Siviglia-Roma di Europa League, un’altra finale giallorossa: Mourinho per l’immortalità

Siviglia-Roma di Europa League, un’altra finale giallorossa: Mourinho per l’immortalità

BUDAPEST – Siviglia-Roma, di scena mercoledì 31 maggio, sarà la finale dell’Europa League del 2023. José Mourinho ha condotto ancora una volta i giallorossi in una finale europea dopo il trionfo in Conference League della passata stagione. 

Siviglia-Roma di Europa League è probabilmente l’evento più atteso degli ultimi anni tra i tifosi romanisti. C’é chi non mangia, non dorme, non studia e non lavora perché mentalmente incastrato nel pensiero della finale di Budapest. L’intero popolo romanista è in trepidante attesa, tutti sembrano scivolare in un baratro di ansia e paura. Tutti o quasi. C’è un uomo brizzolato nativo di Setubal che è abituato a questo tipo di pressione. Un personaggio che ha vinto tutte le finali tra Champions League, Europa League e Conference League ovunque tra Porto, Inter, Chelsea, Real Madrid e Roma. Si tratta ovviamente di José Mourinho.

Poco importa se nella gara di sabato 27 maggio i giallorossi hanno perso con la Fiorentina, la qualificazione alla prossima Europa League non è a rischio vista la possibile e probabile esclusione della Juventus dalle coppe europee. Proprio con la squadra della Lupa lo scorso anno Mou ha conquistato il primo trofeo europeo del club dopo oltre sessant’anni trionfando nella prima storica edizione della Conference League. Alla sua seconda annata l’Europa League sembrava essere un traguardo lontano, una competizione irraggiungibile per una rosa come quella capitolina falcidiata da infortuni e sfortune varie. Alla fine però l’effetto Mourinho ha colpito ancora facendo breccia nel cuore dei suoi calciatori.

La Roma di Mourinho

Gianluca Mancini e José Mourinho

La Roma ha superato ogni ostacolo contando sulle proprie forze e sul proprio, seppur a volte modesto, organico. Lo Special One ha saputo cementare il gruppo giorno dopo giorno, è stato capace di raccogliere i cocci di una squadra frantumata dagli infortuni alternati di Wijnaldum, Dybala, Karsdorp, Smalling, Spinazzola, El Shaarawy, Kumbulla e Llorente. Mourinho è stato in grado di ovviare alle deludenti o altalenanti prestazioni di Camara, Belotti, Abraham, Solbakken e a volte Ibanez. Lo ha fatto caricando di responsabilità sempre più grandi le spalle dei leader Mancini, Cristante e Pellegrini e inserendo un giovane romano e romanista come Edoardo Bove nelle rotazioni. Proprio il centrocampista prodotto del vivaio giallorosso è stato determinante in questo ultime mese di stagione un po’ come Zalewski nella scorsa.

La gestione di Mourinho

Bove è stato fondamentale nelle semifinali di Europa League contro il Bayer Leverkusen con un gol all’Olimpico, utilissimo con il suo essere “cane malato” (così amorevolmente definito da Mou) mordendo le caviglie di ogni avversario e recuperando infiniti palloni. Lo Special One ha lavorato tanto sulla mentalità dei suoi che, rispetto allo scorso anno, sono cresciuti in maniera esponenziale. Se è vero che in campo il gioco espresso non è certo il TikiTaka di Guardiola, allo stesso tempo non si può mai mettere in discussione la totale applicazione e abnegazione dei giocatori che, per il proprio condottiero portoghese, si butterebbero nel fuoco senza pensarci. Un’evoluzione di atteggiamento e carattere che è avvenuta per lo più a inizio 2023 dopo il Mondiale in Qatar. Dunque maestro di comunicazione e di psicologia ma anche abile tattico che ha fatto della granitica solidità difensiva la principale caratteristica della sua Roma.

José Mourinho foto presa da Instagram

Già detto ma è bene ribadirlo, Mourinho è senza la minima ombra di dubbio un campione di gestione dei suoi uomini. Basti pensare al suo fedele generale Nemanja Matic faro assoluto del centrocampo giallorosso. Il mediano serbo, è il calciatore del quale la Roma non può proprio fare a meno. Dopo infinite stagioni con Mou, il numero 8 continua a fare da equilibratore in mezzo al campo illuminando il prato con giocate fantascientifiche e recuperando palloni sanguinosi come un gladiatore che lotta per la propria vita nell’arena. Da sottolineare che ad oggi, a 34 anni, Matic ha raccolto 48 presenze in stagione mostrando una forma ed una continuità invidiabili. Proprio per questo, la scorsa estate, lo Special One ha voluto che il gigante serbo si trasferisse a tutti i costi all’ombra del Colosseo.

Dybala, Mourinho e la Roma

Se torniamo indietro alla scorsa sessione estiva di calciomercato però il calciatore principe è solo uno: Paulo Dybala. La Joya, accolto come una divinità da migliaia di tifosi romanisti al Colosseo Quadrato di Roma, è talento allo stato puro. Il Campione del Mondo argentino ha deliziato la capitale con il suo genio artistico in campo siglando anche gol e assisti importanti. 36 presenze, 16 gol e 8 assist in 2344 minuti. Il numero di apparizioni di Dybala in giallorosso è stato pesantemente condizionato dalla sua fragilità fisica. Mourinho però è stato sempre abilissimo nella sua gestione. Ha centellinato il fenomeno sudamericano con la stessa saggezza e amore con cui un povero padre di famiglia distribuisce con parsimonia il cibo i propri figli.

Anche in questo caso la maestria del tecnico portoghese ha ripagato la Roma. Stadio Olimpico, gara di ritorno dei quarti di finale di Europa League contro il Feyenoord che all’andata ha vinto 1-0. Dybala è infortunato infatti entra sul risultato i 1-1 al 73′ come se Mou si affidasse totalmente a quei 15/20 minuti che Paulo forse aveva nelle gambe. Lo stadio è gremito di tifosi che sono allo stremo delle forze e sperano ancora in un miracolo che puntualmente arriva. Il minuto è l’89esimo: El Shaaraway al limite dell’area serve Pellegrini che con un tocco di prima trova Dybala. La Joya aggancia il pallone con un controllo allucinante, si gira, difende palla con il corpo e sigla il gol del 2-1 che vale i tempi supplementari, tutto nell’arco di pochissimi secondi. Il resto è storia.

Siviglia-Roma di Europa League: Giallorossa è unica, questa maglia è magica per me

L’anno scorso, dall’inizio alla fine del viaggio europeo della Roma, un coro ha accompagnato la squadra in ogni partita della Conference League. “Se i tuoi colori sventolo, i brividi mi vengono, non mi stanco mai di te, forza grande Roma ale“. Un mantra che i romanisti intonavano sempre anche nelle serate più buie. Alla fine, temprata dal lavoro di Mourinho, la squadra capitolina ha vinto la coppa a Tirana battendo il Feyenoord in finale pur soffrendo fino all’ultimo. Fin dalla prima gara di Conference League, tra i tifosi giallorossi si respirava un aria di magia. La stessa aria che circa 60.000 fortunati respirarono nei quarti di finale di Champions League della stagione 2017/2018 in cui la Roma vinse 3-0 all’Olimpico contro il Barcellona sbarcando in semifinale.

Altro giro altra corsa. Nell’attuale stagione il coro è cambiato ma l’attitudine no. Le parole e la melodie sono diverse ma la mentalità europea della Roma non è cambiata anzi, forse è ancora più forte. “Giallorossa è unica questa maglia è magica per me, tu lo sai la domenica ovunque giocherai ti seguirò” è stato il motivo di accompagnamento di questa seconda campagna europea targata José Mourinho. Certo, la coppa è l’Europa League e non la Conference, ma la squadra della Lupa ha dimostrato orgoglio, coraggio e determinazione in tutto il percorso europeo guadagnandosi la finale. Siviglia-Roma di Europa League, comunque andrà, sarà magia. Il grande merito va condiviso tra giocatori, tifosi e staff tecnico ma forse, una parte più grande andrebbe riservata a Mou, l’uomo delle finali.

Stefano Gentili

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