Amanti e rivali di Cinzia Tani: intervista all’autrice

Amanti e rivali di Cinzia Tani: intervista all’autrice

ITALIA – Amanti e rivali è il romanzo storico conclusivo della trilogia Il volo delle aquile, la saga scritta da Cinzia Tani e ambientata nel Cinquecento, alla corte degli Asburgo. Mentre i potenti lottano per la supremazia in Europa, i protagonisti scoprono cosa vuol dire rinunciare all’amore e alla libertà in nome di qualcosa di più grande di loro, a cui non riescono ad opporsi: il bene altrui, gli interessi politici e le convenzioni sociali.

Amanti e rivali è anche una storia di sentimenti, di delicati equilibri familiari che, una volta perturbati, innescano una serie di eventi dalle conseguenze inaspettate: una storia nella Storia, dalla narrazione scorrevole e avvincente.

Tutto ha inizio dall’omicidio di Paloma Mendez, per poi ripercorrere a ritroso i motivi che hanno condotto a quell’evento e che sono fondamentali per chiarire le circostanze della morte dei marchesi Acevedo.

Dapprima il pubblico non percepisce di essere in un’altra epoca perché le espressioni sono rese in chiave moderna, non ricorrono appellativi e i dialoghi sono privi di formalità. In questo modo il lettore si ritrova ora in casa Acevedo come se fosse stato invitato ad una riunione di famiglia, ora su una galea pronta per la battaglia oppure alle corti di Francia e Spagna, come se conoscesse i personaggi e fosse un loro pari.

Dal romanzo emergono le rivalità, gli amori e i sacrifici che i protagonisti sono disposti o obbligati a compiere in nome del bene altrui o degli interessi politici.

Il tutto ha come sfondo un’Europa in pieno mutamento: la flotta spagnola, insieme a quella veneziana, s’impegna nella lotta ai turchi; in Francia imperversano gli scontri tra ugonotti e cattolici mentre sulla Spagna incombe la minaccia dell’Inghilterra di Elisabetta I e dei suoi corsari.

Insomma, gli appassionati di romanzi storici non rimarranno delusi, ma anche chi si affaccia per la prima volta a questo genere troverà tutti quegli elementi capaci di carpire l’interesse di chi legge senza annoiarlo: intrighi di corte, amori, ricatti e tradimenti, personaggi forti e fragili allo stesso tempo, e altri apparentemente deboli, spesso sottovalutati, che invece si rivelano decisi e scaltri.

AMANTI E RIVALI: L’INTERVISTA A CINZIA TANI

La copertina di Amanti e rivali, il nuovo libro di Cinzia Tani mywhere
La copertina di Amanti e rivali, il nuovo libro di Cinzia Tani

Con Amanti e rivali Cinzia Tani ci avvicina alla Storia del Cinquecento con un approccio diverso da quello cui siamo abituati: il lettore inevitabilmente si immedesima nei protagonisti, partecipando alle loro vittorie e alle loro sconfitte personali, ed ha un quadro più chiaro degli eventi che ha conosciuto sui banchi di scuola. Non si tratta solo di date, fatti o battaglie, ma di persone, di motivi e sentimenti che li hanno spinti ad agire. Se capiamo questo, allora capiamo la Storia.

Un libro capace di appassionare ma anche di insegnare, come ci spiega la stessa autrice che ha risposto ad alcune domande per noi.

Ora che ha concluso la trilogia, può dirci se tra i tre romanzi ce ne sia uno a cui è particolarmente legata, anche a motivo dei viaggi, delle ricerche e degli studi che ha condotto per scriverli?

Mentre riesco a scegliere i miei romanzi preferiti fra quelli che ho scritto, in questo caso non ne sono capace perché per me è un unico romanzo. Quando ho cominciato a scrivere la trilogia già avevo in mente la scaletta dei tre libri. Sicuramente ci sono personaggi a cui sono più affezionata in ciascuno di essi. Per esempio Giovanna la Pazza e Giovanni dalle Bande Nere per il primo, Ana de Mendoza, bellissima e intrigante, per il secondo, dove ho amato raccontare la triste abdicazione di Carlo V. Nel terzo ho amato il giovane comandante Don Giovanni d’Austria e Alessandro Farnese ma anche la regina Margot. Per quanto riguarda i personaggi di fantasia sono rimasta affascinata dal rapporto fra le prime gemelle in Figli del Segreto, Sofia e Octavia e le seconde gemelle in quest’ultimo libro, Camila e Clara: su tutte e quattro pende la maledizione di una misteriosa mendicante.

In un romanzo come questo, in cui le vicende narrate e i suoi protagonisti sono diversi, è naturale per il lettore identificarsi, in tutto o in parte, con uno o più personaggi e tenere le distanze da altri. In quali personaggi lei si identifica e per quali invece nutre un certo distacco?

Sinceramente, a parte i personaggi che ho citato e ai quali aggiungo Carlo V, il filo conduttore dei tre romanzi che ammiro come imperatore e come uomo, quelli in cui mi immedesimo sono creati da me. E sono certa che accada anche ai lettori. I miei romanzi storici sono sui generis, molto più americani che italiani. Come Ken Follett mi piace raccontare un periodo storico con personaggi realmente esistiti ma li intreccio con personaggi ed eventi di fantasia per appassionare di più il lettore. Anche per questo nei tre romanzi c’è un filo nero che li unisce. Un omicidio all’inizio del primo che si risolve completamente solo nel terzo. Ho fatto però in modo che i tre libri possano essere letti anche separatamente perché nel secondo e nel terzo riassumo, nel corso della narrazione, quello che è successo nel passato.

In Amanti e rivali incontriamo donne pronte a fare rinunce per le persone a cui vogliono bene o per interessi e imposizioni. Donne di questo tipo, anche ai nostri giorni, inizialmente sono considerate deboli, incapaci di reagire e di opporsi. Perché questo cliché è rimasto così radicato?

E’ vero. Ho voluto raccontare donne che hanno rinunciato per amore o per amicizia o per dovere. Giovanna la Pazza si lascia rinchiudere in una torre perché non vuole opporsi alla decisione del figlio Carlo V. In Amanti e Rivali una delle gemelle (sono innamorate entrambe dello stesso ragazzo) rinuncia all’amore per non far soffrire la sorella e, involontariamente, causa una catastrofe. Oggi ci sono donne considerate deboli perché decidono di rinunciare a qualcosa per i propri sentimenti. Direi che sono assolutamente coraggiose. Ce ne sono altre che invece rinunciano agli affetti per ambizione o sete di potere (accadeva anche nel Cinquecento) e direi che queste sono le donne veramente deboli.

Studiare la storia ci consente di riflettere su ciò che è accaduto nel passato, di imparare dagli errori commessi così da non ripeterli. Cosa può insegnarci la storia del sedicesimo secolo narrata nel suo libro?

Tantissime cose. Per esempio a cosa portano le guerre di religione. In Amanti e Rivali racconto la Notte di San Bartolomeo in cui i cattolici trucidano a Parigi gli ugonotti (protestanti) comprese donne e bambini e ci sono le battaglie fra cristiani e musulmani. Oppure l’importanza del denaro. Gli imperatori non venivano eletti per i loro meriti ma dovevano comprarsi gli elettori. E’ accaduto anche a Carlo V. Questo ci ricorda qualcosa del tempo che viviamo, no? E poi la questione femminile. Ragazze giovanissime date in sposa a uomini che neanche conoscevano, usate solo come merce di scambio. In quanti paesi succede ancora questo? I grandi sentimenti sono gli stessi in ogni epoca, gelosia, passione, tradimento, vendetta… quello che cambia è la società. Delitti accettabili nel Cinquecento sono fortunatamente condannati oggi. Ma ci sono moltissime cose che possiamo imparare dalla storia per cercare di cambiare in meglio il presente.

Spesso la Storia viene insegnata dando più importanza a episodi e date che agli usi e i costumi dell’epoca che hanno influito sui fatti storici, col risultato che gli studenti non ricordano molto dei motivi alla base degli eventi. Secondo lei come si potrebbe ovviare a questa carenza?

Che bella e giusta domanda!!!!! Lo ripeto sempre quando vado nelle scuole. I ragazzi si annoiano a studiare date e battaglie che dimenticheranno presto. Bisognerebbe concentrarsi sui personaggi, il loro carattere, le debolezze e le virtù, la loro vita privata. Gli studenti si appassionerebbero e allora ricorderebbero anche le date e le battaglie. Lo stesso vale per la vita sociale, gli usi e costumi non solo del nostro paese ma di tutti i paesi, per poterli confrontare e capire meglio cosa ha causato determinati eventi.

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Cinzia Tani

Sarebbe disposta a considerare una trasposizione cinematografica della trilogia?

Ci ho provato ma vivo in Italia. Tutti i miei romanzi sono scritti in modo cinematografico. Se non vedo una scena davanti a me non so descriverla. Ma sono storie difficili da realizzare con pochi soldi e in un paese in cui i film sono molto privati e intimisti, realizzati con pochi mezzi e anche per questo poco esportabili. Se avessi pubblicato negli Stati Uniti…

C’è un’altra dinastia di cui le piacerebbe scrivere?

No. Io ho voluto raccontare il Cinquecento perché secondo me, insieme al Novecento, è il secolo più effervescente, importante, ricco di avvenimenti fondamentali, rispetto agli altri periodi. E gli Asburgo di quel secolo non erano mai stati narrati. Non esiste una saga sugli Asburgo mentre abbiamo i Medici, i Borgia, gli Stuart…

Su quale progetto sta lavorando attualmente?

Sto tornando al romanzo singolo. Sarà ambientato in Alaska quando nel 1989 ci fu un disastro ecologico di proporzioni incredibili. La superpetroliera Exxon Valdez si incagliò in una scogliera (il comandante era ubriaco) sversando più di 40 milioni di litri di petrolio in mare che hanno distrutto le coste del paese e provocato danni all’ambiente naturale visibili anche oggi. Nel frattempo, poiché alterno sempre romanzi e biografie, uscirà a febbraio 2021 Stelle e Assassine per la Rizzoli. Ho trovato undici coppie di donne nate nello stesso anno: una è diventata una stella (Greta Garbo, Isadora Duncan, Billie Holiday etc) e l’altra un’assassina.

INFO SUL NUOVO LIBRO DI CINZIA TANI

Genere: Romanzi storici

Autrice: Cinzia Tani

372 pagine

Editore: Mondadori

 

Testo di Rossella Belardi

Rossella Belardi

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