in grado anche di tutelare il soggetto ostile.

La prima scelta deve essere sempre evitare lo scontro, perché quello scontro, e basta pensare ai fatti di cronaca, può trasformarsi in una carneficina e può distruggerci la vita, sia a livello fisico che a livello legale. Prendere parte a una rissa e magari uscirne vincitori, non ci darà nulla in più nella vita. Anzi, potrà costarci denunce, problemi fisici, o ripercussioni legali ed economiche sui nostri genitori. Concludo quindi dicendo che usare il cervello e tenersi fuori da uno scontro significa essere dei veri vincitori, l’esatto contrario di un bullo. I muscoli non bastano nella vita, è necessario saper tenere a freno le emozioni, soprattutto in questi contesti.

Manuel Spadaccini

Molte volte viene fatta questa domanda: va bene imparare le tecniche, ma siamo sicure che, durante un’aggressione, si possa davvero difendersi? Cosa ti va di rispondere a riguardo?

Nella vita di sicuro ci sono la morte e le tasse! Non abbiamo alcuna garanzia che ogni tecnica che proponiamo funzioni, questo qualsiasi istruttore deve dirlo in maniera onesta. La non garanzia però, paradossalmente, è punto di forza per noi: chi sa questo sa bene che anche conoscendo il Krav Maga non deve sottovalutare il proprio assalitore in nessun modo, dovrà rimanere concentrato e focalizzato sull’obiettivo: difendersi.

Uno dei nostri obiettivi a KMA è quello di dare delle linee guida, anche grossolane, da abbinare al proprio istinto di sopravvivenza che in queste situazioni si attiva sempre. Senza queste linee guida, il soggetto aggredito inesperto, di fronte ad un attacco, improvviserà, pasticcerà e non potrà mostrare una difesa efficace.

Ci fai un esempio?

Se il tuo aggressore sta utilizzando un’arma contro di te, devi focalizzarti solo sul toglierla e non su altri fattori. Se osserviamo come avvengono molti accoltellamenti notiamo che spesso l’aggressore riesce a pugnalare molte volte il malcapitato. Perché? Perché il malcapitato cerca di spingerlo via, di attaccare il volto dell’aggressore, ma in quei casi la priorità deve essere sempre fermare il braccio armato.

Tornando al tuo canale YouTube, qual è il video che hai realizzato a cui sei più legato?

Ce ne sono tanti che ancora vedo con affetto, uno che ricordo spesso è “Cosa fare in un’aggressione” in cui introducevo un concetto che scherzosamente chiamo la Trinità: prima di ogni aggressione subita, dobbiamo chiederci SE, COME e QUANDO reagire.

La mia prima scazzottata di quando avevo 16 anni.

Mi sono accorto mentre creavo questo video, che seguivo già il mantra che oggi cerco di comunicare ai miei ragazzi: usare la testa prima di usare i muscoli. Insomma, ero già fatto così’ a 16 anni e questo non può che inorgoglirmi.

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Paolo Riggio

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