Ho incontrato Mario Desiati in occasione della presentazione del suo ultimo libro in Feltrinelli a Roma. Il romanzo parte da Francesco, detto Veleno, che ha ben impresso in mente la frase di sua nonna Comasia «L’amore per crescere ha bisogno di muri, proprio come l’edera».
Veleno è timido e solitario, fino ai quattordici anni è vissuto immaginando vite eroiche e ammirando i coetanei più intraprendenti. Il suo universo quotidiano, nel paese pugliese dove vive, è quello della scuola, con regole e muri che sembrano fatti per essere invalicabili.
Veleno un giorno incontra Donatella, professoressa di Educazione tecnica, e nonostante lei abbia il doppio degli anni di Veleno, attrae i suoi giovani allievi.
La professoressa siede tra i banchi ed ascolta i ragazzi, e crea un dialogo come nessuno ha mai fatto prima. Nasce un’attrazione irresistibile, destinata a essere scoperta nel clamore dello scandalo.
Un’attrazione imperdonabile, interrotta con la massima violenza. Per ristabilire l’ordine ognuno deve essere rimesso nella casella che gli spetta. Tutti i protagonisti della storia appaiono come ragazzi plagiati da Donatella, che diviene la plagiatrice da punire.
Veleno scopre allora una solitudine più profonda, l’isolamento di chi supera la linea d’ombra dei sentimenti leciti, e contro la famiglia, contro la norma che gli impedisce di amare, costruisce il suo onore, il futuro, la sua legge che non umilia né separa. Veleno saprà aspettare, costruirà tutto intorno al silenzio dell’attesa, e con gli occhi rinnovati dal desiderio si accorgerà di essere circondato da amori che sono tali proprio perché proibiti…
“Il libro dell’amore proibito” è un romanzo sul desiderio, sugli amori impossibili e la cieca, folle fedeltà a un sentimento che non ha barriere.
INTERVISTA A MARIO DESIATI
Non avevo letto i suoi precedenti romanzi “Neppure quando è notte” (2003), “Vita precaria e amore eterno” (2006), e l’ultimo, forse il più noto, “Il paese delle spose infelici” (2008). Di Mario Desiati erano state anche pubblicate raccolte di poesie. Quindi la mia prima domanda è stata:
Perché il passaggio dalla poesia alla narrativa? Attualmente sei sempre legato alla poesia?
La poesia per me è la strada maestra della scrittura, trovo nei poeti la strada con cui piegano il linguaggio, trovano le vie migliori per raccontarci una parte di mondo che non vediamo. Devo molto alla poesia italiana del secondo novecento e anche se non ne scrivo, continuo a leggerla e a studiarla.
Perché i tuoi libri parlano d’amore?
L’amore è uno dei temi che cerco sempre nei romanzi che leggo, mi interessano le relazioni impossibili, gli amor fou, ciò che rompe le convenzioni, e quello che mi ossessiona provo a raccontarlo, a prenderlo da un’altra angolazione.
Vuoi dire al nostro lettore perché dovrebbe leggere “Vita precaria e amore eterno”, “Il paese delle spose infelici” oppure l’ultimo “libro dell’amore proibito”?
Non riesco a essere un bravo sponsor di me stesso, posso solo dire che sono tre romanzi in cui l’autore ha trasfigurato la sua realtà, le sue ossessioni, i suoi demoni, ma fondamentalmente autentici, che possa esser questo un male o un bene a seconda dei punti di vista.
Il libro dell’amore proibito è un romanzo sul desiderio, sugli amori impossibili e la cieca, folle fedeltà a un sentimento che non ha barriere. Pensi che il desiderio sia un sentimento contemporaneo? Come lo definisci e descrivi il desiderio?
Il desiderio muove la mia vita sin dal cognome, credo che a un certo punto si inizi a somigliare ai nomi che abbiamo…
E la “fedeltà al sentimento” non è anacronistico?
Fedeltà non è detto che sia a un sentimento, a me interessa l’ossessione che è forse una forma di fedeltà patologica.
Ti definisci un romantico?
Il protagonista dei miei romanzi è sempre romantico, idealista, un po’ sfortunato, e con qualche anno in meno nella testa di quello che dice la sua carta d’identità. Nel mio caso tranne l’anagrafe sentimentale (mi sento un diciasettenne) non sono così.
Da cosa sei stato ispirato in questo libro?
Il romanzo è stato ispirato da un fantasmino che ogni notte mi diceva nell’orecchio un pezzo di questa storia, sembrerò pazzo, ma sono anni che ci provavo a fare un racconto di un amore che nasceva nell’illegalità (il protagonista è minorenne quando conosce la sua lei) e si sviluppava nella premessa che non tutte le cose giuste sono belle (e viceversa).
Grazie Mario. Non so a questo punto se in questa società è più fantasma l’amore di cui parli o la fantasia proibita che contraddistingue la tua vena creativa, ma sono incuriosita dall’amore impossibile (o proibito se preferisci) e mi immergerò nella lettura per sognare e soffrir d’amore come ogni romantico può e vuole fare.
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Bella intervista, interessante e… romantica.
Oltre che comprare il libro mi fa venire voglia di conoscere l’autore!
Grazie Gioia, soprattutto perchè mi definisci romantica! sì il libro ispira sentimento, leggilo!
Sembra interessante. A volte i libri che raccontano l’amore rischiano di cadere nel surreale, altre volte, quelli che raccontano l’amore impossibile, nell’erotico. Eppure sembra molto poetico e romantico. Lo devo leggere!