Un inedito Robert Capa in mostra, dai reportage di guerra ai ritratti dell’alta società

Un inedito Robert Capa in mostra, dai reportage di guerra ai ritratti dell’alta società

MODENA – Alle Gallerie Estensi la Mostra Capa in color. Dall’11 settembre 2021 al 13 febbraio 2022 sono esposte una straordinaria selezione degli scatti a colori di Robert Capa, fotografo di fama mondiale. Da Ava Gardner a Ingrid Bergman, da Ernest Hemingway a Pablo Picasso, dai ritratti dell’alta società fino al conflitto in Indocina alla storia raccontata in immagini da un grande maestro della fotografia.

Erano molti anni che non vedevo una mostra di Robert Capa. L’ultima infatti fu al Museo di Roma Palazzo Braschi nel 2014 dove però era esposto solo il Capa fotoreporter. Infatti qui si potevano ammirare le testimonianze del massimo esponente del fotogiornalismo che visse la maggior parte della sua vita nei campi di battaglia, seguendo i cinque maggiori conflitti mondiali, dalla guerra civile spagnola, alla guerra sino-giapponese, la seconda guerra mondiale, la guerra arabo-israeliana del 1948 fino alla prima guerra d’Indocina. Robert Capa è stato infatti sempre considerato il padre del fotogiornalismo, ed anche qui alle Gallerie Estensi sono esposti i reportage di guerra, ma ritroviamo un aspetto insolito dell’arte fotografica del famoso fotografo ungherese.

Perché rappresenta un Robert Capa inedito?

Nella mostra Capa in color, attraverso una straordinaria selezione di scatti a colori, nonostante alcune fotografie fossero state pubblicate sui giornali dell’epoca, la maggior parte degli scatti a colori non erano ancora stati presentati in un’unica mostra. Qui nell’allestimento nella sala mostre delle Gallerie Estensi troviamo oltre 150 immagini a colori, lettere personali e appunti dalle riviste su cui furono pubblicati gli scattidi Robert Capa, fotografo di fama mondiale.

Robert Capa Foto MyWhere
La lettera di Robert Capa in cui scrive “I would love to do story in color”. Foto MyWhere

Le Gallerie Estensi a Modena, che precedentemente avevano ospitato, tra le altre, la rassegna dedicata a Steve McCurry, in questa mostra mette in luce aspetti inediti di uno dei più grandi artisti della fotografia del nostro tempo. Infatti Robert Capa è internazionalmente noto come maestro della fotografia in bianco e nero, ma qui in Capa in color, abbiamo modo di conoscere ed ammirare gli scatti del fotoreporter che ha lavorato regolarmente con pellicole a colori fino alla morte, nel 1954.

Robert Capa MyWhere

Capa in color offre la possibilità unica di esplorare il forte e decennale legame del maestro con la fotografia a colori, attraverso un affascinante percorso che illustra la società nel secondo dopoguerra. Il suo talento nella composizione del bianco e del nero fu enorme, ma la scoperta della potenzialità delle pellicole a colori, quasi a metà della sua carriera, rese necessario definire un nuovo approccio.

Rispetto a quanto è stato mostrato in precedenza, la rassegna intende illustrare il particolare approccio dell’autore verso i nuovi mezzi fotografici e la sua straordinaria capacità di integrare il colore nei lavori da fotoreporter, realizzati tra gli anni ‘40 e ‘50 del Novecento.

 

Oggi grazie alla possibilità del digitale possiamo riscoprire e valutare nuovamente l’abilità di Robert Capa nel fotografare a colori. Tutte le immagini in mostra sono state scansionate e poi corrette cromaticamente per restituire alle pellicole il colore sufficiente per renderle adeguate alla versione originale, poiché con il passare del tempo queste, specialmente quelle in Ektachrome, avevano subito perdite di colore importanti

 

Il lungo lavoro di restauro promosso dall’International Center of Photography ci permette di tornare ad apprezzare Robert Capa in tutte le sue sfumature. Con questa iniziativa le Gallerie Estensi vogliono celebrare il colore del passato ma anche segnare un nuovo inizio “a colori” per il museo dopo i lunghi mesi di grigio che la pandemia ha imposto a tutti noi”.

Martina Bagnoli, direttrice delle Gallerie Estensi.

La fotografia di guerra in bianco e nero fino ai lavori con pellicole a colori

Robert Capa, nato a Budapest con il nome di Endre Friedmann e naturalizzato cittadino americano nel 1946, fu considerato dal Picture Post come “il più grande fotografo di guerra”, con riferimento agli scatti realizzati durante la guerra civile spagnola. Durante la Seconda Guerra mondiale, Capa ha collaborato con molte riviste come Collier’s e Life, che gli permisero di acquisire una particolare sensibilità nel rappresentare la guerra e le devastazioni.

Robert Capa Gallerie Estensi. Foto MyWhere

Le sue famose immagini ben simboleggiano la brutalità dei conflitti e hanno contribuito a cambiare la percezione del pubblico verso la fotografia di guerra.

 

Il 27 luglio 1938, trovandosi in Cina per documentare la guerra sino-giapponese in un reportage durato otto mesi, Capa scrisse a un amico della sua agenzia di New York:

“Spediscimi immediatamente 12 rulli di Kodachrome con tutte le istruzioni su come usarli, filtri, ecc… in breve, tutto ciò che dovrei sapere, perché ho un’idea per Life”.

Robert Capa MyWhereSebbene di quel servizio siano sopravvissute soltanto fotografie in bianco e nero, ad eccezione di quattro immagini pubblicate sulla rivista Life il 17 ottobre 1938, la lettera esprime il chiaro interesse di Capa per i lavori con pellicole a colori, ben prima che venissero largamente impiegate da molti altri fotoreporter.

Nel 1941, Capa fotografò a colori Ernest Hemingway nella sua casa a Sun Valley, in Idaho, e utilizzò pellicole a colori anche durante la traversata dell’Atlantico su una nave merci con un convoglio alleato, scatto pubblicato dal Saturday Evening Post. Della produzione di Robert Capa sono molto noti i reportage della Seconda Guerra mondiale, in particolar modo dello sbarco in Normandia, pur avendo privilegiato maggiormente pellicole in bianco e nero. Le poche immagini a colori ritraggono soprattutto le truppe americane e il corpo francese a cammello in Tunisia, nel 1943.

Dopo il secondo conflitto mondiale, l’attività di Capa si orientò esclusivamente verso l’uso di pellicole a colori, soprattutto per fotografie destinate alle riviste dell’epoca come Holiday e Ladies’ Home Journal (USA), Illustrated (UK), Epoca (Italia).

Quelle immagini, presentate ai lettori per la prima volta, avevano lo scopo di raccontare al pubblico americano ed europeo la vita quotidiana di persone comuni e di paesi lontani, in maniera radicalmente diversa rispetto ai reportage di guerra che avevano guidato i primi anni della carriera di Capa.

L’abilità tecnica del maestro, abbinata alla capacità di raccontare le emozioni umane dimostrata nelle prime fotografie in bianco e nero, gli permise di muoversi con particolare abilità tra i diversi tipi di pellicola, impiegando il colore a completamento dei soggetti fotografati. Tra questi primi lavori si trovano le fotografie della Piazza Rossa di Mosca, realizzate durante un viaggio in URSS nel 1947 con lo scrittore John Steinbeck e la vita dei primi coloni in Israele nel 1949-50.

Che cos’è Gen X?

Un altro servizio realizzato per la Magnum alla fine del 1949 si chiamò Generazione X, noto anche come Gen X. Inizialmente il progetto fu sostenuto dal periodico femminile americano Mac Call’s che tuttavia rinunciò nel 1951 quando Robert Capa fece pressione per imprimere contenuti con un tono più politico. Anche questa volta si fece avanti Holiday che sostenne il progetto fino in fondo pubblicando una serie di servizi in tre parte usciti all’inizio del 1953. Robert Capa dichiarò

“era uno di quei molti progetti concepiti dalle menti di coloro che hanno grandi idee e pochi soldi, il fatto divertente è che questo è stato portato a termine”.

Capa incaricò altri grandi fotografi tra cui Cartier-Bresson e Eve Arnold, di creare ciascuno il ritratto di un ragazzo e una ragazza dei paesi in cui già lavoravano e vivevano. Ogni soggetto fu sottoposto a un dettagliato questionario sulla propria vita, sulla famiglia, con pensieri personali e obiettivi. Ne emersero i ritratti di 23 persone di 14 paesi dei cinque continenti, un progetto sociale di una incredibile contemporaneità.

Per il progetto Generazione X, Capa si recò a Oslo, a Essen, nel nord della Norvegia e a Parigi per catturare la vita e i sogni delle giovani generazioni nate prima della guerra.

Le fotografie di Capa presentano ai lettori anche un interessante ritratto dell’alta società, dovuto al sapiente ed elegante uso della fotografia a colori. Nel 1950, ritrasse le stazioni sciistiche più alla moda delle Alpi svizzere, austriache e francesi, e le affascinanti spiagge francesi di Biarritz e Deauville per il fiorente mercato turistico presentato dalla rivista Holiday.

Robert Capa MyWhere
Geraldine Brooks con Emilio Schuberth nel 1951. Foto MyWhere

Scattò anche diverse fotografie di moda, lungo le banchine della Senna e in Place Vendôme. Fotografò diversi attori e registi sui set cinematografici, come Ingrid Bergman nel film Viaggio in Italia di Roberto Rossellini, Orson Welles in Black Rose e John Huston in Moulin Rouge.

Ingrid Bergman Robert Capa
Ingrid Bergman e Roberto Rossellini sul set del film “Viaggio in Italia” in uno scatto color di Robert Capa. Foto Mywhere

In questo periodo realizzò anche una serie di ritratti, come quelli di Pablo Picasso, fotografato su una spiaggia con il figlio Claude, o di Giacometti nel suo studio a Parigi. L’immaginario a colori era parte indissolubile della ricostruzione e della vitalità del dopoguerra.

Capa in color rivela come Robert Capa iniziò a osservare il mondo in maniera diversa e come la sua attività riuscì ad adattarsi alla nuova sensibilità postbellica. L’innovativo mezzo fotografico lo obbligò non solo a riconsiderare la composizione dei colori, ma anche a trovare il modo migliore per soddisfare la curiosità di un pubblico reduce dal conflitto, che desiderava divertirsi e conoscere luoghi lontani.

Ava Gardner Robert Capa MyWhere

Per tutti i lavori realizzati dalla fine della guerra in avanti, Capa impiegava sempre almeno due fotocamere: una per le pellicole in bianco e nero e una per quelle a colori, usando una combinazione di 35 mm e 4×5 Kodachrome, e le pellicole Ektachrome di medio formato, sottolineando l’importanza di questo nuovo mezzo per la sua crescita professionale.

Hunphrey Bogart Robert Capa Mywhere
Hunphrey Bogart e Peter Lorre sul set del film “Il tesoro dell’Africa” fotografato da Robert Capa. Foto Mywhere

Continuò a lavorare con pellicole a colori fino al termine della sua vita, anche durante il viaggio in Indocina dove fu ucciso nel maggio 1954.

In particolare, gli scatti a colori dall’Indocina sembrano anticipare le immagini che avrebbero dominato l’immaginario collettivo della guerra in Vietnam, negli anni ‘60 del Novecento.

 

Questa mostra ci offre davvero un ritratto inedito di Robert Capa, colui che al fotogiornalismo ha dato una nuova veste e una nuova direzione. Un fotoreporter che, anche nel ritratto dell’alta società, come nelle fotografie di moda, così come nelle foto dei diversi attori e registi sui set cinematografici, ha preceduto la visione della società contemporanea.

INFO

CAPAINCOLOR

MODENA Gallerie Estensi

Curata dal Centro Internazionale di Fotografia di New York

Rassegna prodotta dalla Società Ares con le Gallerie Estensi.

L’esposizione è nata da un progetto di Cynthia Young, curatrice della collezione di Robert Capa al Centro internazionale di fotografia di New York, per presentare un aspetto sconosciuto della carriera del maestro. La mostra è stata realizzata con il patrocinio del Comune di Modena.

La collezione è presentata da ICP-International Center of Photography, grazie a ICP Exhibitions Committee e ai fondi pubblici del New York City Department of Cultural Affairs in partnership con il consiglio cittadino.

Dall’11 settembre 2021 al 13 febbraio 2022

info@capaincolor.it

Tutte le foto MyWhere©

Fabiola Cinque

One Response to "Un inedito Robert Capa in mostra, dai reportage di guerra ai ritratti dell’alta società"

  1. Lamberto Cantoni
    lamberto cantoni   3 Novembre 2021 at 18:48

    Bell’articolo. Non conoscevo le immagini di Capa fatte per la moda e le riviste di costume. Sembrano molto interessanti.

    Rispondi

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