Ali e Nino, gli amanti giganti che gridano il loro amore

Ali e Nino, gli amanti giganti che gridano il loro amore

MONDO – Un lungo cammino dall’Italia alla Georgia sul filo di un unico tema, l’Amore, quello vero quello che oltrepassa le epoche, le mode e forse anche il tempo.

Squillo di un telefono robusto inconfondibilmente grigio sopra un qualunque comò, inconfondibilmente marrone familiare a tutti come le parole che risuonano dalla bocca di una mamma qualunque che dice:

Chiaraaaaa al telefono è Marco”.

Il percorso di una Chiara qualunque in un qualunque angolo di una qualunque casa diventa interminabile anche se è solitamente incitato da una corsa che tenta di accorciarlo e porta a scapicollarsi per rispondere a quel Marco. Sembra come se fosse l’ultima chiamata della vita e anche l’ultima occasione.

Solitamente il telefono anche senza fili veniva spostato in angoli nascosti dove la telefonata durava ore e la pubblicità di “Mi ami ma quanto mi ami? E mi pensi ma quanto m pensi?” la rappresenta in pieno.

Ma niente può rappresentare le attese senza conferme e senza notifiche o spunte verdi, solo una sola forte sensazione, un enorme nodo in gola che si ferma quel giorno, quando non si aspettava più.

LA SOLITUDINE DELLA PAUSINI: QUANTO SAREBBERO DURATI OGGI LAURA E MARCO?

Oltre al famoso libro di Kurban Said, la storia di Ali e Nino è stata anche trasposta al cinema da Asaf Kapadia nel 2016

Marco che da giorni non sentivamo, Marco sembrava sparito e morto senza poter avere nessuna possibilità di saperlo vivo in altri modi se non con il telefono, quel giorno aveva la voce più bella del Mondo e il nostro arrossire e parlare a bassa voce diventava la cosa per cui valeva la pena stare al Mondo.

Chi di noi nato in un anno senza nessun due davanti non si è mai sentito una Chiara o un Marco, che ricorda molto il Marco della Solitudine di L. Pausini, costretto a partire con la propria famiglia per sempre e costretto a scappare così un giorno per caso piantando per sempre la propria Laura sopra un banco di scuola.

Quanto sarebbero durati oggi Marco e Laura? così come alcuni amori che sono stati spezzati da eventi anche più seri, anche semplicemente gli stessi amori a distanza che non hanno funzionato per motivi magari oggi tra un followers e l’altro sarebbero resistiti a tutto.

Pensiamo agli amori estivi che poi finivano l’anno dopo quando stessa spiaggia e stesso mare lo stesso ragazzo che avevi baciato l’anno prima lo si rivedeva con un’altra l’anno dopo e a volte lo si rivedeva e basta e neanche si riconosceva.

E allora senza avere il gusto, come abbiamo oggi di sbirciarlo nel tempo, capivamo solo in quel preciso instante, che i nostri gusti erano cambiati e che semplicemente noi eravamo cambiati.

LA STORIA DI ALI E NINO, GLI AMANTI GIGANTI

Oggi la corsa dietro uno squillo rischiando di perdere una gamba è stata sostituita da dita frettolose e da “scriverò di amarti sulle note di un iphone” espertissime mani curiose e affamate di sbirciare come se guardassimo dentro la serratura di una porta, aspettando poi solo un consenso ad una sola nostra foto apparentemente spontanea che invece cela una accuratezza così maniacale che ci ha rubato un bel mucchio di cose.

Pensando a questo duro periodo di isolamento che abbiamo dovuto passare tutti noi non riesco ad immaginare come sarebbe potuto essere stato trascorrerlo senza quello a cui ormai siamo tanto abituati, abituati a tal punto che il nostro telefono lo portiamo anche in bagno e ci fungendo spesso anche da lassativo.

E allora il mio pensiero approda in Georgia e arriva da Ali e Nino che sembrano assolutamente contro il nostro tempo ma che in realtà hanno molte cose più in comune di quanto immaginiamo.

Ali e Nino che confondono con i loro nomi la loro sessualità, oggi sono due statue giganti  e a differenza delle coppie moderne a separarli è stata la prima Guerra Mondiale.

Ali, un azero mussulmano che si innamora di una principessa georgiana, Nino e purtroppo, dopo che sono finalmente in grado di stare insieme la guerra li colpisce, colpisce la loro casa dove finalmente si erano potuti amare e Ali muore.

Tamara Kvestitadze, artista georgiana nel 2010 dedica una scultura in movimento e li trasforma in due figure di uomo e donna un po’ trasparenti in segmenti sovrapposti che ogni sera alle 7 si incontrano e si baciano e incastrando i loro pezzi è come se incastrassero le loro anime

La nostra guerra ci ha privato maggiormente i delle relazioni ma ci ha fatto capire nello stesso tempo l’importanza delle relazioni.

I corpi si impegnano tanto ad avere rapporti carnali ma forse il rapporto d’amore non ha bisogno di un corpo è come il  bimbo che smonta la sveglia per spiegarsi il tempo, non esiste tempo ma solo qualcosa che va oltre il tempo  oltre i sensi oltre i corpi e rimane eterno per sempre…

Nel mese dell’amore di un anno così strano Ali e Nino rappresentano perfettamente non i nostri corpi ma quello che le nostre anime sono in grado di sentire e di lasciare con noi per sempre.

Testo di Sara Carletti

Autore MyWhere

Leave a Reply

Your email address will not be published.