Wim Wenders, Anselm, e il suo ritratto di Kiefer

Wim Wenders, Anselm, e il suo ritratto di Kiefer

ITALIA – Arriva al cinema dal 30 aprile Anselm, le bruit du temps il documentario di Wim Wenders dedicato ad uno dei più importanti artisti del nostro tempo, il pittore e scultore tedesco Anselm Kiefer.

Wim Wenders con Anselm fa il suo ritorno sul grande schermo. Presentato tra le proiezioni speciali al Festival di Cannes nel 2023, il film è stato girato in 3d e in alta risoluzione e racconta il percorso di vita e lo stile rivoluzionario e innovativo di questo grande artista, le cui opere sono esposte attualmente in una grande mostra a Palazzo Strozzi a Firenze. Dopo il successo di Perfect Days, Wenders riprende a lavorare sulle vite dei personaggi noti della storia dell’arte, come aveva già fatto negli anni scorsi sul fotografo Sebastião Salgado e Pina Bausch.

Wim Wenders at Berlinale

Wim Wenders, Anselm: un capolavoro

Il regista tedesco realizza un’opera che consente al pubblico di immergersi in modo unico e profondo nell’universo di Kiefer, artista il cui linguaggio è fortemente influenzato da poesia, letteratura, filosofia, scienza, mitologia e religione. Nato l’8 marzo del 1945 a Donaueschingen, due mesi prima della fine del crollo della Germania nazista, Kiefer è cresciuto in un Paese devastato dalla guerra, che diventa in assoluto il tema predominante delle sue opere. Argomento che lo mette costantemente di fronte alle irrimediabili colpe del proprio paese.

Wim Wenders Anselm
Anselm Locandina

Lui non si tira indietro, si mette in gioco, rivive con coraggio e tenacia tutto quello che ha reso possibile, senza impedirlo, una simile barbarie, esplorando la propria identità e la propria cultura, alla ricerca di un perché del nazismo. “Sono sempre rimasto colpito dall’immensa portata del suo lavoro che tocca storia, astronomia, filosofia, biologia, fisica e miti. Non ci sono limiti alla sua immaginazione. E come nessun altro, è in grado di integrare il ‘tempo” nel suo lavoro e rendere visibili le sue tracce”.

La maestria di Wenders

Così Wim Wenders definisce l’opera di Anselm Kiefer e guardando il film ci si immerge in un viaggio sospeso tra passato e presente, storia e mito, cinema e pittura. Maestro ormai indiscusso nell’uso sublime del 3d, Wenders, di pochi mesi più giovane di Kiefer, costruisce in questo film un universo che corrisponde anche a quello suo personale. Attraverso Kiefer, il regista porta a compimento anche la propria parabola di auto-analisi. Il film mette insieme i momenti fondamentali della carriera di Kiefer. E mostrando alcune celebri opere alternate avarie interviste d’epoca e a parti di finzione, miscela con sapienza materiali d’archivio e ricostruzioni, in cui è evidente il coinvolgimento dello stesso regista.

Anselm, Wim Wenders

Non è certo un caso che il finale del film mostri un’opera di Kiefer del 1985 intitolata Wings, un paio di ali perdute, smarrite da un angelo. Il richiamo è a uno dei film più famosi di Wenders, Il cielo sopra Berlino, presentato a Cannes nel 1987. In Anselm lo spettatore viene trascinato dentro le sue opere monumentali, partecipa al suo corpo a corpo con la materia, una materia da ridurre in frantumi. Proprio come le rovine di una guerra che i due artisti non hanno vissuto, ma chehanno continuato incessantemente a indagare e interrogare per tutta la vita.

Alex D'Alessandro
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