Open Data: utopia o realtà?

Open Data: utopia o realtà?

Martedì 15 settembre 2015 abbiamo assistito al webinar (seminario online) organizzato dal DataLab della Regione Lazio dal titolo Open Data engagement: soluzioni pratiche per il riuso dei dati aperti. È stato molto interessante seguirne i lavori e pertanto vorremmo darvene un breve resoconto.

Open data Lazio è un servizio partito da poco per la pubblicazione open source, in formato aperto, dei dati relativi a tutti i settori di attività della Regione Lazio (sanità, bilancio, ambiente, ecc.). È in sostanza un luogo di raccolta dei dati delle amministrazioni territoriali, ma anche delle imprese e di altri soggetti pubblici e privati, che ha lo scopo di realizzare un patrimonio informativo regionale condiviso e quindi utilizzabile da tutti e da tutti implementabile.

Non ci crederete ma questo significa che anche nel settore pubblico sta arrivando – siamo solo agli inizi ovviamente – la modernità e l’innovazione tecnologica a livello di pianificazione territoriale e di governance. La disponibilità di dati territoriali è, infatti, un passaggio intermedio e fondamentale verso forme di Open Government, cioè di pianificazione condivisa e trasparente tale da consentire un controllo dei cittadini e della società civile sull’operato delle amministrazioni locali e regionali utilizzando queste nuove tecnologie che consentono di conoscere, collaborare e partecipare alle decisioni individualmente o con l’apporto di community e di reti sociali. Tutto ciò è collegato alle strategie europee in materia di gestione e accesso ai dati pubblici.

Questa è la base teorica. Ma vediamo alcune azioni e ricadute concrete di questi sistemi informativi on line, il vero oggetto del webinar, come ha opportunamente spiegato Simone Ursini di LAit (azienda specializzata nelle politiche d’innovazione tecnologica e semplificazione amministrativa), che ha fatto il punto del Progetto Open Data.

Diamo qualche esempio di dati già caricati: i pronto soccorsi (esiste anche un app dalla quale puoi ricavare i tempi d’attesa in quel determinato momento); i geositi del Lazio, beni geologici e geomorfologici di pregio presenti nel Lazio (ottimi per fare delle interessanti passeggiate); Piani di Zona che consentono di conoscere i servizi sociali presenti sul territorio; posti alloggio per studenti universitari; i finanziamenti regionali per opere cinematografiche e audiovisivi; quadro d’unione delle mappe del rischio, utili per conoscere i rischi ambientali presenti nei diversi contesti regionali; le concessioni demaniali, interessanti specialmente per conoscere la gestione degli arenili. Potrei andare avanti ma vi consiglio di consultare il sito http://dati.lazio.it/catalog/it/dataset?page=3 per farvi un’idea più conforme ai vostri interessi. A oggi sono, infatti, 182 i dataset scaricabili dal portale.

Siamo ancora all’inizio ma in prospettiva – questo punto è stato illustrato molto bene da Claudio Marciano del Comune di Formiail servizio, dal punto di vista software, è impostato in modo da consentire altre due azioni molto importanti “dal basso”: da una parte mettere in rete e sottoporre al giudizio dei cittadini i documenti di pianificazione, per esempio, i piani della mobilità, della gestione dei rifiuti o per il risparmio energetico, ecc.; in secondo luogo, l’allargamento stesso dei data-base che avviene anche grazie all’uso dei dati stessi da parte dei cittadini, delle aziende, delle università.

Ripeto, siamo ancora all’inizio e sappiamo bene che spesso in Italia non mancano le idee e i progetti ma la capacità di sviluppo degli stessi e di portarli avanti. Ma la liberazione e riutilizzo dei dati per promuovere lo sviluppo del territorio, e la stessa mission di promuovere iniziative imprenditoriali basate sull’uso degli Open Data (la app per i pronto soccorsi è stata realizzata da un semplice cittadino), altro obiettivo del Progetto, sono segnali rassicuranti e positivi dello sviluppo di una MyTecnology di taglio sociale.

Paolo Riggio

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