Hans Mayer e la bambina ebrea: Eleonora Spezzano vince il Premio Speciale Giovani Città di Cattolica

Hans Mayer e la bambina ebrea: Eleonora Spezzano vince il Premio Speciale Giovani Città di Cattolica

ITALIA-Il  22 marzo 2020 la giuria del Premio Letterario Internazionale Città di Cattolica  ha concluso le sue valutazioni assegnando il  Premio Speciale Giovani a Eleonora Spezzano per il suo Hans Mayer e la bambina ebrea. Un successo meritato dalla giovane Eleonora, che col suo Hans Mayer ha stupito e convinto i giurati (presieduti da Giuseppe Benelli, già Presidente del Premio Bancarella).

Oggi il Premio Letterario Internazionale Città di Cattolica- Pegasus Literary Awards è una manifestazione letterarie tra le più ambite  che ha ottenuto l’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo. Si è creato con questo Premio qualcosa di unico e innovativo che attira i giovani esordienti verso la letteratura e conferma i meno giovani nella loro produzione culturale. Eleonora Spezzano con la sua abilità scritturale e la sua storia appassionata in tempo di Shoah ha ottenuto uno splendido riconoscimento della sua creatività letteraria.Ovviamente la cerimonia di premiazione, a causa dell’emergenza causata dal COVID-19, è rinviata a data da destinarsi.

L’INIZIO

Siamo a Varsavia nel settembre 1941. Un ufficiale della Wehrmacht, Hans Mayer, lotta contro i suoi sensi di colpa per i doveri che il suo mestiere di soldato gli impongono: l’incontro con una bambina ebrea, Marie, gli darà però una nuova speranza e gli cambierà la vita.

La storia inizia con Hans Mayer  in bilico tra l’amor di patria e la paura e la rabbia che vede nello sguardo degli innocenti che manda a morire. Serve come tutti gli altri tedeschi la nazione senza aver voglia di pensare,  tra arresti ed esecuzioni di  traditori e odiosi ebrei,  ma il ricordo dei loro visi lo tormenta e si chiede: “Perché lo sto facendo?”. Dopo l’ennesima retata di ebrei  accade l’imprevisto destinato a mutare il corso degli eventi in modo irreversibile: una bambina di tre anni si è smarrita.  Hans la incontra e colpito dalla sua impotente fragilità decide di ospitarla per quella notte, dato che il comando militare per l’identificazione ha già chiuso gli uffici. Marie però la mattina dopo sta male e lui la lascia a casa:  capirà al comando che la bambina è ebrea ed è miracolosamente sfuggita a un rastrellamento.

Fin da subito la bambina ebrea  travolge Hans con una tempesta di emozioni e la sua serena vivacità gli dà una ventata di freschezza che lo strappa al grigiore degli atti e allo abbrutimento che la sua divisa di soldato e la guerra comportano. Marie ridesta la sua affettività: lo fa sentire vivo la limpidezza del suo sguardo innocente, gli danno un nuovo motivo di esistere  la sincerità e la verità di parole dette che oltrepassano quel muro di terrore e indifferenza che il nazismo aveva da tempo creato: sì, perché il terrore non appartiene solo ai ricercati e alla comunità ebraica, ma domina gli stessi tedeschi costretti ad allinearsi al sistema dominante per non perire additati come traditori.

LA SVOLTA

Passando attraverso una alternanza tra  affettuosa protezione e comprensibili ripensamenti e incertezze, Hans Mayer mette completamente a rischio la sua vita:  non consegnerà la bambina ebrea. La vitalità e solarità di questa bambina ebrea saranno così la fonte di una nuova determinazione, fino ad arrivare alla riconquista della libertà di agire e pensare in modo diverso rispetto alle idee dell’universo nazista, che si fonda sulla distruzione di valori, libri e popoli considerati inferiori. Un sistema aberrante che prevede l’annientamento  dell’umanità non solo degli ebrei, privati della loro identità sociale e de-umanizzati, ma anche dei tedeschi, violentati nella loro dignità umana e costretti a comportarsi come marionette senza cervello e coscienza, e di questo lui ha fatto la triste esperienza. Hans è in cerca di un riscatto, di una nuova possibilità di riprendersi l’onore di uomo e lungo questa linea di risveglio della sua coscienza gli eventi si succedono: ci saranno altri incontri e l’amore inteso e vissuto a 360 gradi sarà il motore per continuare a operare scelte tra mille difficoltà e pericoli.

Quello che affascina maggiormente di Hans Mayer è proprio la sua capacità di andare fino in fondo, di compiere più di un atto eroico mettendo in gioco la sua sopravvivenza in nome di una necessità morale che emerge dal profondo e lo porta a solidarizzare con le vittime dell’olocausto.

ELEONORA SPEZZANO
ELEONORA SPEZZANO, AUTRICE DI HANS                  MAYER E LA BAMBINA EBREA

L’AUTRICE

La giovane scrittrice di Hans Mayer e la bambina ebrea ha solo 14 anni: un prodigio editoriale che abbia scritto e pubblicato alla sua età un testo dal contenuto così ricco di riflessioni e sfumature. Con coraggio e lucidità Eleonora E. Spezzano si è cimentata nella scrittura di un romanzo sulla Shoah   con un taglio innovativo:  ha costruito la storia di un militare tedesco e della sua battaglia contro un sistema assurdo e disumano, ripercorrendo gli stati d’animo,  i sentimenti e le scelte che emergono nella sua mente e nel suo  cuore.

Il libro si differenzia dalla tipologia dei  testi sulla Shoah perché è raccontato in prima persona proprio da Hans Mayer: è il punto di vista dell’ ufficiale dell’esercito tedesco  che infatti guida la storia.Questo meccanismo narrativo lo rende una lettura interessante e non scontata,  mentre  cattura il lettore la peculiare prospettiva volta a spezzare il mito della “durezza” granitica del popolo tedesco.

Il romanzo contiene una narrazione condotta sul filo dei sentimenti e per valorizzare questo percorso di riconquista morale e concreta dell’esistenza da parte di Hans Mayer  non presenta ovviamente un taglio politico o storico. Vi sono citati personaggi storici quali Hőss e Hermann Gőring e situazioni di ordinaria e assurda crudeltà perpetrata nei campi di concentramento,  ma  sono riferimenti tratteggiati senza l’accanirsi su dettagli analitici. La denuncia di Eleonora Spezzano è estremamente attuale: riguarda il nazismo e l’antisemitismo del passato ma anche del presente, idee che serpeggiano ancora nelle strade e nelle menti dominate dall’odio.

ELEONORA SPEZZANO
ELEONORA SPEZZANO E FOTO DI COPERTINA

La novità  di questo testo è che, pur trattando di argomenti drammatici, mantiene  il focus su persone e relazioni umane capaci di resistere alla barbarie e di far emergere la forza dell’amore contrapposto a ogni forma di  indifferenza alla violenza compiuta sugli uomini.  Il  messaggio di speranza che contiene è ancor più spettacolare perché  lanciato da una giovane studentessa che ha compreso che la memoria della Shoah  costituisce un baluardo  per impedire a nuovi “mostri” di orientare e decidere in futuro lo scenario della storia e della civiltà.

Il romanzo, sul quale Bonfirraro editore ha voluto scommettere come primo titolo del 2020, è adatto a un pubblico di giovani e adulti ed è perfettamente in linea con la massima della casa editrice “La nostra storia è il futuro verso cui ci avviamo”: Ogni volume  pubblicato da Bonfirraro, casa editrice indipendente,  racchiude infatti una scoperta, un’idea per guardare in modo nuovo il mondo e il tempo in cui viviamo.

Il catalogo dell’editore può essere consultato in tutte le librerie d’Italia, negli store on-line e sul sito ufficiale

Teresa Paladin
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11 Responses to "Hans Mayer e la bambina ebrea: Eleonora Spezzano vince il Premio Speciale Giovani Città di Cattolica"

  1. Lamberto Cantoni
    Lamberto   18 Febbraio 2020 at 20:52

    Bella storia e bell’articolo. Complimenti

    Rispondi
  2. Teresa Paladin
    Teresa Paladin   18 Febbraio 2020 at 21:13

    Grazie per l’apprezzamento. Mi è piaciuto molto che una ragazzina di 14 anni sia diventata scrittrice, mettendo a tema la persecuzione degli ebrei. Scrivendo la storia del riscatto di un ufficiale tedesco ha lanciato un bel messaggio!

    Rispondi
  3. Melissa Turchi
    Melissa   19 Febbraio 2020 at 13:20

    Grazie Teresa per la tua recensione così appassionata del libro di questa giovane scrittrice. Mi hai dato l’idea per un regalo che sarà sicuramente apprezzato. Complimenti.

    Rispondi
  4. Teresa Paladin
    Teresa Paladin   19 Febbraio 2020 at 20:11

    La storia ti cattura perché è ricca di problematiche legate al momento storico e alla shoah ed è perfetta per un regalo. Grazie a te, Melissa.

    Rispondi
  5. Franca tedeschi   20 Febbraio 2020 at 09:28

    Decisamente bella la trama del romanzo e la recensione.grazie

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  6. Teresa Paladin
    Teresa Paladin   20 Febbraio 2020 at 10:19

    In effetti, nonostante la durezza dei tempi storici narrati, il romanzo rappresenta uno squarcio di luce e di speranza.

    Rispondi
  7. Eleonora Spezzano   25 Febbraio 2020 at 12:17

    Grazie mille, Teresa Paladin, per questa bellissima recensione. Attraverso le sue parole lei ha espresso perfettamente il messaggio che volevo comunicare attraverso il mio libro, “Hans Mayer e la bambina ebrea”. La sua descrizione degli eventi che avvengono all’interno del romanzo è fedele ed è stato bello vedere che nel riportare gli eventi ha mantenuto la stessa delicatezza che io ho utilizzato nella scrittura. Sono felice che il libro le sia piaciuto e che abbia messo in evidenza la mia decisione di focalizzarmi sulle relazioni umane dei personaggi, lasciando sullo sfondo i terribili eventi che hanno caratterizzato quegli hanni e guardando la violenza della guerra attraverso gli occhi di un ufficiale tedesco. Volevo soprattutto comunicare quanta importanza ha la memoria, sia personale che collettiva, per essere pronti ad affrontare qualsiasi ostacolo che il futuro ci può riservare senza mai dimenticare il nostro passato, imparando da esso per evitare di commettere di nuovo gli stessi errori. Hans Mayer è colui che rappresenta al meglio il bisogno di ricordare, è lei nella sua recensione ha descritto questo personaggio perfettamente mostrando quello che è all’interno del libro.
    La ringrazio molto per aver letto il mio libro con così tanta attenzione per ogni dettaglio, e per averlo recensito con molta cura.
    Un caro saluto e ancora molte grazie.

    Rispondi
  8. Eleonora Spezzano   25 Febbraio 2020 at 12:22

    Grazie mille, Teresa Paladin, per questa bellissima recensione. Attraverso le sue parole lei ha espresso perfettamente il messaggio che volevo comunicare attraverso il mio libro, “Hans Mayer e la bambina ebrea”. La sua descrizione degli eventi che avvengono all’interno del romanzo è fedele ed è stato bello vedere che nel riportare gli eventi ha mantenuto la stessa delicatezza che io ho utilizzato nella scrittura. Sono felice che il libro le sia piaciuto e che abbia messo in evidenza la mia decisione di focalizzarmi sulle relazioni umane dei personaggi, lasciando sullo sfondo i terribili eventi che hanno caratterizzato quegli anni e guardando la violenza della guerra attraverso gli occhi di un ufficiale tedesco. Volevo soprattutto comunicare quanta importanza ha la memoria, sia personale che collettiva, per essere pronti ad affrontare qualsiasi ostacolo che il futuro ci può riservare senza mai dimenticare il nostro passato, imparando da esso per evitare di commettere di nuovo gli stessi errori. Hans Mayer è colui che rappresenta al meglio il bisogno di ricordare, e lei nella sua recensione ha descritto questo personaggio perfettamente mostrando quello che è all’interno del libro.
    La ringrazio molto per aver letto il libro con così tanta attenzione per ogni dettaglio, e per averlo recensito con molta cura.
    Un caro saluto e ancora molte grazie.

    Rispondi
  9. Katia Fassari   25 Febbraio 2020 at 12:52

    Grazie mille della bellissima recensione. Un romanzo che consiglierei a tutti.

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  10. Teresa Paladin
    Teresa Paladin   25 Febbraio 2020 at 13:41

    Sono felice di aver colto i motivi salienti del romanzo e del personaggio principale. Ho apprezzato molto la scelta di proporre in modo straordinariamente originale il tema della memoria, non come semplice ricordo del tempo che fu, ma come invito a riscoprire la personale responsabilità di fronte agli eventi che tutti noi esseri umani abbiamo. Aver lavorato sui sentimenti, tra incertezze e risoluzioni all’insegna della solidarietà, invece che sull’orrore è un’operazione coraggiosa e profonda, a dimostrare che da qualunque “sistema disumano” si può uscire. Attendiamo il prossimo romanzo!

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  11. Teresa Paladin
    Teresa Paladin   25 Febbraio 2020 at 13:44

    Buongiorno Katia, concordo con lei.

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