Dal caschetto biondo all’ombelico scoperto ecco lo stile di Raffaella Carrà nell’opera di costumisti e stilisti

Dal caschetto biondo all’ombelico scoperto ecco lo stile di Raffaella Carrà nell’opera di costumisti e stilisti

ROMA – Ricordando Raffaella Carrà ad un anno dalla sua scomparsa (5 luglio 2021), vi parlo di una esposizione organizzata da Altaroma 2018 che celebrò, in sua presenza, il personaggio-Carrà. Un excursus che ha attraversato tutta la storia della moda nei sessantasei anni spesi davanti alle telecamere.

In occasione di Altaroma è stata inaugurata negli Studi di Cinecittà la Mostra Iconoclasti – lo stile di Raffaella Carrà nell’opera di costumisti e stilisti, con quaranta costumi, selezionati fra oltre quattrocento, provenienti dai vari archivi storici.

L’impeccabile caschetto biondo adottato nei primi Anni Settanta e quasi immutato da allora. L’ombelico scoperto in anni di censure televisive. Le eleganze maliziose e gli eccessi indossati con ironia.

Il bianco, il nero, il rosso, l’oro come colori di riferimento; una cascata di cristalli a rendere indimenticabile il sorriso innocente, un crêpe speciale per fasciare i movimenti sexy. Personaggio dello star system e simbolo di assertività femminile, amata e celebrata secondo logiche trasversali da mondi diversi come la televisione, la moda, la militanza gay, le casalinghe, gli intellettuali, Raffaella Maria Roberta Pelloni, in arte Raffaella Carrà, settantacinque anni compiuti lo scorso 18 giugno di cui sessantasei spesi davanti alle telecamere del cinema e delle televisioni mondiali, è la dimostrazione di come si possa conquistare e mantenere il successo rimanendo fedeli a se stessi.

Lo rivela la prima mostra che il mondo della moda le dedica, analizzando l’opera dei grandi creatori del cinema e della televisione che l’hanno caratterizzata e vestita fin dagli albori della sua carriera e delle firme storiche e nuove della moda che a lei si sono ispirati.

Iconoclasti. Lo stile di Raffaella Carrà nell’opera di costumisti e stilisti è l’esposizione che dal 29 giugno al 15 luglio accompagna la nuova edizione di Altaroma, organizzata per la prima volta negli Studi di Cinecittà, grazie alla collaborazione con Istituto Luce – Cinecittà. Curata presso il Teatro 1 con un allestimento di grande impatto da Fabiana Giacomotti, autrice e direttore scientifico del Master in Teoria e Strategie della Moda a La Sapienza, specialista di costume televisivo, coadiuvata da Annalisa Gnesini, giovane curatrice che ha collaborato a numerose mostre di moda e costume in Italia e all’estero, l’esposizione mette in evidenza i segni e le simbologie più nascoste del fenomeno-Carrà, attraverso costumi, abiti, accessori, oggetti, video, foto, i disegni preparatori e i bozzetti dei più grandi costumisti televisivi e cinematografici come Enrico Rufini, Corrado Colabucci, Luca Sabatelli, Gabriele Mayer, Gabriella Pera, e gli abiti degli stilisti che a questi segni si sono ispirati.

Quaranta costumi, selezionati fra oltre quattrocento, provenienti dall’archivio storico della Rai, di Annamode, della sartoria The One, e di Collezioni Carrà di Giovanni Gioia e Vincenzo Mola, di cui la maggior parte mai esposta fino ad oggi, permettono di identificare gli elementi, i tratti e le ricorrenze stilistiche di Raffaella Carrà in un continuo gioco di rimandi fra costume e moda che diventa evidente nella selezione di abiti firmati da nomi come Renato Balestra, Greta Boldini, Luigi Borbone, Mario Dice, Antonio Grimaldi, Giuseppe di Morabito, Guillermo Mariotto per Gattinoni, Leitmotiv, Fausto Puglisi, Marco Rambaldi, Francesco Scognamiglio, Daizy Shely.

Attentissima la scelta delle fotografie, fra cui un inedito offerto dal figlio del grande impresario Pino Moschini, a lungo collaboratore di Raffaella Carrà; molto curata la costruzione dei video, selezionati fra le oltre 19mila referenze custodite in Rai Teche. Fra gli oltre cento bozzetti in mostra anche la straordinaria selezione preparatoria del personaggio-Carrà, risalente ai primissimi Anni Settanta e firmata da Colabucci, generoso prestito di Stefano Rianda.

Specialissimo anche il catalogo-gadget a tiratura limitata per gli ospiti: un tributo a Raffaella Carrà in versione paper doll su disegni di Cinzia Leone e comprensivo del cartamodello di una delle sue tute più famose, progettata da Simone Bruno dell’Accademia Koefia.

Niente di più bello che ammirare la storia di questo personaggio che entrato nelle nostre case con delicatezza ed ironia. Ho avuto la fortuna di abitarle molto vicino e di incontrarla spesso, magari facendo la spesa, ma guardare questa mostra mi ha reso ancor più consapevole della sua grandezza e del suo spirito innovativo.

Avevo già avuto modo di vedere tutti i suoi abiti esposti nella mostra al al Complesso del Vittoriano per i 90 anni della Radio e i 60 anni della Televisione italiana nel 2014, ma grande merito va riconosciuto a questa nuova edizione di Altaroma che ci ha portato ad ammirare questo particolare percorso espositivo negli Studi di Cinecittà che amiamo tanto e dove abbiamo potuto assistere a meravigliose sfilate tra i celebri scenari della cinematografia internazionale.

Studi di Cinecittà Altaroma
Durante le prove delle sfilate di Altaroma tra i celebri scenari degli Studi di Cinecittà. Foto MyWhere

Oggi, vi ricordiamo che abbiamo parlato degli studi di Cinecittà anche in occasione del compleanno (84 anni) e dei 10 anni di Cinecittà si Mostra

Oggi, vi ricordiamo che abbiamo parlato degli studi di Cinecittà anche in occasione del compleanno (84 anni) e dei 10 anni di Cinecittà si Mostra

 

Tutte le foto sono in gentile concessione di Altaroma

Fabiola Cinque

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