MANTOVA – ABITO si presenta domenica 27 novembre a Palazzo Te a Mantova. Un’occasione unica per tornare nella Capitale della Cultura e parlare di Storie di Moda e Costume.
Oggi vi parliamo di una storia fatta di moda e costume. È la storia di Abito, l’Associazione che ha come obiettivo quello di collegare la moda e la cultura della moda in tutte le sue forme ed espressioni, e di raccogliere l’eredità di un percorso di divulgazione e promozione culturale iniziato nel 2005 che ha il suo apice quest’anno con la nomina di Mantova a Capitale della Cultura.
Patrimonio Mondiale dell’Unesco, Mantova è una Città unica nel suo genere, dal respiro internazionale: oltre a vantare un patrimonio naturalistico e paesaggistico significativo, rappresenta un centro culturale e artistico polivalente, in cui storia e arte antica dialogano costantemente con la modernità dei linguaggi creativi e delle creazioni culturali. Musei e monumenti unici, ad opera e con le opere di Leon Battista Alberti, Pisanello, Andrea Mantegna, Giulio Romano, Rubens; cibo raffinato, ambienti naturalistici esclusivi, vivissimi appuntamenti culturali, sono solo alcune delle attrattive che la rendono di interesse mondiale.
Ed è proprio in questo contesto di inestimabile bellezza che si consuma la storia di Abito.
Dal 2005 al 2016 sono state realizzate iniziative ed eventi dedicati alla storia della moda – su Coco Chanel, Christian Dior, Roberta di Camerino, Sorelle Fontana, Schiaparelli, Walter Albini, sul costume nella società – con i casi di Fiorucci Rey Kawakubo/Comme des Garcons Moschino e con uno sguardo, attraverso le Sorelle Fontana, sulla vita di icone come Grace Kelly Jacqueline Kennedy e Brigitte Bardot; e ancora sull’alto artigianato – con uno studio su Ferragamo e Issey Miyake e mostre di Antonio Marras Roberto Capucci e Gianfranco Ferré e sullle arti decorative con i gioielli dei Gonzaga e dei Savoia fino ad Hermès.
La cultura della moda non esiste senza i grandi classici – Giorgio Armani, Burberry Jeanne Lanvin, Luis Vuitton Emilio Pucci, Yves Saint Laurent e Valentino – celebrati nelle brillanti conferenze studiate dallo Storico del Costume e appassionato d’arte Michele Venturini.
Sostenuta e promossa da Italo Scaietta, Presidente della Federazione italiana Amici dei Musei, e da aziende che vantano una lunga storia di cultura d’impresa come la Bernardelli di Bruna Casella e Stefano Gozzoli, la Twin-Set di Simona Barbieri e lo Studio di Architettura Benedini & Associati Agape di Bibi Benedini, Abito si affaccia al 2017 con la forza di un territorio ricco di storia e di tradizioni, di cultura e di bellezza sia naturalistica che di beni artistici. Personalità influenti della Città sono vicine ad Abito oggi come lo sono state ieri, rendendo disponibili le proprie dimore e la propria generosa ospitalità.
Non ci resta che invitarvi al prossimo appuntamento firmato Associazione Abito. Domenica 27 novembre alle 18:30, presso la Sala dei Cavalli di Palazzo Te, dove avrà luogo la conferenza dedicata alla Marchesa Casati e a Dries Van Noten. L’evento sarà nuovamente a cura di Michele Venturini.
Tra i protagonisti della serata troviamo Simona Barbieri, Bibi Benedini, Bruna Casella e Italo Scaietta, che apriranno le porte della città a esperti, studiosi, addetti ai lavori e appassionati di moda e di costume.
A introdurre la serata sarà l’Architetto Design Italo Lupi. Subito dopo sarà la volta dello storytelling dello Storico del Costume e appassionato d’arte Michele Venturini.
Non mancherà l’accompagnamento musicale, a cura di Igor Palmieri e Michele Bianchi.
INFO: Presentazione dell’associazione non-profit
ABITO Storie di Moda e Costume
domenica 27 novembre ore 18.30
Palazzo Te a Mantova
Sala dei Cavalli
L’ingresso è gratuito, per info e prenotazioni rivolgersi al numero 338-5994157.
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Penso che le iniziative che hai presentato, siano una serie di eventi culturali dedicati alla moda di grande valore. L’attuale società liquida è praticamente senza memoria. Dare spessore narrativo alle icone della moda, evitando di farle vivere oggi come pure immagini, è un tentativo importante per difendere valori etici ed estetici altrimenti travolti dalla spettacolare banalizzazione del post moderno.