Io sono Nannarella. Intrigo a Firenze

Io sono Nannarella. Intrigo a Firenze

ITALIA – “Può la bellezza salvare il mondo?” si chiedeva Dostoevskij. Carla Cucchiarelli, giornalista autrice di “Io sono Annarella. Intrigo a Firenze” ne è convinta e il mistero della vera identità di una donna segue questa prospettiva luminosa.

Il groviglio di emozioni che accompagna il mistero della vera identità di una donna, ricoverata in ospedale a Firenze e uscita dal coma dicendo di essere Anna Magnani, esprime indubbiamente un tributo letterario per la scomparsa 50 anni fa dell’attrice  neorealista che ha segnato la memoria collettiva dell’Italia del dopoguerra.

Anna Magnani  racconta noi donne come nessuna. E’ stata insuperabile nel mostrare la vita e la forza delle donne. Icona straordinaria nell’arte cinematografica, con la sua voce e il suo volto rendeva  naturale e autentica  l’ espressione di  amore, passione, disperazione, del ridere e del piangere. L’attrice romana ci ricorda qualcosa di noi, dei nostri dolori, delle nostre delusioni, ma anche la capacità di reagire istintivamente per combattere con profonda femminilità le ingiustizie, i tradimenti, le offese. Quando nel 1961 l’ Unione donne italiane le consegnò la Mimosa d’oro disse:  “Sono proprio contenta. Sono contenta che alla fine ci si sia accorti che io recito anche per aiutare le donne a stare meglio e a sentirsi più libere”.

Per raccontare una contemporanea storia di violenza di genere Carla Cucchiarelli sceglie  Nannarella. Il libro  nasce in  particolare  come un omaggio alle donne vittime di stalking e violenza – anche a quelle che non ce l’hanno fatta-  e alle donne e agli uomini che le hanno aiutate. “Questo è un viaggio fantastico cui hanno contribuito molte persone, scrive nei ringraziamenti l’autrice. Ma se ogni riferimento è ovviamente casuale,  la trama è empaticamente attuale e coinvolgente.

Anna Magnani e Nannarella

Come l’attrice Anna Magnani,  la protagonista di “Io sono Nannarella” è attaccata alla vita e insegue i propri sogni mentre affronta la realtà e le sfide affettive del quotidiano. Pur molto impegnata nel lavoro, non è una donna solitaria: tutto il libro è una storia straordinaria di sorellanza, raccontata con riferimenti multipli, in un intreccio di storie in cui troviamo la risorsa insostituibile di donne sorelle nella mente e nel cuore.

La scena si apre su una Firenze attirata, per la naturale curiosità della gente, dalla storia di Nannarella. Un mistero che incuriosisce e anima la vita salottiera e le piazze. L’altro riferimento geografico è Roma, ma si strizza anche l’occhio alla città di Prato. Centrali nella trama le donne, quelle del passato e le donne del presente. Madri, amiche, nonne, colleghe, ma anche agli uomini, nel bene e nel male, è assegnato un ruolo decisivo. Il rapporto di cura infatti può essere rintracciato anche nel mondo maschile, quello sano.

La parte che si oppone alla tracotanza e all’odio con cui certi uomini guardano le donne, soprattutto quando si sentono lasciati contro la loro volontà. La storia della protagonista Annarella dimostra che ridiventare padrone di sé e del proprio mondo, dopo aver subito stalking, non è scontato,  ma sicuramente tirarsi fuori dalla propria storia e fuggire non è la migliore alternativa al dramma.

L’importanza di questo libro

Il famoso “Date parole al vostro dolore di  Shakespeare permette di abbattere i muri che ci costruiamo intorno per difesa. Ciò è però possibile solo se ci facciamo aiutare. Il condizionamento della famiglia d’origine e i fantasmi del passato che ci tengono compagnia sono allora in attesa di uno scarto, una capriola attraverso cui li possiamo cacciare e reinventare  emozioni e  scelte per  fare pace con la vita. Per mantenere alta la fiaccola della propria dignità è per tutti, uomini e donne del giallo, fondamentale la forza delle relazioni e degli affetti. A partire da essi è sempre possibile cambiare vita, raddrizzare sentieri ormai esauriti, abbandonare il passato e ricostruire su nuove fondamenta.

L’importanza della famiglia e della riscoperta delle proprie radici, seppur drammatiche,  la tenerezza e la rabbia, soprattutto il dolore -che ha molti risvolti per presentarsi- e l’abbraccio di cura che dona possibilità inattese e impreviste sono i temi culturali rintracciabili in “Io sono Nannarella”.

Il giallo si snoda verso il piacere della rinascita dal senso di colpa, nella ricerca del proprio punto di equilibrio perché dai nostri buchi neri possiamo risorgere, quando il desiderio di emancipazione rompe i ruoli strutturati. Questo vale per tutti, per lo psichiatra come per il paziente. Ritorna la serenità quando crollano le difese  e diventa possibile liberarsi del proprio segreto (“in ognuno di noi ce n’ é uno”) respirando una nuova libertà: e mentre  la vita avanza, la sorellanza vince sull’estraneità e scioglie i nodi della paura e della solitudine.

Per finire…

In queste pagine il lettore assapora l’ invito a comprendere che “non è la vita che ci forma, siamo noi che la creiamo, reagendo alle avversità”. Carla Cucchiarelli nel suo giallo, coinvolgente e ben strutturato, solleva un grande questione. Ciò che pensiamo in una data situazione non esclude un’altra prospettiva. La finestra che si apre su una verità ignorata, che ritroviamo sintetizzata nella dedica materna al dono de “Il gabbiano Jonathan Livingston” a Nannarella:  “Anche tu hai le ali, amore mio, impara a volare”.

Giallo: riferimenti

 

 

Teresa Paladin
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2 Responses to "Io sono Nannarella. Intrigo a Firenze"

  1. Franca Paladin   14 Novembre 2023 at 14:31

    Buongiorno, questo è un libro che vale la pena di leggere. Trovo giusto che nella trama siano coinvolti anche gli uomini nella difesa della dignità delle donne. Grande donna Anna Magnani, che non nascondeva le sue rughe perché non erano un problema per lei,davvero un bel messaggio.

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    • Teresa Paladin
      Teresa Paladin   15 Novembre 2023 at 11:02

      Sì, cara lettrice, è un libro interessante e pieno di umanità. Anna Magnani è stato un esempio di autenticità fuori e dentro il mondo cinematografico e in questo libro se ne riprende lo spirito. Alla prossima lettura!

      Rispondi

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