PARMA – A passeggio nella città emiliana attraverso l’arte, la cultura, le atmosfere musicali e il gusto gastronomico con i nostri consigli dall’hotel al tempo libero per un week end da ricordare.
L’ex ducato di Maria Luigia d’Asburgo-Lorena, tanto amata e che tanto ha fatto per il suo popolo, sembra avere tre anime apparentemente diverse le une dalle altre ma in realtà legate tra loro da un sottile filo, come tre tasselli di un puzzle che solo insieme possono dare l’immagine completa. Ma andiamo per ordine: la tranquilla e rurale città emiliana ha visto il suo massimo splendore negli anni in cui Maria Luigia, nata come Maria Luisa nome che poi scelse di italianizzare proprio in virtù della nomina a duchessa di Parma, ottenne in vitalizio il ducato.

La donna, figlia dell’imperatore Francesco I e della sua seconda moglie Maria Teresa di Borbone-Napoli, fu data in sposa a Napoleone Bonaparte per sancire il trattato di pace di Vienna tra Francia e Austria. A seguito dell’esilio del marito scelse di non seguirlo e di tornare insieme al figlio in Austria restando fedele alla famiglia degli Asburgo, scelta che le valse, dopo il Congresso di Vienna, l’assegnazione del ducato della città emiliana. Gli anni passati a Parigi e l’educazione di alto rango ricevuta la indussero a voler rendere la sua città quanto di più simile alle due capitali europee acquisendo una notevole quantità di opere d’arte, facendo costruire teatri, ristrutturando edifici pubblici. A lei si deve il riadattamento del Teatro Farnese, la costruzione del Teatro Regio, i lavori di rinnovamento del Palazzo Ducale, attualmente non visitabile, l’allestimento di una biblioteca, di un museo archeologico e di una pinacoteca, poi diventata Galleria nazionale di Parma, all’interno del Palazzo della Pilotta.

Edifici che sono oggi il simbolo culturale della città emiliana, tutti concentrati in quella che anticamente era la via principale, e assolutamente imperdibili da visitare. All’interno del Palazzo della Pilotta, fatto costruire dal duca Ottavio Farnese, sono ospitate la Galleria Nazionale, immensa raccolta di opere d’arte, oggetti rari e preziosi, dipinti, sculture e monete di proprietà dei Farnese – tra cui dipinti del Correggio e una testa di donna attribuita a Leonardo da Vinci, oltre a molte opere di artisti emiliani molto noti all’epoca -, il Museo Archeologico, con importanti reperti preistorici, egiziani, etruschi e romani, questi ultimi rinvenuti nell’antica città romana di Veleia situata nei territori piacentini, la Biblioteca Palatina con il suo patrimonio di circa 800.000 volumi, tra cui manoscritti, epistolari, disegni e stampe, e il meraviglio quanto unico Teatro Farnese.

La struttura del teatro è completamente in legno, venne usato l’abete rosso del Friuli interamente ricoperto di stucco dipinto per ricordare il marmo; la platea è a forma di U, come negli anfiteatri classici, ed è formata da quattordici gradini sui quali potevano essere ospitati circa 3.000 spettatori mentre il palco è lungo 40 metri e largo 12. La sensazione che si riceve all’interno del Teatro è di assoluta riverenza per un’opera tanto bella nella sua semplicità, contraddistinta dall’uso di un materiale povero quanto monumentale, una sensazione particolare di stupore per la bellezza e la singolarità di un luogo che nei tempi del suo massimo splendore era un polo d’attrazione per i cittadini che, per volere della duchessa, venivano addirittura pagati per assistere alle rappresentazioni, per essere educati a una cultura che diversamente non avrebbero conosciuto.
Pochi metri più avanti un altro emblema della città emiliana, il Teatro Regio,

splendido e meraviglioso esempio dello sfarzo regale in cui la nobiltà amava intrattenersi per le attività culturali di più alto livello. La facciata in stile neoclassico nasconde degli interni mozzafiato: la Sala del Foyer è caratterizzata da due file di quattro colonne e dà l’accesso a una scalinata che porta alla Sala del Ridotto, dov’era il trono di Maria Luigia, che poteva accedervi direttamente dalle stanze del Palazzo Ducale, mentre per il resto del pubblico l’accesso alla sala era, ed è, attraverso il portale d’onore. I piani dei loggiati sono cinque in un bellissimo abbinamento di colori costituito dalle poltrone e dai rivestimenti rossi e gli stucchi della struttura in neutro color crema e oro. Sul soffitto della platea si possono ammirare i dipinti di Giovan Battista Borghesi che circondano il grande lampadario in bronzo dorato; il Borghesi è anche l’esecutore pittorica del sipario, uno dei pochi decorati giunti fino a noi. In alto un orologio “a luce”, che segna l’ora di cinque in cinque minuti, è posto al centro dell’architrave del proscenio, arricchito dai busti dorati di poeti e compositori. Inizialmente ornato secondo lo stile neoclassico, la precedente estetica interna è oggi ricoperta dagli stucchi e dalle dorature di Girolamo Magnani che, su incarico di Carlo III di Borbone, la riadattò allo stile neorinascimentale.
Il Teatro Regio ospita ogni anno una manifestazione che fa diventare la città emiliana un palcoscenico di importanza mondiale, il Festival Verdi di Parma e Busseto (per leggere il programma 2017 clicca qui) che per l’edizione 2017, dedicata a un altro illustre cittadino che ha lasciato un segno nella musica mondiale, il grande maestro d’orchestra Arturo Toscanini, prevede un cartellone ricchissimo e addirittura, domenica 28 gennaio 2018, vi avrà luogo il concerto di David Garret, il violinista del diavolo che ha saputo sdoganare il violino dalla connotazione classica e immergerlo nella musica pop-rock, diventando una star di primo livello e amatissima dal pubblico.

Uscendo dal meraviglioso Teatro Regio ci si può perdere nelle vie del centro della città emiliana che conducono, dopo poche centinaia di metri, alla piazza del Duomo, affiancata dal bellissimo Battistero, anticamente riservato al rito battesimale, costruito interamente in prezioso marmo rosa di Verona e in cui si mescolano architettura romana e gotica. La pianta ottagonale e il singolare sviluppo in altezza lo rendono un edificio unico nel suo genere. Tornando sulla strada Cavour, piena di negozi, bar e cittadini che si intrattengono dopo il lavoro per un aperitivo, o nel week end per una sezione di shopping, si raggiunge piazza Garibaldi su cui si affacciano gli edifici più importanti: il Palazzo del Governatore, in stile barocco e neoclassico, nel corso dei secoli ha avuto diverse funzioni ma tra il 2000 e il 2009 è stato sottoposto a restauro e oggi ospita esposizioni temporanee di arte contemporanea; di fronte la Chiesa di San Pietro e sul lato il Municipio.
Esattamente dietro, nella nascosta via Borgo della Salina, si trova un ristorante in cui mangiare tutte le golosità tipiche della cucina emiliana, il Gallo d’Oro, di proprietà del titolare della Trattoria Corrieri protagonista di una mia accurata recensione (leggila qui). Andrea Bindani ha voluto riprodurre le stesse caratteristiche dall’altro suo locale applicando qualche variazione nel menù in un ambiente ugualmente familiare ma più intimo, più piccolo.

Qui prosciutto di Parma, culatello, torta fritta, parmigiano, tagliatelle, tortellini e ogni tipo di carne cucinata con sapienza dagli chef la fanno da padroni e non è possibile visitare la città senza assaggiarne il gusto gastronomico che la contraddistingue e che al Gallo d’Oro è un imperativo.
In un’atmosfera tanto regale non si può non scegliere una sistemazione altrettanto principesca, quindi il mio consiglio è il Mercure Parma Standhal del gruppo ACCOR Hotels, davvero all’altezza. Struttura a quattro stelle a fianco del Palazzo della Pilotta e a due passi dalle attrazioni cittadine, facilmente raggiungibile dalla stazione, accoglie il viaggiatore nella città emiliana all’interno di un ambiente fastoso con lampadari di cristallo, una grande e luminosa hall, divani in velluto rosso all’interno di un ambiente a colori neutri quasi a voler riprodurre le tonalità del Teatro Regio, busti dei cittadini illustri, Giuseppe Verdi e Arturo Toscanini, e un’ampia sala colazione dove vengono servite le prelibatezze locali dolci e salate.

Le camere sono delle vere e proprie suite, arredate con gusto retrò, mobili di linea classica accostati a colori neutri e a parquet moderno, lineari e neutre nei colori e proprio per questo incredibilmente accoglienti, luminose e anche molto silenziose, complete di ogni comfort, perfette per il meritato riposo dopo una giornata di visita alla città emiliana. La cortesia e il sorriso del personale completano un quadro già di per sé ai massimi livelli.
PALAZZO DELLA PILOTTA
P.le della Pace, Parma Tel.: 0521-233309 / 233617
Email: cm-pil@beniculturali.it
TEATRO REGIO
strada Giuseppe Garibaldi 16/a, Parma Tel.: 0521-203999
Email: biglietteria@teatroregioparma.it
GALLO D’ORO
borgo della Salina 3, Parma Tel. 0521-208846
MERCURE PARMA STENDHAL
via Bodoni 3, Parma Tel.: 0521-208057
Email: Email Sito web: Sito Web
Parma