Gianni Minà l’inventore della tv intelligente

Gianni Minà l’inventore della tv intelligente

ITALIA – Ci ha lasciato il 27 marzo  anche Gianni Minà il giornalista buono che sapeva parlare, ma soprattutto ascoltare.

Un altro pezzo importante della televisione italiana scompare. Dopo l’addio a Maurizio Costanzo salutiamo ora Gianni Minà. Uno di quei volti che appartengono ai ricordi di infanzia e adolescenza di molti boomers.  Un sorriso divertito sotto i baffi arruffati e una curiosità infantile e impertinente nello sguardo. Famiglia di origine siciliana, ma torinese di nascita.
Inizia come giornalista sportivo  raccontando  otto mondiali di calcio, sette olimpiadi e vari mondiali di pugilato. Autore di programmi televisivi innovativi come Blitz, programma sperimentale della domenica pomeriggio andato in onda dal 22 novembre 1981. Cos’era Blitz lo spiega lo stesso Minà nella presentazione dell’antologia delle sue interviste leggendarie  disponibili su Raiplay

E’ stato un tentativo di far divertire la gente aiutandola a conoscere più cose, a poter giudicare .. era televisione che spiegava era televisione servizio pubblico, era  lasciare nel pubblico una cosa più chiara di quanto non fosse fino a quel momento

Gianni Minà ha intervistato con straordinaria semplicità  grandi personaggi  dello sport, della politica, della musica, dello spettacolo da Federico Fellini a Eduardo De Filippo, da Muhammad Ali a Robert De Niro, da Jane Fonda a Gabriel Garcia Marquez.

Se dovessi dire come è che ho fatto una carriera di scoop è solo rispettando chi ho di fronte

Indimenticabile  l’ intervista al suo amico Massimo Troisi, che avrebbe quest’anno compiuto 70 anni, in cui con la sua consueta ironia e leggerezza dichiarava che ciò che invidiava di più a Gianni Minà era la sua agendina telefonica scherzando sul fatto che vi comparivano nomi improbabili per chiunque.

Il legame con Napoli

Troisi non era l’unica persona a testimoniare il  legame del giornalista con la città di Napoli. Ci sono anche Pino Daniele e naturalmente  Maradona, conosciuto durante i mondiali di calcio del 1986. A lui è dedicato il libro Non sarò mai un uomo comune in cui racconta il calciatore,  la persona  e la storia della loro amicizia.

Storia di un boxeur latino è invece il libro autobiografico che si legge come un romanzo d’avventura, il romanzo di una vita.  La sua lezione di giornalismo traspare ancora dalle sue parole

Io ho la testardaggine di andare a scovare le cose che bisogna raccontare perché è etico farlo.

 

Le foto sono estratte dal profilo IG

Anna Maria Di Francesco
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