ITALIA – L’ultima novità nata nel mondo delle insalate si chiama Quarta Gamma. Non allibite: non è una insalata nuova creata in qualche misterioso laboratorio agronomico protetto a vista da sofisticati mezzi elettronici. Siamo più semplicemente in presenza del nome tecnico che gli addetti ai lavori hanno dato alle insalate fresche non vendute sfuse, ma confezionate in sacchetti di plastica ermeticamente sigillati.
E’ una formula innovativa e di successo commerciale quella di proporre ai consumatori un prodotto fresco (insalate pronte all’uso) che sta incontrando un costante aumento di consensi da parte dei consumatori singoli ma non solo: la Quarta Gamma ogni giorno guadagna nuove quote di mercato perché quelle poche lire che costa in più sono ampiamente ripagate dal tempo che viene risparmiato rispetto all’acquisto di una insalata sfusa, che a casa deve essere mondata, stralavata e inoltre speso sono assenti le indicazioni esaustive sulla tracciabilità, per non parlare della data di scadenza che nei prodotti sfusi è lasciata all’occhio dell’acquirente.
“Non facciamo di ogni erba un fascio”, questa volta è proprio il caso di dirlo. Come ci sono in tutta Italia le strade dei vini, dell’olio, dei formaggi ecc., anche le insalate fresche meriterebbero una propria strada che il consumatore potrebbe percorrere per raggiungere i produttori e, anche se vi sono ancora tracce di terra sulle foglie, questo è già un buon segno di genuinità.
L’homo sapiens era un erbivoro per natura, però, anche a quell’epoca, coniugare il pranzo con la cena era difficile e allora egli si convertì alla carne, ma ancora oggi, quando riesce a ravvedersi, torna a proclamarsi vegetariano e la sua salute ne guadagna. Al contrario, non ho mai udito un uomo che si compiaccia di proclamarsi esclusivamente carnivoro. Anche i culturisti che mangiano carne “per professione” non disdegnano di cibarsi delle squisite lattughe, cicorie o radicchi che offre il mercato.
Le insalate hanno nella Bayer CropScience un alleato che svolge la funzione del cerusico di un tempo e che, quando viene a conoscenza dei malanni (anche potenziali) di una pianta orticola, interviene con i propri preparati, non più galenici ma scientificamente testati sul campo. I risultati non tardano a manifestarsi: infatti, dopo le cure, le piante riacquistano nuovamente l’equilibrio vegetativo di cui erano diventate carenti.
La Bayer CropScience ha voluto dedicare alle piante orticole un testo omnicomprensivo che sviscerasse tutti gli argomenti inerenti le insalate. Detto fatto, ha convocato 67 specialisti della materia e ha chiesto loro che, in rapporto alle proprie specifiche competenze scientifiche e non solo, mettessero bianco su nero tutte le caratteristiche culturali e colturali delle insalate. Il libro che ne è scaturito è la summa di tutto il sapere che finora è stato scritto e detto sulle insalate.
I profani, i neofiti o gli addetti ai lavori, tutti, leggendo il testo Le Insalate (pagg.591, euro 69, editoriale ART), potranno approfondire le proprie conoscenze su queste nostre amiche, che, quando accettano la compagnia di un olio di oliva extra vergine italiano, di poche gocce di aceto di vino nostrano e di sale marino meglio se proviene da Cervia, sanno dare il meglio delle proprie caratteristiche organolettiche. Botanica, Storia e arte, Alimentazione (aspetti nutrizionali, salutistici e gastronomici), Paesaggio (coltivazione in ogni regione), Coltivazione (concimazione, coltivazione, parassiti, malattie, virosi e diserbo), Ricerca (panorama varietale e patrimonio genetico), Utilizzazione (dalla post raccolta alla refrigerazione) e Mondo mercato (produzioni di insalate nel mondo) sono solo gli incipit dei nove capitoli di cui è composto il testo sulle produzioni orticole da foglia.
Il coordinamento scientifico è stato affidato a Maria Lodovica Gullino del centro Agroinnova, università degli studi di Torino. Tra tutti gli autori ricordo con affetto l’amico e maestro Carlo Cannella del dipartimento di medicina sperimentale, sezione scienze della alimentazione, università Sapienza di Roma, che ha trattato l’argomento aspetti nutrizionali delle insalate. Ora Carlo ci sorride da lassù.
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Quest’anno, anno del covi, acquisto solo insalate in busta, perché so che non sono state toccate da nessuno e nessuno ci ha “respirato sopra”!
A parte questa mia scelta personale, l’articolo di Selleri non solo ci informa sulla pubblicazione di un libro esaustivo sulle insalate in confezione sigillata., ma ci fa anche riflettere che ogni prodotto che noi mettiamo sulla nostra tavola ha una sua storia particolare che merita di essere approfondita (origine, scadenza, valori nutrizionali ecc). A maggior ragione ora che la salute del nostro pianeta ci spinge a diminuire il consumo dela carne, dobbiamo informarci sugli alimenti vegetali.
Io sono una divoratrice di insalate, in famiglia mi chiamano “capra” perché le adoro in assoluto e sono capace di divorarne una quantità infinita. Grazie a Selleri per queste info preziose!
Grazie Selleri per averci parlato della Quarta Gamma di cui ne ignoravo l’esistenza. E sono d’accordo che quelle poche lire che costa in più sono ampiamente ripagate dal tempo che viene risparmiato rispetto all’acquisto di una insalata sfusa!
Valeria il tuo spunto è fondamentale! Hai proprio ragione, ancor più in questo periodo di covid, l’acquisto di insalate in busta, quindi non toccate da nessuno che ci ha “respirato sopra” è decisamente (anche) salutare!