Bill Viola/Michelangelo Life, Death, Rebirth, in mostra alla Royal Academy of Arts di Londra

Bill Viola/Michelangelo Life, Death, Rebirth, in mostra alla Royal Academy of Arts di Londra

LONDRA – La Royal Academy of Arts apre le sue porte per la prima volta, ad un accoppiamento audace e quantomai avvincente. Da una parte i visionari lavori del video artist americano Bill Viola (n.1951) dall’altra alcuni immortali e rari disegni di Michelangelo (1474 – 1564).

Nonostante la separazione temporale tra i due artisti di cinque secoli e l’uso di mezzi di comunicazione radicalmente differenti, entrambi condividono una visione di estremo tormento e preoccupazione sulla natura dell’esperienza umana e dell’esistenza. La mostra si presenta quindi idealmente a fare da ponte per uno scambio artistico tra questi due grandi artisti oltre ad essere un’opportunità unica di poter vedere alcuni dei più importanti lavori della carriera di Bill Viola ed alcuni immortali disegni, raramente esposti, del genio Michelangelo, per la prima volta insieme.

La mostra, che si snoda attraverso 12 installazioni video di Bill Viola, dal 1977 al 2013, mostrate in parallelo a 15 lavori di Michelangelo (14 disegni di altissima fattura, considerati tra i punti più alti del Rinascimento, e la pregevolissima scultura “Tondo Taddei”), di cui 12 sono stati prestati dalla regina attraverso la Royal Collection, propone un dialogo tra i due artisti, ponendo da un lato, Viola come l’erede di una lunga tradizione di artisti di un’arte spirituale ed “affettiva”, che fa ovvero uso delle emozioni come mezzo di comunicazione per una perfetta connessione tra visitatore e soggetto raffigurato, e dall’altro cercando di ricatturare il ‘core‘ più spirituale ed emozionale di Michelangelo.

La rassegna presenta i lavori di Michelangelo non solo come esempi di genio e virtuosismo, ma come cuori rivelatori della personalità di un artista che si scopre a volte passionale, a volte devota e  vulnerabile. I disegni inclusi nella mostra si snodano attraverso 35 anni della vita dell’artista, e sono di provenienza molteplice: a volte regali per cari amici e conoscenti, a volte personali meditazioni sulla propria mortalità. Le immagini religiose della Vergine con Bambino, la Crocifissione e la Resurrezione riflettono la chiara presenza della morte e dell’eterno. Altre immagini, riferite a miti classici, funzionano invece da metafore per la condizione umana. Ma tutte, come nei lavori di Viola, con il comune denominatore dell’esplorazione del corpo come una nave nel trasporto/compimento dell’anima immortale.

“Desti a me quest’anima divina e poi la imprigionasti in un corpo debole e fragile, com’è triste viverci dentro”. (Diari)

Bill Viola incontrò per la prima volta l’arte rinascimentale e le opere di Michelangelo negli anni ’70, durante gli studi a Firenze. Una mostra permanente al Paul Getty Museum di Los Angeles rinnovò il suo interesse nel 1998, scoprendo affinità condivise tra i suoi lavori e quelli di Michelangelo.

Nel 2006 infine, un visita di Viola alla Print Room del Castello di Windsor per visionare alcuni disegni di Michelangelo, che fino ad allora aveva potuto vedere solo in riproduzione, fece da catalizzatore per l’organizzazione di questa mostra, anche grazie alla collaborazione con Martin Clayton, supervisore per disegni e dipinti presso il Royal Collection Trust.

Durante tutta la sua carriera, Bill Viola ha sperimentato ogni tipo di video installazioni su grande scala: è stato uno dei primi artisti a concepire i video entro una scala architettonica immersiva, ha costantemente aumentato l’uso di suono, luce e tempo al fine di creare un profondo impatto emotivo che si concretizza in lavori “viscerali” in grado di interrogare su questioni metafisiche riguardanti la natura dell’esistenza e la realtà. E a differenza dell’uso classico del video, i suoi lavori  sono in grado di dare forma a stati d’animo dell’essere piuttosto che essere semplice riflesso del mondo circostante.

La mostra, lungi, almeno negli intenti, dal paragonare i due artisti direttamente o suggerire che Michelangelo è stato un’influenza strumentale sul lavoro di Viola, si pone come scopo di esaminare le affinità tra i due, affiancando specifici lavori di entrambi al fine di esplorare le possibili risonanze nel loro sentire su questioni fondamentali: la natura dell’essere, la caducità della vita e la ricerca di un più grande significato oltre la mortalità. Essa si snoda come un percorso immersivo attraverso il ciclo della vita, esplorando la caducità ed il tumulto dell’esistenza fino alla possibilità della rinascita.

L’apertura è particolarmente potente con un gruppo di lavori di entrambi gli artisti centrati entrambi su un paradosso cruciale: la presenza della morte nella vita.

Da un lato Michelangelo esplora questa contraddizione tramite “La Vergine e il Bambino con S. Giovanni Battista infante” (c.1504-05) noto come il “Tondo Taddei“, in cui viene enfatizzato l’umanità di Cristo e la tragica consapevolezza della Madonna della mortalità del figlio.

A fare da contraltare all’opera di Michelangelo si trova il trittico di Viola “Nantes Triptych” (1992, Bill Viola Studio) ovvero tre schermi che ritraggono individualmente 3  stati dell’essere: una donna in travaglio che sta per partorire, una misteriosa figura fluttuante e la madre di Viola sul suo letto di morte. Ovvero, secondo le parole di Bill Viola

“La presa di coscienza della nostra mortalità che definisce la natura dell’essere umano”.

Viola/Michelangelo

La mostra prosegue poi con una serie di installazioni di Bill Viola che riflettono la natura delle esperienze umane, definita dalle scelte etiche e morali, assediata dalle paure e, nella più moderna realtà, dalla solitudine. Di rara fattura gli eccezionali “Presentation Drawings” di Michelangelo (c 1530), dei quali numerosi furono prodotti come regali per Tommaso de Cavalieri, giovane nobiluomo di cui Michelangelo si innamorò appassionatamente, a riflettere il punto di vista del rinascimentale sulla natura dell’amore e della vita. Tra di essi il “Tityus” (1532), allegoria dei tormenti della lussuria contro l’amore spirituale, e alcuni disegni dalle “Fatiche di Ercole” e la “Caduta di Phaethone“.

A contraltare, le silenziose opere di Viola “Man Searching for Immortality/Woman Searching for Eternity” (2013, Bill Viola Studio) con immagini a grandezza naturale  di un uomo ed una donna anziani proiettati su due grandi lastre di granito, che mostrano, lentamente, ogni centimetro del loro corpi nudi tramite torce, incapaci di nascondersi dal loro stato terreno di decadenza continua.

Le ultime gallerie includono una serie di lavori che considerano direttamente la mortalità e la possibilità di rinascita. Tra i lavori di Michelangelo più pregnanti sul tema, si possono notare due Crocifissioni realizzate negli ultimi anni della sua vita, mentre sul versante di Viola si termina con alcuni tra i suoi lavori più magnificenti e ridondanti: l’installazione di 5 mega schermi “Five Angels for the Millenium” (2001, Bill Viola Studio) e le monumentali proiezioni “Fire Woman” (2005, Bill Viola Studio) e “Tristan’s ascension (The Sound of a Waterfall Under a Mountain)” (2005, Bill Viola Studio), che raffigurano corpi in caduta ed ascensione, evocando il viaggio finale del corpo e il passaggio dello spirito, in oscurità o in gloria.

Per quanto lo spunto alla base della mostra su alcune tematiche centrali nello scorrere dell’esistenza e sulla possibilità di andare oltre la caducità mortale della carne, il paragone tra due artisti, lontanissimi tra loro per epoca e mezzi espressivi, è particolarmente interessante. Data l’atemporalità di questi concetti (o tormenti) nella vita dell’uomo, la realizzazione della stessa mette in luce alcuni limiti nell’interpretazione di Bill Viola. Di installazione in l’installazione, i protagonisti di Viola affondano, risalgono e si immergono nell’acqua. Alcuni sembrano dormire sereni in corsi d’acqua senza avere mai necessità neppure di prendere fiato. Altri sono intrappolati nei loro riflessi e distrutti nelle loro immagini ad alta definizione drammaticamente illuminate.

La fotocamera ama le goccioline sospese in slow-motion, gli acquazzoni e gli improvvisi spruzzi eruttivi, le superfici sdrucciolevoli, le bolle sospese sull’acqua. Così ogni forma possibile di acqua, il leit-motiv quasi ossessivo che lega ogni esplorazione di Bill Viola relativa al tempo che passa inesorabile, una freccia direzionale che solo lui riesce ad invertire con la maestria tecnica di infiniti rewind.

Tuttavia il tutto diventa molto ripetitivo, e tutta la raffinatezza tecnica sembra quasi fine a se stessa: spesso definito come un pioniere di video arte, Viola sembra essere stato sedotto dal suo stesso mezzo. In pieno contrasto con i disegni di Michelangelo, che sono così vitali e vivaci, con i suoi cavalli che si impennano, i putti irriverenti, le fatiche erculee, le crocifissioni e le lamentazioni. L’arte di Michelangelo è estremamente coinvolgente e il disegno sembra ingannare il tempo, rendendo attuale, fruibile e comprensibile anche allegoria e tradizione.

L’arte di Viola, pur nella sua maestria, è parte e segno del suo tempo e quindi irrimediabilmente già datata, già inghiottita dalle profondità delle acque del tempo.

Bill Viola/Michelangelo Life Death Rebirth

Royal Academy of Arts

Londra, 26 Gennaio – 31 Marzo 2019.

Photography courtesy by David Parry / ©Royal Academy of Arts

Marianne Bargiotti

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