Dopo la grande mostra parigina, alla Galleria d’arte Moderna di Milano, potremo ammirare lo opere dello scultore milanese Adolfo Wildt.
In ogni tempo la critica d’arte consegna gli artisti agli onori o li condanna all’oblio. La discrezionalità estetica e politica dei critici d’arte ha fatto molte vittime e come una scure ha tagliato la fortuna artistica di molti post mortem o in vita. Ma non sono rari anche i casi in cui artisti acclamati dalla critica siano stati poi dimenticati dalla storia. L’Arte però, quella che resiste al tempo, è come la verità: alla fine viene sempre scoperta. Il tema è sempre attuale e la riflessione si concentra oggi sullo scultore Adolfo Wildt tacciato di essere stato un artista di regime, stilisticamente troppo lontano dal concetto di scultura vigente, la critica dopo la morte lo condanna all’oblio.
L’eroismo, la maternità, la morte, la vita. Sono questi i “sentimenti” universali che l’artista visionario Wildt rende con rara maestria attraverso il marmo. Visse a cavallo tra Ottocento e Novecento e, a dispetto del nome, fu italianissimo. Nacque, si formò e insegnò a Milano e fu maestro di Lucio Fontana e Fausto Melotti.
Vicino al movimento liberty e al simbolismo, le sue opere non rispondono ai canoni estetici di bellezza se intesa come proporzione e serenità, ma trasmettono attraverso il marmo, insolitamente modellato e contorto, quei sentimenti come mai nessuno prima di lui. Ne risulta un linguaggio inedito, una resa plastica sentita e sofferta, in cui l’espressionismo si mescola a reminiscenze di arte antica.
Dopo la grande mostra parigina, finalmente anche in Italia le sue opere si possono ammirare grazie alla mostra Adolfo Wildt l’ultimo simbolista presso la Galleria d’arte Moderna di Milano fino al 14 febbraio 2016. La retrospettiva, in un percorso cronologico che conta 50 sculture oltre a fotografie e disegni, è promossa dal Comune di Milano – Cultura ed è diretta dal conservatore responsabile della GAM Paola Zatti con la straordinaria collaborazione dei Musées d’Orsay et de l’Orangerie di Parigi.
I milanesi, e non solo, non hanno più scuse per ignorare un loro grande artista e riscoprire le testimonianze wildtiane attraverso un percorso storico-artistico allargato alla città.
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