ROMA – Il prossimo venerdì 6 Maggio Emanuela Amici presenterà il romanzo Se ci credi con la giornalista e conduttrice del TG1 Laura Chimenti e Chiara Narracci sociologa e consulente familiare. Avevo incontrato Emanuela Amici per saperne di più, in anteprima, sul suo secondo romanzo Se ci credi. Alla mia intervista sono seguite diverse presentazioni che hanno richiamato molto pubblico. E’ per questo che vi segnaliamo questa in programma a Roma.
E’ uscito lo scorso dicembre il secondo libro di Emanuela Amici dopo il romanzo Quello che resta. L’autrice l’ha presentato prima in fiera a La Nuvola, Più libri più liberi, e poi successivamente all’Altrove Teatro Studio. Venerdì 6 Maggio Emanuela Amici presenterà il romanzo Se ci credi all’Hotel Nord Nuova Roma con Chiara Narracci sociologa e consulente familiare e la giornalista e conduttrice del TG1 Laura Chimenti.
Ecco il mio incontro con la scrittrice per farle qualche domanda su questo giallo psicologico che parla di sogni e di quanto sia importante ascoltarli.
INTERVISTA ALL’AUTRICE
Se ci credi è il secondo romanzo di Emanuela Amici, edito da Ianieri Edizioni. Il libro è un giallo psicologico, incentrato sul rapporto tra sogno e realtà. Valentina scompare nel nulla, in un giorno come tanti. Nessuna traccia di lei, come non fosse mai esistita. Il romanzo ripercorre, con ritmo incalzante, il tentativo di Marco, suo marito, di ritrovarla, inseguendo quello che sembra essere, agli occhi degli altri, solo un sogno.
Come nasce l’idea del romanzo?
Avevo appena finito di scrivere “Quello che resta”, il mio primo romanzo, e credevo davvero mi sarei presa una pausa dalla scrittura, e invece il personaggio di Valentina è venuto a trovarmi. Una donna misteriosa e sfuggente, che sembra venuta dal nulla e che un giorno come tanti nel nulla scompare. Amo molto i gialli, soprattutto quelli incentrati sulle dinamiche relazionali e psicologiche, e volevo mettermi alla prova con un genere a cui non mi ero mai avvicinata prima, se non come lettrice
Rispetto al primo romanzo come è cambiato il tuo stile?
Nel mio primo libro, senza rendermene conto, il flusso della scrittura era in qualche modo controllato dalla volontà di rincorrere la correttezza, forse anche per deformazione professionale, dal momento che insegno Italiano, mentre in questo secondo lavoro mi sono sentita più libera di sperimentare, procedendo per impressioni rapide e vive, con un ritmo più veloce e uno stile più asciutto.
I sogni sono un elemento ricorrente nel tuo mondo creativo, come mai hanno tanta importanza per te e che ruolo hanno in questo libro?
E’ vero, i sogni esercitano su di me un grande fascino. Ricordo quasi sempre i miei sogni, che sono di solito piuttosto elaborati e complessi, e mi è capitato più volte di ritrovare, al loro interno, significati profondi. Ciò che rimuoviamo durante il giorno, riappare di notte, libero da censure e da filtri razionali, e questo ci costringe a leggerci dentro. In “Se ci credi” il tema del sogno è centrale, inteso come ricerca di ciò che vorremmo essere. Non sempre si ha la fortuna di credere in se stessi, di conoscersi fino in fondo. Di fare delle scelte consapevoli e di inseguire i propri desideri. Perché spesso ci si lascia condizionare dalle scelte degli altri, e si finisce per vivere una vita che ci scorre davanti neutra e passiva. Il libro vuole invitare a credere nei propri sogni e a fare di tutto per inseguirli.
Come nasce il titolo Se ci credi?
Come spesso accade, non è stato facile trovare il titolo giusto. “Se ci credi” è stata la prima scelta, istintiva, anche perché si tratta di una citazione che, all’interno del romanzo, ha una funzione ben precisa. Ho provato a immaginare altri possibili titoli, ma alla fine ho scelto, insieme all’editore, quello iniziale, perché il condizionale “se” lascia il lettore libero di immaginare ciò che potrebbe accadere credendo nei propri sogni.
Nel libro torna il metaromanzo, con la storia principale che si alterna, in alcuni capitoli, a quella di una fiaba ambientata in Giappone. Come mai questa scelta?
Il libro nel libro è funzionale allo sviluppo del racconto principale, oltre a essere la parte che più mi ha fatta sentire libera e creativa nella scrittura. La storia di Ayumu, una bambina giapponese che ha perso la madre e che vuole credere di poterla ritrovare, ha degli evidenti rimandi alla vicenda del protagonista del romanzo, Marco, che vede scomparire nel nulla Valentina, come mai fosse esistita. Nel metaromanzo ho scelto un mondo lontano, esotico, il Giappone, in un’atmosfera quasi magica e atemporale, dove il confine tra realtà e immaginazione diventa impalpabile. La funzione di questa fiaba è un po’ come quella di un sogno. Cioè portare Marco e il lettore in una dimensione simbolica carica di significati
Quali sono i lettori a cui si rivolge il libro?
Volevo che fosse un libro per tutte le età, a partire dai giovani e giovanissimi, come i ragazzi delle scuole medie ai quali insegno. Rispetto al mio primo romanzo, questo libro è pensato per una fascia d’età più ampia, e per un pubblico di lettori sia maschile che femminile
Quali messaggi e significati sono racchiusi nel romanzo?
Il messaggio principale è la necessità di ascoltarsi di più. Non è facile mettersi in ascolto di se stessi, soprattutto quando forti sono le pressioni del mondo esterno. Cosa vogliamo dalla nostra vita? E’ giusta la strada che stiamo percorrendo? Le persone che abbiamo scelto di avere accanto a noi ci rendono davvero felici? Puo’ capitare di “lasciarsi vivere”, come in un film che ci scorre davanti, preferendo non scegliere e non porsi domande, ma forse vala la pena di fermarsi e di mettersi in discussione, di capire chi siamo e chi vogliamo diventare. Nel libro il tema del bivio è ricorrente, ossia la necessità di scegliere senza paure e condizionamenti, fidandosi del nostro intuito, che nasce proprio dal sapersi ascoltare.
A cosa stai lavorando al momento? Hai altri progetti di scrittura?
Ho finito Se ci credi due anni fa, e per alcuni mesi sono stata ferma. Un giorno, però, ho incontrato una signora inglese, che faceva il bagno al mare con un grande cappello bianco, e ho subito pensato che fosse la perfetta protagonista di un romanzo giallo. Ho iniziato a scriverlo e l’ho finito a settembre, ma è ancora presto per pensare a una pubblicazione. Al momento sono impegnata in un progetto di scrittura a quattro mani, con una collega che insegna Storia dell’Arte, Rosanna Fumai. Il tema del libro è una riflessione sulla scuola e il Covid.
Emanuela Amici è una Docente di Lettere nella scuola media. Nel 2018 ha pubblicato Dislessia e didattica, con Armando Editore, e il romanzo Quello che resta con Ianieri edizioni. “Se ci credi” è il suo secondo romanzo, in uscita con Ianieri Edizioni nel dicembre del 2021.
Il libro è acquistabile anche sul sito di Ianieri Edizioni,
In homepage il mio incontro con Emanuela Amici per l’intervista sull’uscita del nuovo romanzo.
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