FIRENZE – Finalmente il giorno dell’inaugurazione è arrivato: il 21 settembre Palazzo Strozzi ha aperto la mostra Marina Abramovic – The Cleaner. Una grande retrospettiva dedicata ad una delle personalità più celebri e controverse dell’arte contemporanea, che con le sue opere ha rivoluzionato l’idea di performance mettendo alla prova il proprio corpo, i suoi limiti e le sue potenzialità di espressione.
Ancor prima di vedere inaugurata la sua mostra, l’artista serba Marina Abramović è stata al centro di uno scontro ideologico-politico in merito alla realizzazione del manifesto per i 50 anni della Barcolana, la rigata triestina più grande al mondo che si terrà ad ottobre. In attesa di incontrare l’artista e partecipare alla Barcolana 2018, vi lasciamo con il nostro racconto su quanto accaduto e sulle posizioni contrastanti di Vittorio Sgarbi e Daniele Radini Tedeschi che hanno animato social e giornali.
Tornando alla mostra appena inaugurata, nel percorso espositivo sarà possibile incontrare oltre 100 opere che offriranno una panoramica sui lavori più famosi della sua carriera, dagli anni Settanta agli anni Duemila, attraverso video, fotografie, dipinti, oggetti, installazioni. Caratteristica fondamentale della mostra saranno le re-performance che si alterneranno ogni giorno all’interno dell’esposizione, rendendo Palazzo Strozzi uno spazio mutevole e in costante trasformazione, con Imponderabilia, Cleaning the Mirror e Luminosity negli spazi del Piano Nobile e con The Freeing Series (Memory, Voice, Body) nella Strozzina.
Come ricorda l’artista, il titolo dell’esposizione, The Cleaner, fa riferimento a un particolare momento creativo ed esistenziale, ad una riflessione dell’artista sulla propria vita: «Come in una casa: tieni solo quello che ti serve e fai pulizia del passato, della memoria, del destino».
Per la prima volta sarà la voce dell’artista ad accompagnare i visitatori nell’innovativa audioguida che ripercorrerà le principali tappe della sua carriera: dall’esordio giovanissima a Belgrado come pittrice figurativa e poi astratta fino agli anni Settanta quando inizia il lavoro nella performance attraverso l’utilizzo diretto del proprio corpo. L’incontro, poi, con l’artista tedesco Ulay con cui nasce un rapporto sentimentale e professionale; insieme crearono celebri performance di coppia.
Ugualmente celebre il loro addio, a metà della Grande Muraglia cinese, dopo aver percorso a piedi duemilacinquecento chilometri ciascuno, partendo lei dall’estremità orientale e lui da quella occidentale.
Palazzo Strozzi, già con Ai Weiwei e Bill Viola, ha mostrato una particolare attenzione ai grandi rappresentanti dell’arte contemporanea; la mostra che verrà inaugurata nasce dalla collaborazione diretta con l’artista che per la prima volta si confronterà con un’architettura rinascimentale, sottolineando così lo stretto rapporto che ha avuto e continua ad avere con l’Italia.
Arturo Galansino, direttore di Palazzo Strozzi, in un’intervista ha precisato che qui in Italia, Marina Abramović “ha prodotto diversi video ed è stata protagonista di varie mostre, ma non aveva mai avuto una monografica completa”, aggiungendo che “Ci saranno sicuramente dei re-enactment, ma lei stessa verrà a Firenze e con ogni probabilità riserverà al pubblico qualche sorpresa”.
Un rapporto consolidato e di successo quello con il pubblico italiano che ha visto andare SOLD OUT in pochissimo tempo l’appuntamento di sabato 22 settembre alle ore 15.30 che vede Marina Abramovic protagonista dello speciale incontro organizzato dalla Fondazione Palazzo Strozzi presso il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. Una conversazione con Arturo Galansino, curatore della mostra e direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi, in cui Marina Abramovic affronterà alcuni temi del suo percorso esistenziale e creativo, ripercorrendo le tappe della sua carriera dagli esordi in Serbia alle ultime grandi performance in tutto il mondo.
La mostra è organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi, prodotta da Moderna Museet, Stoccolma in collaborazione con Louisiana Museum of Modern Art, Humlebæk e Bundeskunsthalle, Bonn.
A cura di Arturo Galansino, Fondazione Palazzo Strozzi, Lena Essling, Moderna Museet, con Tine Colstrup, Louisiana Museum of Modern Art, e Susanne Kleine, BundeskunsthallMe Bonn.
Marina Abramović – The Cleaner
Palazzo Strozzi – Firenze
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