ROMA – Eccoci al secondo sold out registrato ieri 27 maggio al Teatro di Villa Lazzaroni. Lo spettacolo SULO PE’ PARLÀ la poetica di Pino Daniele con Enzo Decaro e Antonio Onorato è tornato in scena sabato anche per chi l’aveva già visto a gennaio (come me). Qui la mia intervista a Enzo Decaro dopo aver assistito allo spettacolo dedicato a Pino Daniele per andare oltre questa testimonianza della cultura partenopea che li accomuna. Ecco la visione trasversale nella forza del racconto di Enzo Decaro, da Pino Daniele a Massimo Troisi.
Incontrare Enzo Decaro, attore, regista, sceneggiatore e cabarettista italiano, e godere della sua disponibilità è stata doppiamente un’esperienza. Qui vi racconto la visione della cultura partenopea, ma soprattutto il rapporto umano che l’ha legato a Pino Daniele a Massimo Troisi.
Come è nata l’idea dello spettacolo Sulo pe’ parlà, la poetica di Pino Daniele? Noi l’abbiamo trovato molto emozionante e ci piacerebbe consigliarlo ai nostri lettori ma a Roma abbiamo visto che c’è stata una data unica. È prevista una tournèe? Se sì, in quali città e quando?
Mi piace molto che tu abbia veramente colto il senso di questo spettacolo. Io non lo chiamo neanche spettacolo, è semplicemente un incontro con delle persone che hanno a cuore e che sentono il richiamo, anche sotterraneo, della potenza dell’artisticità di Pino Daniele. Come avrai visto, lo scambio musicale, poetico e anche umano che avviene sul palco con Antonio Onorato, non solo perché siamo amici da tanto tempo, ma perché anche lui ha avuto tante collaborazioni proprio con Pino. E’ stata la prima chitarra ispiratrice di Pino Daniele poi si sono ritrovati. Ecco è una cosa a tutto tondo, parole e musica. Questo racconto è un esperimento che continua ogni volta che abbiamo avuto, e avremo, l’opportunità di rifare lo spettacolo. Peraltro, visto l’esito speriamo, anzi, sicuramente dovremo tornare anche a Roma.
Quanto tempo ha richiesto la scrittura di questo spettacolo? E’ stato difficile “riordinare” i suoi testi in sintonia con le emozioni e tutto quello che evocava la sua poesia? Qualcuno della famiglia di Pino Daniele ha collaborato con lei?
E’ stato proprio partendo dal lavoro di Alessandro Daniele, il figlio di Pino, che stava preparando un lavoro biografico sul padre e contemporaneamente ha dato vita a una fondazione, una onlus che ogni anno dà borse di studio. Io gli ho dato delle cose, degli scritti, testi dei primi tempi della Smorfia quando collaboravamo insieme. In quegli anni, gli anni ’70, a Napoli succedeva che tutti si passavano i compiti, preferivano che si copiasse e si passasse e si divulgasse il compito migliore indipendentemente dall’appartenenza. Quindi con Alessandro abbiamo ritenuto prioritario l’aspetto poetico rimasto un po’ in secondo piano rispetto alla genialità musicale di Pino e abbiamo deciso che valeva la pena tirar fuori queste carte e cartuccelle, come avrebbe detto lo stesso Pino. E l’abbiamo fatto.
Da qui ci ha narrato con una chiave di lettura più profonda e conscia del percorso che era dietro alla costruzione dei testi delle canzoni. È questo il messaggio che voleva trasmettere?
La cosa che mi ha fatto più piacere è che tante persone dopo lo spettacolo sono andate a risentirsi le canzoni di Pino, dicendo ‘Ma io non m’ero accorto che cantandola questa qui diceva questo.’ Ecco il senso di questa, chiamiamola così, operazione che poi operazione non è. Ritengo che non si potrà non annoverare nell’Accademia dei Grandi Poeti italiani del ‘900 anche Pino Daniele.
Quindi la chiave di lettura che ci ha fornito nell’interpretazione di questi testi evidenzia, oltre la poetica, la ricostruzione storica del periodo che Pino Daniele li scriveva. Il tutto mostrandoci la contemporaneità dei vari momenti storici vissuti dalla città di Napoli, e dell’Italia tutta… La grande amicizia che vi legava con Pino Daniele ha fatto sì che riuscisse a leggere oltre la poetica stessa delle sue parole. E questo è il sentimento che si percepisce nello spettacolo. È capitato, nel periodo in cui Pino Daniele componeva i suoi testi, di condividere con lui pensieri e trama delle parole scritte? Se sì, ci può raccontare il perché in quel momento l’autore stesse indagando emotivamente su quel determinato soggetto?
Gli spunti, i semi, le suggestioni tutto il sotto-iceberg di sentimenti, i fili poetici che sono intrecciati nascosti emergono rallentando l’ascolto. E’ come se, rallentando l’ascolto si andasse a percepire qualcosa che la velocità della musica fa perdere. Rallentando invece l’ascolto si va a percepire qualcosa di più profondo, di molto più importante e che durerà certamente nel tempo. A parte il piacere celebrativo, il nostro contemporaneo Pino Daniele non solo merita da una parte tutta la nostra gratitudine e affetto, ma dall’altra parte va ringraziato perché è un maestro. E’ un maestro d’ingegno, di pensiero.
Come è stato ampiamente detto durante lo spettacolo la poetica di Pino Daniele deriva dalla musica e dalla narrativa tradizionale dei testi antichi napoletani cosi come da diverse culture. Quale era il rapporto che aveva Pino Daniele con il territorio? Come riusciva a trasporre nelle sue canzoni storia e contemporaneità?
I grandi vanno sempre celebrati. Io in questo momento sto portando in giro l’Odissea, perché ritengo che Omero sia un grande da portare in giro. Come Il processo a Socrate perché ritengo che Socrate sia un altro genio.
Enzo Decaro è stato un grande amico non solo di Pino Daniele ma anche di un altro grande artista napoletano come Massimo Troisi di cui oggi ricorre il suo 70º compleanno. Data l’amicizia, oltre il connubio professionale, c’è l’ipotesi di creare uno spettacolo per celebrare anche la poetica di Massimo Troisi?
Di certo non l’aneddotica, per cui non racconterei mai aneddoti sulla nostra vita privata, non è mia abitudine farlo anche perché l’aneddotica la lasciamo fare a chi non ha niente altro da fare e che deve raccontare fattarielli, pettegolezzi. Una delle collaborazioni poetiche di Pino Daniele è proprio con Massimo Troisi per ‘Quando’.
Ripartiamo da Quando… Quando farà uno spettacolo dedicato a Massimo Troisi? E quali sono i nuovi progetti dopo questo su Pino Daniele?
Poter andare ad attingere dalle fonti di prima mano delle vette di bellezza, di semplicità, di intelligenza, di umorismo, di sfacciataggine, ma che generano altro pensiero è una cosa veramente preziosa e quindi noi avremo l’occasione e continueremo a farlo nel tempo.
Siamo felici di condividere con voi questa nuova data dello spettacolo a Roma dove io tornerò per riassistere allo spettacolo. Salutandolo lo ringrazio per la sua disponibilità, con un arrivederci e a presto!
In homepage Enzo Decaro, foto Onorato.
Se devo essere sincera, questa seconda volta che ho visto lo spettacolo, mi sono emozionata anche di più. Forse perché la prima volta che assisti e ascolti le parole di Enzo Decaro sulle note di Antonio Onorato, ma estrapolate dalla loro melodia originale, in cui ti viene espressa ed illustrata tutta la poetica di Pino Daniele, per noi napoletani è un pò destabilizzante.
Sì, pure se la mia comprensione della lingua napoletana è ottimale, non avevo mai percepito la contemporaneità e l’amaro ritratto della Napoli più melanconica che c’è in “Na tazzulella ‘e cafè” (il celebre pezzo presente nell’album Terra Mia di Pino Daniele). Così come delle altre poesie, perchè di questo si tratta. Non semplici canzoni ma, la poetica di Pino Daniele è sicuramente il titolo dello spettacolo più giusto che si potesse dare.
INFO
- SULO PE’ PARLÀ
la poetica di PINO DANIELE
con Enzo Decaro e Antonio Onorato - Orario spettacolo: sabato 27 maggio 2023 ore 21,00
- Teatro di Villa Lazzaroni
Via Appia Nuova, 522 – Via Tommaso Fortifiocca, 71 (parcheggio gratuito) – Roma
Info e prenotazioni: 392 4406597 – teatrovillalazzaroni@gmail.com www.teatrovillalazzaroni.com
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