Il Carnevale di Viareggio compie 150 anni

Il Carnevale di Viareggio compie 150 anni

ACCADE OGGI – Il 25 febbraio del 1873 è un giorno storico per la città di Viareggio. In questa data avvenne, infatti, la prima sfilata di carrozze addobbate a festa nella storica Via Regia, cuore della città vecchia. Vediamo gli appuntamenti del Carnevale di Viareggio.

Il Carnevale di Viareggio non è solo maschere e carri. Arte, allegorie, folklore e storia si uniscono in un unico, indelebile momento che ha fatto di questo evento uno dei più famosi in Italia e nel mondo.

Il calendario del Carnevale di Viareggio

Il Carnevale di Viareggio ha un preciso e ricco calendario da seguire. Si è cominciato sabato 4 febbraio con la cerimonia di inaugurazione e l’alzabandiera. Poi i colpi di cannone hanno dato il via al primo corso mascherato che si è concluso dai fuochi d’artificio. Il bis è avvenuto in un tradizionale corso della domenica con inizio alle ore 15.00 del 12 febbraio.

Il 16 febbraio è invece giovedì grasso e il terzo corso mascherato sarà in notturna con il via alle ore 18.oo. Nemmeno il tempo di togliere i coriandoli dalla Passeggiata che si torna nell’anello con il quarto corso di domenica 19 febbraio (alle 15).

Il  21 febbraio sarà martedì grasso e sarà possibile vedere sfilare i carri di nuovo in notturna con inizio alle 17; gran finale sabato 25 febbraio alle 17 con il corso mascherato in notturna di chiusura, che prenderà il via alle 17 e sarà concluso con la lettura dei verdetti della giuria e lo spettacolo pirotecnico.

Curiosi di sapere com’è nato il Carnevale di Viareggio? Non vi resta che proseguire la lettura!

LE ORIGINI DEL CARNEVALE DI VIAREGGIO

La sfilata di carri a Viareggio, come detto, è una tradizione che risale al 1873. L’8 di febbraio con un manifesto spiritoso de “La Società del Carnevale” rogato da un notaio Chiassone (beh, un chiaro nomen omen, come quelli che leggerete nei paragrafi successivo) inizia la storia del Carnevale di Viareggio.

Fu ideato da un gruppetto di giovani gaudenti della buona società viareggina, seduti ai tavoli del “Caffé del Casinò”, allo scopo unico di divertirsi e far divertire con il dovuto rispetto al pubblico mascherabile e non mascherabile.

La giuria composta dai signori Imparziale, Intendente e Buongusto, avrebbe consegnato dopo il Corso del martedì grasso “alla migliore mascherata una immensa quantità di Bottiglie di vini più o meno generosi esteri e nazionali sia bianchi, rossi o neri.

Alla fine del secolo, compaiono in parata i carri trionfali, costruiti con legno, scagliola e juta, modellati da artisti locali e preparati da carpentieri e fabbri, lavoratori nei cantieri navali di Darsena. Con il cambio del percorso delle sfilate dalla Via Regia alla Passeggiata a mare, nel 1905, lo spettacolo del Carnevale di Viareggio beneficia di un palcoscenico notevole, quanto vasto che ispira la fantasia e la creatività dei Maestri carristi.

Poi arriva la prima guerra mondiale. Sembra la fine di tutto.

LA RINASCITA POST BELLICA

Invece il Carnevale di Viareggio fiorisce nuovamente dalle ceneri, più splendido e più grandioso, nel 1921, quando i carri tornano a sfilare lungo la passeggiata a mare, con le quinte delle Alpi Apuane, il palcoscenico naturale e grandioso dei festeggiamenti di Carnevale.

Icilio Sadun compone la prima canzone per il Carnevale, su parole di Lelio Maffei, Carnevale a Viareggio (ormai più nota a tutti come Su la Coppa di Champagne) che diventa poi l’inno della manifestazione. Non tutti sanno, però, che nel 1920 fu chiesto a Giacomo Puccini di comporre la prima canzone per il carnevale. Il grande impegno per la Turandot lo costrinse a rifiutare, passando a Icilio l’onore della composizione.

Sul carro vincitore Le nozze di Tonin di Burio alla corte del Pinaccio di Giuseppe Giorgi sale un gruppo di musicanti: il carro diventa palcoscenico viaggiante.

Un’altra “prima volta” è la pubblicazione della rivista Viareggio in Maschera che ancora oggi racconta il Carnevale.

Il 1923, invece, è la data di nascita del famoso mascherone Pierrot, nostalgica e romantica figura del carnevale, la prima maschera a muovere la testa e gli occhi attraverso un sistema ingegnoso che perfezionato, ha permesso ai costruttori del Carnevale di animare attraverso il movimento le proprie creature.

LA CARTAPESTA, LA SVOLTA DEL CARNEVALE DI VIAREGGIO

Il 1925 segna una svolta per il Carnevale di Viareggio. I carristi cominciano a usare carta a calco o cartapesta.

Questa tecnica incarnava lo spirito del riciclo che si univa alla povertà dei mezzi utilizzati nella lavorazione come la carta di giornale, la colla di farina, la creta, il gesso, i giunchi, andando costituisce la caratteristica della tecnica viareggina per la costruzione dei grandi carri allegorici.

LA NASCITA DI UN’ICONA

Chi conosce Viareggio e chi l’ha visitata sicuramente non avrà mancato di imbattersi in una statua sul lungomare, rossa e bianca con un vistoso cappello e un mantello nero.

Rappresenta Burlamacco, simbolo del Carnevale. Sua compagna di viaggio è Ondina, simbolo dell’estate.

Fu Umberto Bonetti nel 1931 a dar vita a queste figure per la prima volta per veicolare la nota manifestazione.

Carnevale di Viareggio

È un insieme di caratteristiche delle principali maschere italiane dell’epoca. Abbiamo il cappello di Rugantino, il mantello del dottor Balanzone, il costume a scacchi stile Arlecchino, la gorgiera bianca alla Capitan Fracassa e il bottone bianco del Pierrot francese. Dopo la sua prima comparsa, la maschera rimane senza nome durante 8 anni.

Col passare del tempo il Burlamacco si evolve, si trasforma e si aggiorna pur rimanendo sempre fedele al modello iniziale e con lui anche Ondina, sua compagna già dal manifesto del ’31.

Il 21 dicembre 1988 Burlamacco entra, come maschera ufficiale del Carnevale di Viareggio, al Museo nazionale delle arti e tradizioni popolari di Roma. Una figura monumentale in carta a calco di Burlamacco è esposta al Musée de l’Homme di Parigi.

SUL PICCOLO SCHERMO

Il Carnevale ha, come tutto in quel periodo, una pausa forzata dovuta al secondo conflitto mondiale, ma riparte tra case e macerie alla fine degli anni ’40. Poi, nel decennio successivo, comincia a intravedersi la grande calamita che il Carnevale poteva rappresentare per italiani e figure di spicco mondiali.

Infatti, nel 1954, la prima diretta televisiva nazionale in esterna della Rai è dedicata al Corso Mascherato del Carnevale di Viareggio. Addirittura, la telecronaca del 1958 è trasmessa in Eurovisione. I più attenti, avrebbero scorto Humphrey Bogart e Laureen Bacall.

Da allora nulla è cambiato.

Politici, personaggi dello sport e dello spettacolo vengono ogni anno a Viareggio per ammirare la propria effige in cartapesta o semplicemente per godervi questo grande evento che unisce nell’allegria migliaia di persone.

Oggi il Carnevale di Viareggio è una festa viva, giovane e sempre piena di novità che continua a richiamare un numerosissimo pubblico festante proveniente da ogni parte d’Italia e del mondo.

Francesco Frosini

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